Giampiero Martinotti, la Repubblica 19/7/2014, 19 luglio 2014
LANGE E I 100 ANGELI DELLA LOTTA ALL’AIDS
L’Aeroporto di Schiphol sembra quello solito, con le affannose code dei vacanzieri in partenza. Solo davanti al banco vuoto della Malaysia Airlines il cuore dei passeggeri si stringe: c’è un mazzo di fiori e la foto di un giovane di origini asiatiche, Wujan Sujan. Un nome sconosciuto. Insieme a lui, sul volo Mh17, c’erano anche molti scienziati, la cui scomparsa ha gettato lo sconforto nel mondo della lotta contro l’Aids. Un centinaio di ricercatori che stavano andando a una conferenza sulla malattia, a Melbourne, hanno perso la vita.
Secondo la stampa australiana sarebbero 108, molti di loro viaggiavano con i coniugi. Tra loro, uno dei maggiori specialisti mondiali, l’olandese Joep Lange, in passato presidente della Ias, un’associazione di lotta all’Aids, perito insieme alla moglie. Lange era una personalità di primo piano, tanto che il premio Nobel 2008, la francese François Barré-Sinoussi ha subito reso omaggio alla sua figura e ai suoi lavori di ricerca sul virus Hiv. Aveva al suo attivo 350 pubblicazioni scientifiche, aveva diretto negli anni Novanta la ricerca clinica e lo sviluppo dei medicinali all’Oms, dirigeva il settore della salute mondiale all’Università di Amsterdam. La comunità scientifica ai quattro angoli del pianeta gli ha reso omaggio, ricordando la sua determinazione nel voler far avanzare la ricerca. Aveva anche creato la Fondazione PharmAccess, destinata ad aiutare la distribuzione tra le popolazioni del sud dei medicinali anti-Aids.
Su quell’aereo c’era anche un portavoce dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Glenn Thomas, e decine di ricercatori, molti dei quali lavoravano proprio per l’Oms. Portavano con loro gli ultimi frutti dei loro lavori, forse cose importanti nella corsa contro il tempo per debellare la malattia apparsa più di trent’anni fa e che solo l’anno scorso ha ucciso un milione e mezzo di persone. Cosa portavano con loro quei ricercatori? Avevano fatto scoperte importanti che si apprestavano a rivelare ai loro colleghi riuniti in Australia? Sono domande che molti ieri si sono posti, anche se nessuno potrà dare una risposta, almeno nell’immediato. Ma il mondo della ricerca è sotto choc, sia per il numero degli scienziati scomparsi, sia per la qualità: «Temo di scoprire altri nomi, altri amici», dicono in coro molti universitari. La scomparsa di Lange fa pensare a quella dell’americano Jonathan Mann, ex capo del programma dell’Oms sull’Aids, scomparso anche lui su un aereo Swissair, precipitato nel 1998 subito dopo il decollo da New York.