Simona Verrazzo, Il Venerdì 18/7/2014, 18 luglio 2014
LA TIVÙ IRANIANA METTE AL BANDO GLI ATTORI RIFATTI
Gli attori e le attrici che si sono sottoposti a interventi di chirurgia estetica non potrannopiù lavorare. Così ha deciso Teheran Channel, tv pubblica della capitale iraniana, dove vige la rigida applicazione dell’islam sciita, le donne vengono fermate dalla polizia se hanno lo smalto di un rosso troppo brillante e gli uomini se sfoggiano tagli di capelli considerati troppo «all’occidentale». Secondo l’agenzia semi-ufficiale Isna, che cita Ali Akbar Mahmudi-Mahrizi, capo della programmazione dei film e delle fiction, l’emittente televisiva non manderà più in onda chi si è fatto qualche ritocchino per «evitare che la chirurgia estetica si diffonda in maniera contagiosa tra attori e attrici».
L’annuncio ha scoperto un nervo tra i più sensibili per la società iraniana. Basti pensare che in un rapporto del 2013 il Guardian definiva Teheran «la capitale del naso rifatto». Quello degli ayatollah è uno dei Paesi con il più alto tasso di interventi di chirurgia estetica del mondo, quello dove vengono praticate più rinoplastiche. I numeri oscillano tra i 90mila e i 120mila interventi all’anno al naso, dati che è difficile verificare visto che moltissime cose in Iran vengono fatte di nascosto. I numeri però rendono l’idea di quanto sia diffuso il fenomeno, anche tra gli uomini.
Appresa la notizia, sono partiti i commenti, anche ironici, soprattutto online. C’è chi avvisa che, se va avanti così, la tv iraniana resterà senza attori, visto che tutti fanno la plastica. E non è un segreto per nessuno che il boom della chirurgia estetica è inarrestabile tra i giovani (circa il 65 per cento della popolazione ha meno di 35 anni), i quali, oltre che il naso, si fanno rifare labbra, mento, zigomi, seno, pettorali, mentre le ragazze non rinunciano alla ricostruzione dell’imene.