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 2014  luglio 18 Venerdì calendario

Un aereo della Malaysia Airlines precipita al confine tra Russia e Ucraina • Israele inizia l’attacco di terra nella Striscia di Gaza • In arrivo tagli alle forze dell’ordine • Si indaga sulla serie tv Gomorra • Gli oggetti spariti dall’Eliseo Boeing Mentre sorvolava il confine tra Ucraina e Russia è precipitato un boeing 777 della Malaysia Airlines, volo MH17 proveniente da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur

Un aereo della Malaysia Airlines precipita al confine tra Russia e Ucraina • Israele inizia l’attacco di terra nella Striscia di Gaza • In arrivo tagli alle forze dell’ordine • Si indaga sulla serie tv Gomorra • Gli oggetti spariti dall’Eliseo Boeing Mentre sorvolava il confine tra Ucraina e Russia è precipitato un boeing 777 della Malaysia Airlines, volo MH17 proveniente da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur. Tutti morti i 298 passeggeri: 154 olandesi, 27 australiani, 23 malesi, una ventina di americani, 9 britannici. Secondo i soccorritori, tra i corpi ritrovati ci sarebbero decine di bambini. Incerta la dinamica dell’incidente. Un contadino ha detto di aver sentito un forte boato e di aver visto l’aereo schiantarsi al suolo e spezzarsi in due. Secondo gli ucraini sono stati i filorussi: uno dei loro comandanti, Igor Strelkov, diciassette minuti minuti dopo che l’aereo era scomparso dai radar, si è vantato su Facebook: «Nella zona di Thorez hanno appena abbattuto un Antonov 26. Li avevamo avvisati di non volare nei nostri cieli». Thorez è a una decina di chilometri da Grabovo, dove l’aereo è caduto. Da una fonte della Rosaviatsiya, l’ente russo del trasporto aereo, arriva invece un’altra spiegazione, che indicherebbe come colpevoli gli ucraini di Kiev. Quasi nello stesso tempo era in volo non lontano da quella zona l’aereo di Stato che riportava il presidente Vladimir Putin dal Brasile. L’apparecchio, un Ilyushin 96, reca sulla fusoliera una striscia orizzontale con i colori della bandiera russa, bianco, blu e rosso. Una livrea molto simile a quella dei jet Malaysia che hanno una striscia rossa e blu su fondo bianco e grigio. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno] Scenari Gli scenari secondo Guido Olimpio, sul CdS: «Il Boeing 777 potrebbe essere stato abbattuto da un missile terra-aria di fabbricazione russa “Buk”. Parliamo di un’arma che può raggiungere un bersaglio a 14 mila metri. Il sistema è in dotazione all’esercito ucraino ma due settimane fa i ribelli avevano annunciato di averne catturato uno. (…)Il sistema comprende un’unità con i missili, il radar di ricerca e la stazione comando, ma non ci sono prove che i ribelli pro Mosca abbiano catturato l’intero apparato. Inoltre per usarli serve personale addestrato: «volontari» russi hanno colmato il vuoto nel campo amico? Gli insorti insistono: siamo in possesso solo di missili portatili (Manpad) che hanno un raggio d’azione di 3/4 mila metri. Con queste armi, nei giorni scorsi, hanno abbattuto diversi caccia e cargo ucraini. In base a questi elementi — incerti — possiamo passare alle ipotesi: 1) Errore dei filo-russi convinti di tirare su un velivolo nemico. Uno sbaglio determinato dalla difficoltà nel maneggiare i Buk. 2) Nelle vicinanze del Boeing c’era un aereo militare che ha tratto in inganno chi ha sparato. 3) Sono stati i governativi ucraini. In questo «disegno» c’è spazio anche per la storia - già smentita - sulla presenza sulla stessa rotta del jet con a bordo Vladimir Putin». Oppure l’aereo è finito in mezzo a una battaglia tra caccia: «Un missile centra accidentalmente il jet carico di passeggeri. Nei giorni scorsi erano circolate voci che riportavano possibili scontri tra le due aviazioni. Le ipotesi: 1) C’è un combattimento e il 777 viene coinvolto. 2) Uno dei caccia cerca di nascondersi al nemico usando il Boeing come ombra, il missile finisce sul bersaglio più grosso. 3) Errore diretto del pilota militare». Altra ipotesi: l’esplosione in volo. Malaysia Airlines La Malaysia Airlines, la compagnia di bandiera che l’8 marzo aveva perso (e non ha ancora trovato) un velivolo con a bordo 239 persone (due terzi cinesi) partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino. Dopo la scomparsa del volo 370 la compagnia già in difficoltà economiche (perdite per 260 milioni di euro nel 2013) ha visto un ulteriore peggioramento dei conti. A marzo il traffico con la Cina (primo partner commerciale della Malaysia) è calato del 60%. Dall’inizio dell’anno il titolo in Borsa è calato del 40%. A maggio alcuni analisti mettevano addirittura in dubbio le possibilità di sopravvivenza di una delle poche compagnie a 5 stelle del mondo, con 76 anni di storia e una proprietà al 70% statale. Foto La foto dell’aereo precipitato ieri postata su Facebook da un turista olandese all’aeroporto di Amsterdam, prima della partenza: «Se sparisce, sapete com’è fatto». Striscia di Gaza Dopo 11 giorni di bombardamenti, Israele ha avviato ieri sera un’operazione militare di terra nella Striscia di Gaza, allo scopo di colpire i tunnel sotterranei di Hamas che portano nel territorio dello Stato ebraico. L’incursione della notte sembra essere limitata: l’obiettivo dell’esercito è quello di distruggere i tunnel scavati da Hamas per riuscire a infiltrare i miliziani dentro a Israele ed eliminare le batterie di lancio per i missili che l’aviazione non è riuscita a centrare in questi dieci giorni. «L’obiettivo dell’offensiva non è abbattere il governo di Hamas», recita un comunicato di Tsahal, ma «infliggere un colpo significativo alle infrastrutture terroristiche». La mattinata di ieri, con la tregua umanitaria mediata dalle Nazioni Unite, aveva concesso una boccata d’ossigeno dopo dieci giorni di bombardamenti. In mattinata una dozzina di giovanissimi miliziani di Hamas aveva cercato di entrare in Israele attraverso un tunnel, ma era stata respinta, e il tunnel fatto crollare. L’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha denunciato ieri di aver scovato venti razzi in una delle sue scuole. L’intelligence israeliana accusa Hamas di usare le strutture civili come basi militari. Le trattative per ritornare alla calma stabilita dopo il conflitto del novembre 2012 vanno avanti. Abu Mazen, il presidente palestinese, ha incontrato al Cairo Abdel Fattah al Sisi: insieme stanno cercando una soluzione che permetta ad Hamas di proclamare di aver ottenuto delle concessioni. Tagli Per le forze dell’ordine è in arrivo un piano di tagli e risparmi da 1,5 miliardi di euro. Il governo ha intenzione di confermare il blocco del turn over al 55% almeno fino al 2015. Attualmente la polizia può contarle su 95mila unità, 105mila sono i carabinieri e poco meno di 60mila i finanzieri. Con il blocco delle assunzioni al 55% si può assumere una persona ogni due che vanno via. Come più volte denunciato dal Sap, il sindacato autonomo, «in polizia i concorsi sono bloccati da anni e nel 2016 avremo un organico di 87mila unità ma soprattutto un’età media di 47 anni». Vuol dire che nel 2020 ci saranno 80mila persone in meno, sommando ai 35mila poliziotti in uscita, 30mila carabinieri e 15mila finanzieri. E soprattutto salirà a 53 anni l’età media del personale in servizio. Sul tavolo del governo rimane l’elenco degli oltre 300 uffici che saranno chiusi e di quelli accorpati prevedendo di «eliminare le sovrapposizioni» dunque di razionalizzare la presenza sul territorio di polizia e carabinieri. Un riordino che comunque garantirà un risparmio di poco superiore ai 60 milioni di euro e dunque di gran lunga insufficiente rispetto alle aspettative di palazzo Chigi. Villa Si indaga sulla serie tv Gomorra andata in onda su Sky. La casa di produzione Cattleya aveva affittato la villa del boss Francesco Gallo come set: era costata alla produzione 30mila euro da saldare in 5 tranche. La prima fu versata al boss il 18 marzo di un anno fa. Il mese dopo il capoclan finì in cella, la villa fu sequestrata ma il contratto restò in essere: la rimanenza dei soldi doveva essere pagata all’amministratore giudiziario nominato dal giudice. L’indagine dell’Antimafia ieri ha portato all’arresto dei genitori del boss, accusati, insieme al mafioso già in carcere, di aver costretto la produzione a pagare un’altra rata ritirandosi, poi, dopo una trattativa con tre manager di Cattleya: Gennaro Aquino, Gianluca Arcopinto e Matteo De Laurentis. Eliseo Dall’Eliseo e dagli altri palazzi della presidenza francese sono sparite centinaia di oggetti: 32 opere prestate dai musei statali e 625 mobili (su un totale di 5.616) provenienti dal Mobilier National, l’organismo pubblico che custodisce tutto il mobilio appartenente allo Stato da diversi secoli. Secondo la Corte dei conti, nel suo ultimo rapporto sui bilanci dell’Eliseo, tutti quegli oggetti sono «non visti». Cioè nessuno sa dove siano o che fine abbiano fatto. Il Mobilier National è un organismo ereditato dalla monarchia: era il deposito dei mobili del re e nell’Ottocento è diventato il deposito della repubblica. Possiede di tutto, dai mobili ai soprammobili alle tappezzerie: tutte le istituzioni pubbliche possono chiedere quel che vogliono per ammobiliare i loro uffici. È facile capire come gli oggetti a un certo punto spariscano (solo lo 0,1% viene rubato). Un esempio fatto da Libération è paradigmatico: una statuetta prestata al ministero della Pubblica istruzione nel 1940 è stata ritrovata in un armadio nel 2012 (Martinotti, Rep).