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 2014  luglio 18 Venerdì calendario

FARE DA SOLA MARE NOSTRUM ALL’ITALIA COSTA UN MILIARDO


Nei primi cinque mesi dell’anno l’Italia ha pagato oltre 800 milioni di euro in più rispetto alle previsioni per l’eccezionale afflusso di migranti sulle coste italiane. E in attesa di trattative con l’Unione europea almeno per un rimborso parziale dei costi dell’operazione Mare nostrum, il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan ha stanziato una somma extra di 260 milioni di euro che in parte sarà utilizzata per gestire l’emergenza sbarchi e in parte sarà legata ai costi di accoglienza per chi richiede asilo all’Italia (e sono gran parte dei migranti che oggi provengono dalla Siria). L’immigrazione extra quindi costerà di sicuro all’Italia almeno un miliardo di euro in questo 2014, complicando non poco le previsioni di finanza pubblica, perchè la cifra non era calcolata nei tendenziali. La sorpresa viene dal disegno di legge di assestamento del bilancio 2014 appena depositato dal ministero dell’Economia alla Camera dei deputati. Da lì emerge come la spesa abbia sfondato fino al 31 maggio scorso soprattutto su alcune voci. “Aumentano”, annuncia Padoan, “le spese correnti al netto degli interessi (+855 milioni di euro) e quelle in conto capitale per 435 milioni di euro, di cui 351 milioni si riferiscono al controvalore della quota di utili della Banca di Italia (corrispondentemente iscritta in entrata) relativa agli interessi attivi versati dalla Grecia per il rimborso dei prestiti concessi per la salvaguardia dell’euro, da retrocedere alla stessa Grecia in relazione alle clausole dell’accordo sottoscritto a livello europeo”. Ed è proprio quegli 855 milioni di euro extra che sono dovuti quasi tutti al costo degli immigrati: “Per le spese correnti primarie”, continua Padoan, “il citato incremento è principalmente riferito alle risorse da destinare al sistema di accoglienza delle persone richiedenti asilo e all’eccezionale afflusso di migranti (operazione « Mare nostrum»)...”.
Nel disegno di legge di assestamento l’Economia sulla base dell’andamento die primi cinque mesi dell’anno propone anche le variazioni di stanziamento per la seconda parte dell’anno. E anche in questo caso la questione immigrati diventa preponderante: “Tra le variazioni positive sulla spesa”, spiega ancora Padoan, “si segnalano quelle concernenti: i trasferimenti correnti a famiglie e istituzioni sociali private (+281 milioni di euro) per risorse destinate al sistema di accoglienza delle persone richiedenti asilo (+200 milioni di euro), mentre per le istituzioni sociali private si tratta di somme destinate al finanziamento degli istituti di patronato e di assistenza sociale, per 115 milioni di euro; i consumi intermedi per 428 milioni di euro, di cui 110 milioni per il funzionamento delle istituzioni scolastiche LSU, 60 milioni riguardanti le spese connesse all’emergenza umanitaria determinatasi nel Canale di Sicilia a seguito dell’eccezionale afflusso di migranti (operazione «Mare nostrum »)”.
Per fortuna diminuiscono le spese per interessi: “un decremento totale di 3.904 milioni di euro, conseguente ad una previsione più aggiornata, rispetto a quella iniziale, della dinamica dei tassi di interesse sui titoli di Stato (BOT, CTZ e CCT), con conseguente riduzione della spesa per interessi per 2.500 milioni di euro, e ad una riduzione di interessi sui conti correnti di tesoreria per 1.400 milioni di euro”. Quanto alle entrate, nonostante il bonus da 80 euro, gli italiani pagheranno 1,2 miliardi in più di Irpef dell’anno precedente, mentre l’Iva anche grazie alla stagnazione scenderà di 3 miliardi. Diminuiranno anche gli incassi dall’imposta sulle transazioni finanziarie (-229 milioni di euro nell’anno). Altre variazioni segnalate sul fronte delle entrate vengono “dall’accisa sui prodotti energetici (+275 milioni), dall’accisa sul gas naturale (+318 milioni), dall’imposta sull’energia elettrica (-367 milioni), dalle accise sui tabacchi e sui prodotti da fumo (-430 milioni) e dai proventi derivanti dai giochi (-288 milioni)”.