Sergio Canciani, Il Messaggero 18/7/2014, 18 luglio 2014
LA CATASTROFE ANNUNCIATA DI UNA GUERRA SENZA CONTROLLO
L’ANALISI
ROMA Una criminale provocazione mentre al suolo i cessate il fuoco non hanno alcun effetto, un errore delle contrapposte difese aeree o un eccesso di zelo di un ufficiale della missilistica? Le accuse sono reciproche, e la catastrofe ha immediatamente assunto una dimensione diplomatica con un immediato contatto tra Putin e Obama che attorno al molto ambiguo e molto controverso dossier Ucraina hanno ridotto al minimo le relazioni, tornate gelide e improntate a diffidenza con accuse di reciproca ingerenza in uno spazio geo-strategico ad alto voltaggio.
ACCUSE INCROCIATE
Il 777-200 Malaysian sulla rotta Amsterdam-Kuala Lumpur era sparito dai radar del controllo aereo di Kiev mentre volava a 10 mila metri di quota, sulla verticale del distretto di Shakhtarsk, uno dei punti roventi della rivolta filorussa che infiamma l’Ucraina dell’Est. I resti del grosso aereo sono precipitati su un periplo di 15 chilometri. Nessuna delle quasi trecento persone a bordo poteva salvarsi. Finora Mosca non evoca l’ ipotesi di attentato, sebbene in passato alcune catastrofi nel cielo accadute all’interno dello spazio aereo ex sovietico erano state attribuite ad attacchi suicidi dei fondamentalisti.
Ma non solo. A lungo gli ambienti più antirussi di Varsavia hanno cercato di attribuire agli 007 di Mosca la responsabilità della caduta del Tupolev polacco con a bordo l’allora presidente Lech Kaczynski e tutto il suo entourage che erano diretti ad una cerimonia in ricordo delle vittime trucidate nel 1941 dalla polizia politica di Stalin nella vicina foresta di Katyn. Una successiva inchiesta congiunta aveva stabilito che si trattò di un errore del comandante che aveva sottovalutato le condizioni di visibilità nella fase di avvicinamento alla pista.
Sebbene con reciproche e feroci accuse sia Mosca sia Kiev ammettono che è stato un missile a polverizzare il 777-200. Non ordigno a breve raggio come quelli progettati per fermare colonne corazzate o colonne di trasporti.
DIFESA STRATEGICA
Bensì un missile per la difesa strategica ad alta quota capace di “illuminare” con radar a lunga portata e colpire obiettivi fino a 13 mila metri di altitudine, la quota di crociera dei bombardieri nucleari.
Si tratterebbe di un missile della classe Buk, in codice Nato SA-11 “Gadfly” (Tafano), trasportato da lanciatori quadrupli montati su piattaforme cingolate. Secondo i comandanti ucraini nelle scorse settimane i russi avrebbero avvicinato simili postazioni a ridosso della frontiera con i territori dei secessionisti che però negano di possedere simili ordigni. Benché anche l’Ucraina abbia ereditato dall’ex Urss sistemi Buk, i ribelli affermano che l’ aereo malese sia stato abbattuto da un caccia coi colori di Kiev per scatenare un colossale incidente internazionale riversando ogni colpa su Mosca.
Da molto tempo l’Ucraina è devastata da una guerra civile tra estremisti pronti a tutto mentre i vecchi (e anche nuovi) ma sempre letali arsenali sembrano sempre più a loro portata. Non ci vogliono molti dollari per corrompere le sentinelle e i loro ufficiali. Quando bruciava la Jugoslavia scattò la “no fly zone”. Nessun volo di linea era consentito se non quelli umanitari che pure rappresentavano un altissimo rischio. Infatti, con un tocco di superstizione, erano chiamati “Maybe Airlines”.