Luciano Mondellini, Milano Finanza 18/7/2014, 18 luglio 2014
STAVOLTA FIAT PUÒ SORRIDERE IN UE
I fatti sono che in conclusione di giornata ieri il titolo Fiat ha guadagnato 1,4% a 7,7 euro in borsa e che, secondo i dati diffusi dall’Acea (l’associazione europea dei costruttori), il Lingotto ha, dopo svariati mesi, fatto meglio della media del mercato nelle immatricolazioni su scala continentale.
La società torinese ha infatti venduto oltre 74mila nuove vetture in Europa in giugno, registrando un dato in crescita del 6,9% nei confronti di quanto registrato dallo stesso Lingotto nello stesso mese 2013. Soprattutto però la Fiat ha superato il risultato medio continentale, che ha registrato una crescita delle immatricolazioni a 1,23 milioni di nuovi veicoli. In questo contesto Fiat ha così potuto incrementare, seppure leggermente, la sua quota di mercato in Europa salendo dal 5,9% del 2013 all’attuale 6%.
Tutto questo però si è realizzato in una giornata movimentata per la casa torinese. In mattinata, infatti, un’indiscrezione della rivista tedesca Manager Magazin, ha sostenuto che Ferdinand Piëch, presidente del consiglio di sorveglianza di Volkswagen, avrebbe avuto nelle settimane scorse contatti con John Elkann e altri componenti la famiglia torinese manifestando loro l’interesse del colosso tedesco per un’acquisizione totale o parziale di Fiat Chrysler. Secondo la rivista, Volkswagen sarebbe interessata soprattutto a Chrysler, in quanto la rete di distribuzione negli Stati Uniti della casa di Auburn Hills sarebbe vista come una soluzione dei problemi del colosso di Wolfsburg in Nord America, dove Volkswagen non riesce a sfondare come vorrebbe.
Secondo la stessa ricostruzione, la dinastia Agnelli sarebbe di fatto uscita dal settore auto concentrandosi solamente su Ferrari.
L’indiscrezione in mattinata ha messo le ali al titolo del Lingotto, che nel giro di poche ore è cresciuto sino a toccare un aumento del 3,5% prima che le smentite congiunte di Volkswagen, Fiat e della controllante Exor iniziassero a sgonfiare le valutazioni. «Fiat dichiara di non aver intrattenuto discussioni con Volkswagen in merito ad una possibile fusione», ha fatto sapere una nota del Lingotto, replicando di fatto quanto detto, ugualmente in via ufficiale, da Exor e Volkswagen. Insomma, una piccola tempesta in un bicchier d’acqua, anche se, come ha fatto notare un operatore, il fatto che dalla Germania giungano indiscrezioni di questo tipo lasciano intravedere come il Lingotto sia tuttora visto come una preda in alcuni ambienti industriali tedeschi.
Se si osserva invece nel dettaglio la dinamica delle immatricolazioni nel Vecchio continente, il dato di giugno in termini generali non deve far sorridere più di tanto.
L’Acea, infatti, ha spiegato che giugno 2014, sebbene abbia fatto segnare un aumento rispetto allo stesso mese del 2013, si è rivelato il secondo peggior mese di giugno dal 2003, cioè da quando sono iniziate le rilevazioni.
In questo contesto Volkswagen si è confermata leader del mercato europeo in virtù di una crescita delle immatricolazioni mensili del 2,5% a 295.271. Il colosso di Wolfsburg è calato leggermente in termini di quota di mercato, dal 24,4 al 24%, ma pur sempre la situazione è che quasi un europeo su quattro compra una nuova auto da Volkswagen. Nello stesso tempo è continuato l’exploit di Renault, che con il marchio omonimo e il brand Dacia è stata capace di mettere a segno un +23,5% a 143.762 unità.
La Fiat, invece, ha potuto sfruttare la buona ripresa del mercato italiano in giugno (settore a +3,8%). Nel dettaglio le immatricolazioni del Lingotto sono salite del 3,1% in Italia e aumentate in Germania (+14,1% in un mercato in calo dell’1,9%), in Francia (+1,2%), nel Regno Unito (+16,2%) e soprattutto in Spagna, dove in un mercato che ha registrato una crescita delle vendite del 23,8% Fiat Chrysler ha aumentato le immatricolazioni del 55,8%. Nei primi sei mesi del 2014 Fiat Chrysler ha così immatricolato quasi 420 mila vetture, in crescita del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2013, ma la quota è scesa al 6,1% a fronte del 6,4% del 2013.