Massimo Gaggi, Sette 18/7/2014, 18 luglio 2014
IL POPOLO DEI CONTANTI
Mentre in Italia i cittadini vengono spinti, anche in funzione antiriciclaggio (e antievasione) a evitare il denaro contante per tutti i pagamenti significativi, a New York, capitale mondiale della finanza e delle banche, dilaga il fenomeno opposto e cresce il popolo dei cosiddetti “unbanked”: persone che, anche se hanno un lavoro e una famiglia da mantenere, scelgono di non avere conti in banca. Non si tratta solo di immigrati clandestini che preferiscono restare nell’ombra: il fenomeno è esploso dopo la crisi finanziaria del 2008. C’è chi non ha saldato qualche debito e si è ritrovato con una “credit history” macchiata che ha reso le banche molto diffidenti. Negli anni della crisi, poi, gli istituti di credito, per recuperare margini, hanno alzato le tariffe dei loro servizi proprio mentre i tassi (compresi quelli percepiti dai risparmiatori sui loro depositi) scendevano a zero. Molti hanno così preferito chiudere il conto in banca e ora gestiscono tutto in contanti. Secondo la Fdic, l’agenzia federale che assicura i depositi, le famiglie che a New York non hanno nulla a che fare con assegni, carte di credito e pagamenti elettronici sono 825mila: il 13 per cento del totale. È quella che il consulente finanziario David Flores chiama la “società liquida”. Un fenomeno in crescita anche nel resto degli Usa: torna la tentazione di nascondere il denaro nel materasso. Un po’ perché depositato in banca non rende nulla, un po’ per suggestioni (il timore di disastri naturali o di disordini sociali che ti obbligano a lasciare la tua città in fretta e furia). E, a volte, anche per ignoranza: poveri e immigrati temono di perdere il diritto ai sussidi pubblici se aprono un conto in banca.