Stefano M. Torelli, Sette 18/7/2014, 18 luglio 2014
IL CALCIO NON PARLA ARABO
Il Mondiale di calcio si è appena concluso e, come ogni edizione, ha fatto registrare un record di ascolti e di visualizzazioni, con milioni di telespettatori da tutto il mondo sincronizzati per vedere le partite in televisione. E i Paesi arabi – i cui cittadini sono notoriamente appassionatissimi di calcio, soprattutto europeo – come hanno seguito i Mondiali di Brasile 2014? È interessante notare come, tra tutte le diatribe politiche e geopolitiche che interessano gli equilibri dell’area mediorientale, anche la scelta del canale dove vedere le partite ha avuto connotazioni di tipo politico, oltre che economico. Al centro dell’attenzione, ancora una volta, il canale satellitare panarabo più famoso al mondo: il qatarino Al Jazeera. In tutti i Paesi del Vicino Oriente, la questione dei diritti televisivi di Al Jazeera sui Mondiali è stato oggetto di polemiche. Di base, vi è stato un problema di tipo molto più pratico: l’abbonamento che il canale satellitare offriva per i tre mesi estivi, comprensivo della possibilità di seguire tutte le 64 partite dei Mondiali di calcio, costava – a seconda dei differenti contesti nazionali – tra gli 80 e i 235 euro, una cifra che la gran parte della popolazione dei Paesi arabi (soprattutto i più poveri) non possono assolutamente permettersi. Accanto a questo tipo di ostacolo, vi è stato poi il problema di natura politica. Il Qatar, come è noto, è molto attivo diplomaticamente – e non solo, si pensi al sostegno a una parte dei ribelli siriani – nella regione mediorientale e, con il suo attivismo, si è attirato le antipatie di molti governi. Il fatto che sia un Paese ritenuto vicino alla Fratellanza Musulmana lo ha messo in cattiva luce soprattutto con quei Paesi (primi tra tutti Egitto e Arabia Saudita) che, al contrario, hanno fatto della Fratellanza il proprio nemico dichiarato. Emblematico, a tal proposito, è stato l’arresto di tre giornalisti di Al Jazeera in Egitto, accusati di aver fatto propaganda a favore dei Fratelli Musulmani. Al Jazeera troppo cara e da boicottare, dunque. Cosa fare? Dall’Egitto al Sud del Libano, la soluzione è stata inaspettata: seguire le partite sui canali satellitari israeliani, gratis ma in ebraico. Ma, è il commento dei telespettatori nei caffè del Cairo, per il calcio non servono sottotitoli. E comunque, anche in questo c’è chi ha trovato la soluzione: il portavoce della sezione dei media in arabo dell’ufficio del primo ministro israeliano, ha postato sul proprio profilo Facebook un vocabolario ebraico-arabo dei termini calcistici.