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 2014  luglio 19 Sabato calendario

COLPO AL NUMERO CHIUSO, I GIUDICI FANNO ISCRIVERE DUEMILA STUDENTI A MEDICINA

Spallata delle organizzazioni studentesche al numero chiuso a Medicina. Il Tar del Lazio, con una serie di ordinanze pubblicate ieri pomeriggio, ha ammesso con riserva oltre duemila aspiranti matricole bocciate al test dello scorso 8 aprile per l’accesso alla facoltà di Medicina e di Odontoiatria.
A dare la notizia è stata l’Unione degli universitari, che parla senza mezzi termini di «vittoria epocale» e di «numero chiuso ormai da eliminare ». Ed ecco perché, spiegano gli studenti. I posti disponibili quest’anno a Medicina e Odontoiatria a livello nazionale erano 10.551, contesi da oltre 64mila aspiranti camici bianchi. E i duemila ammessi in sovrannumero rappresentano il 20 per cento dei posti messi a bando. Ma non solo. L’Udu fa sapere di avere patrocinato nei mesi passati, in tutto, i ricorsi di oltre 4mila e 200 esclusi. È quindi probabile che a quelli di ieri si aggiungano nei prossimi giorni gli altri 2mila e passa che i giudici amministrativi potrebbero riammettere, sempre con riserva. A questo punto, il numero chiuso per l’anno accademico 2014-2015 sarebbe virtualmente saltato. Così le organizzazioni studentesche tornano alla carica e chiedono al ministro Stefania Giannini di riformare, con la partecipazione degli studenti, l’accesso alle facoltà a numero programmato. «Oggi – dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore
del sindacato studentesco – è una grande giornata per gli studenti italiani. Adesso il ministro deve cambiare le regole di un gioco truccato, e le deve cambiare con le vittime di questi anni, ovvero gli studenti. Per questo chiediamo una risposta immediata sia al capo del governo Matteo Renzi sia al ministro Giannini».
Le decine di ricorsi presentati al Tar si fondavano su due semplici rilievi: il giorno del test, a Bari, un pacco contenente i fascicoli della prova è arrivato alla commissione già aperto e con quattro plichi in meno. Inoltre, in alcuni atenei sarebbe stato violato l’anonimato dei candidati. Nel caso di Bari, la commissione ha denunciato alla polizia l’accaduto e poi ha dato via alla prova. Secondo i ricorrenti, sul test di medicina si sarebbe potuta verificare una fuga di notizie a vantaggio di alcuni candidati. Mentre in altre sedi i candidati – attraverso i codici identificativi e i documenti – sarebbero stati riconoscibili e non anonimi. I giudici del Tribunale amministrativo della capitale, ad un primo esame della documentazione allegata, hanno ritenuto che la «violazione dell’anonimato presenta profili di fondatezza» e che sussiste il pericolo di un danno irreparabile per coloro che sono stati esclusi. E hanno ammesso, con riserva e in sovrannumero, gli oltre duemila che rientrano dalla porta di servizio, disponendone l’immediata immatricolazione. Insomma, potranno frequentare le lezioni.
La decisione finale - quelle annunciate ieri sono ordinanze non definitive - è stata fissata dai giudici il prossimo 7 maggio, quando gli studenti avranno frequentato già da oltre otto mesi. La serie di provvedimenti scoppia come un fulmine a ciel sereno e dal ministero prendono tempo. Viale Trastevere potrebbe opporsi al Consiglio di Stato, ma dovrà pensarci bene prima di farlo. Perché proprio qualche giorno fa da Palazzo Spada è arrivata la sentenza che, per «violazione dell’anonimato », ha ammesso alla facoltà di medicina due studenti di Messina esclusi nel 2010 condannando il ministero a risarcire il danno subito: 20mila euro a candidato. Un pericoloso precedente che potrebbe portare il Miur a sborsare fino a 100 milioni di euro.