Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  luglio 18 Venerdì calendario

DA USTICA AL MAR NERO, LA LUNGA SCIA DI SANGUE NEI CIELI


LE TRAGEDIE
NEW YORK Sin dalla nascita dell’aviazione civile, ci sono stati casi di aerei di linea abbattuti da missili o altri aerei militari. Noi italiani non abbiamo ancora chiarito con soddisfazione di tutti quale sia stata la sorte del volo Itavia 870, caduto vicino a Ustica il 27 giugno del 1980. Altri Paesi sono riusciti a chiarire meglio cosa abbia disintegrato le vite dei loro innocenti connazionali.
Gli anni 70 furono tragici da questo punto di vista: a parte i dirottamenti e le bombe, quattro aerei furono distrutti da azioni militari. Nel 1973 toccò a un Boeing 727 della Lybian Airlines, che per un guasto degli strumenti di bordo e il maltempo era finito in territorio israeliano. Affiancato da due aerei militari, il pilota si rifiutò di atterrare, e venne abbattuto. Solo 5 dei 113 passeggeri sopravvissero.
Due voli della Air Rhodesia vennero abbattuti dai ribelli fra l’autunno del 1978 e l’inizio del 1979.
I MILITARI
Nell’aprile del 1978, avvenne anche il primo degli incidenti fra la Korean Airline e i militari dell’Unione Sovietica: Mosca abbattè il volo 902 perché sconfinato in territorio sovietico. Solo due passeggeri persero la vita allora perché il pilota riuscì a atterrare su un lago ghiacciato. Molto più tragico fu l’incidente del 1983: eravamo in piena guerra fredda quando l’Unione Sovietica abbattè il volo 007 della Korean Airlines con 269 passeggeri. Il jumbo era stato scambiato per un aereo militare statunitense, per una "provocazione" Usa. Il pilota coreano era effettivamente finito in territorio sovietico, e solo otto anni più tardi, alla caduta dell’Unione Sovietica, la scatola nera confermò che c’era stato un suo errore di calcolo.
L’abbattimento del Kal007 infiammò vieppiù i sentimenti antosovietici del presidente Ronald Reagan. Tuttavia fu proprio Reagan ad aprire da quel momento a tutto il mondo il sistema di geolocalizzazione, allora segretissimo e riservato ai militari Usa: si trattava di quel GNSS che oggi conosciamo come GPS.
GOLFO PERSICO
Gli Stati Uniti non sono però esenti da vergogna: forse più grave di tutti fu l’abbattimento nel 1988 di un volo di linea civile iraniano, nel Golfo Persico. La Marina militare Usa proteggeva allora le petroliere del Kuwait che venivano attaccate dagli iraniani. In questo teatro di estrema tensione, il comandante dell’incrociatore Vincennes scambiò l’Iran Air 655 per un volo militare ve lo fece abbattere da due missili terra-aria. Tutti a bordo perirono, incluso 66 bambini. Ancora oggi Washington non ha chiesto scusa per l’errore, anche se ha pagato 62 milioni di dollari di risarcimento alle famiglie distrutte. Nel 2001, furono gli ucraini ad abbattere per sbaglio un aereo civile, durante esercitazioni militari. Un missile S-200 colpì un aereo civile russo sul Mar Nero. Tutti i 78 passeggeri morirono. E Kiev impiegò otto giorni a riconoscere che era stato un errore dei suoi soldati.