Francesca Schianchi, La Stampa 19/7/2014, 19 luglio 2014
I GIUSTIZIALISTI DANNO LA COLPA ALLA LEGGE SEVERINO
«Che adesso i berlusconiani stappino champagne, ma non ce la menino sulla persecuzione: se con il Pd non avessero cambiato le regole in corsa, approvando la legge Severino, Berlusconi non sarebbe stato assolto». Marco Travaglio, condirettore del «Fatto quotidiano», tra i più inflessibili avversari dell’ex premier, attribuisce il giudizio di ieri all’entrata in vigore della legge Severino e alla modifica che ha portato al reato di concussione. A chi tra i berlusconiani grida alla persecuzione, risponde che «questo processo era doveroso, proprio per via delle leggi sulla prostituzione minorile volute dal suo governo»: e se ora l’ex Cavaliere definisce «ammirevoli» i magistrati, Travaglio ci fa una risata, «fa così quando lo assolvono, anche se il merito è della legge Severino. Poi però manda avanti i suoi a “mazzolare” i giudici del primo grado…».
Un’altra avversaria storica dell’ex premier è la Pd Rosy Bindi, anche se ci tiene a ricordare una differenza nel loro “combattersi”: «Lui è stato nei miei confronti volgare e maleducato, mentre io ho sempre fatto battaglie politiche, non personali». Per questo, ora ricorda che «per le vicende giudiziarie ci rimettiamo alla magistratura sia quando condanna che quando assolve». Anche se, aggiunge, «data la forbice così ampia di differenza tra sentenza di condanna di primo grado e assoluzione del secondo, mi auguro che qualcuno ricorra in Cassazione perché si faccia chiarezza. Credo che stavolta il terzo grado sia veramente una garanzia per tutti».
E’ stato prima un alleato e poi un oppositore Gianfranco Fini, che ieri ha esortato tutti a essere «lieti» della sentenza, perché la magistratura ha dato conferma «di essere pienamente autonoma e imparziale». Mentre dal M5S, spesso durissimo verso Berlusconi, tace Beppe Grillo. Fioccano però tweet dai parlamentari, come quello ironico di Alessio Villarosa: «Berlusconi passa da 7 anni a 0», annota, «meglio della Germania, a ognuno le proprie riflessioni». O quello dell’ex capogruppo Roberta Lombardi: «Non è vero che le sentenze non si commentano. A volte si commentano da sole». Una delle esperte di giustizia del Movimento, Giulia Sarti, spiega che «le sentenze si rispettano. Ma non è per quest’assoluzione che vengono meno i danni che Berlusconi ha provocato al Paese». Come, d’altra parte, secondo la Bindi non è questa sentenza «a cambiare il rapporto con le donne di Berlusconi. Perché per giudicare quello non serve un giudice: basta essere una donna. Soprattutto se non a sua disposizione».