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 2014  luglio 18 Venerdì calendario

SIAMO TUTTI PATRIOTI, COI SOLDI DEGLI ALTRI

Dio ce li ha dati e guai a chi li tocca. Da quando Napoleone disse questa frase incoronandosi Re d’Italia nel 1805, molti figli dell’Italia unitaria l’hanno adattata alle contingenze del momento. Questa volta lo facciamo noi adattandolo alla grande imprenditoria italiana. Quella che fa notizia, che controlla giornali e che in genere fa lezione di morale e di “best practice”.
Nelle ultime settimane due campioni della nostra corona nazionale hanno dato il meglio di loro stessi. Il primo è Marco Tronchetti Pro-vera, da sempre al vertice della Pirelli con poche azioni, molte relazioni e molti debiti. Questo campione nazionale che poco più di un anno fa rimise sul groppone di una grande società industriale come la Pirelli il macigno di Prelios, la nota società di “real estate” trasformando un credito in capitale di rischio, ne ha fatta un’altra delle sue.
L’ultimo accordo fatto sulla Camfin spa, azionista di riferimento della Pirelli, aveva previsto che il suo controllo fosse messo nelle mani di una new-co, la Lauro61, partecipata dalle due maggiori banche, Intesa Sanpaolo e Unicredit, oltre che dal Fondo Clessidra e dallo stesso Tronchetti. Corollario di questo accordo era l’addio di Tronchetti Provera dalla tolda di comando della Pirell dopo quattro anni. Il nostro, nello spazio di dodici mesi, ha smontato l’accordo facendone un altro. Ha fatto comprare ai russi della Rosneft dell’amico di Vladimir Putin, Igor Ivanovich Sechin, poco meno del 50 per cento di Lauro61. Così che, a cascata, i russi controllano Camfin e quindi Pirelli.
Due le condizioni poste dai russi. La prima è che Tronchetti sia a vita la guida di Pirelli, la seconda è che Camfin si togliesse dai cosiddetti la partecipazione in Prelios i cui conti veri nessuno e men che meno il mercato riesce a sapere, non conoscendo la condizione finanziaria dei veicoli che gestiscono asset immobiliari per svariati miliardi.
Il mago Tronchetti ha subito obbedito scindendo la Camfin e collocando in una new-co chiamata Coinv la partecipazione di Prelios. Russi sì, ma stupidi no. E così adesso un altro dei nostri maggiori brand industriali del paese è sotto il controllo dei russi senza che una voce sia dal sen fuggita al governo al Parlamento e all’informazione.
L’altro campione è Carlo De Benedetti. La Cir di De Benedetti (dei figli, lui non ha più quote) controllava Sorgenia presente nel settore energetico con centrali di vario tipo e con oltre 500 mila clienti sul piano nazionale. In pochi anni Sorgenia ha fatto un buco di quasi 2 miliardi di euro e poichè resta sempre valido il detto popolare che se hai un debito piccolo il problema è tuo, se ne hai uno grande il problema è delle banche, Cir è uscito da Sorgenia (è rimasto con il 2 per cento) lasciando la società in mano alle banche che hanno trasformato 400 milioni di crediti in capitale di rischio e hanno dato nuova finanza per 200 milioni. Naturalmente c’è una piccola postilla. La nuova proprietà invece di verificare possibili azioni di responsabilità verso i precedenti amministratori, ha regalato un earn-out al piccolo azionista Cir che avrà diritto ad un 15 per cento di un utile futuro se un giorno questo si realizzerà con la vendita della società. Direte voi che questa è utopia. Può darsi, ma, come si dice, basta il pensiero.