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 2014  luglio 19 Sabato calendario

NIBALI, COMBATTE E VINCE ANCHE LA DIFFIDENZA

L’ultima vittoria italiana in salita, nel corpo a corpo con gli avversari, con la maglia gialla addosso era stata di un certo Fausto Coppi, sul Puy de Dome, 17 luglio 1952. Mario Fossati, in un articolo raccolto nel libro su quel Tour appena uscito per Il Saggiatore («Coppi»), alla sera interpella Biagio Cavanna, il mitico massaggiatore cieco di Fausto. Il tema, guarda caso, è il calvario degli avversari: «Un uomo che rinuncia — risponde l’orbo impastando i muscoli di Fausto — prende delle cattive abitudini. Bisogna sempre respingere le soluzioni più facili». Nibali sembra ascoltarlo e non rinuncia a dare spettacolo. In fin dei conti oggi c’è un’altra tappa molto dura e l’azzurro poteva anche fare qualche calcolo in più. Ma adesso la maglia gialla corre contro se stessa e contro la sottile diffidenza che lo circonda, come era stato un anno fa per il britannico Froome. Nibali non è Coppi, né Gimondi, né Pantani. Ma ha già vinto un Giro. Ha conquistato la Vuelta e l’anno scorso ha fallito il bis per aver sottovalutato il 42enne Horner, un errore che non ripeterà. Sul podio del Tour, sempre al terzo posto, il messinese era già salito 2 anni fa: solo Alberto Contador ha un curriculum migliore, ma lo può scrivere sul gesso della gamba che si è appena rotto. Dal 2008 nel ciclismo è stato introdotto il passaporto biologico, prima e meglio rispetto agli altri sport. Il doping non è certo scomparso. Ma Nibali ha sempre fatto un percorso a testa alta, senza ombre. È vero, come gli hanno ricordato, in Francia: ha debuttato nella Fassa Bortolo di Dario Frigo, corre per Alexandre Vinokourov, espulso per doping dal Tour 2007 e accusato con prove chiare di aver comprato una «Liegi». Ma di fronte a questo Tour, viene voglia solo di guardare avanti, al giorno dopo: senza rinunciare a godersi il cammino — ancora con diverse insidie, ci mancherebbe — verso una vittoria storica. Respingere le soluzioni più facili stavolta può significare non pensare sempre male. E godersi la cavalcata di Nibali tra pavé, Vosgi, Alpi e Pirenei. Con fiducia ed emozione capaci di resistere al tempo. Sperando non passino altri sessantadue anni .