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 2014  luglio 18 Venerdì calendario

LE VEGLIE CONTADINE E LE PAROLE DI VASCO

«Io sono veramente un’anomalia… perché non sono nato come un fenomeno discografico o televisivo, ma sono nato come fenomeno live… ed è per questo che dal vivo non ce n’è per nessuno, proprio per nessuno proprio…». Vasco è Vasco, non si discute. Quando parla di sé – la voce terragna fatica a uscire, la lingua gli si appiccica al palato – sembra che le sue parole vengano da lontano, da veglie contadine, consunte più dalle sigarette che dall’uso: «Il concerto è come fare l’amore con 50 mila persone».
«Ogni volta Vasco» è un viaggio in cinque puntate per descrivere il lavoro e la personalità della più grande rock star italiana. Lo hanno trascritto Barbara Frigerio e Alessandra Torre, la regia è di Giuseppe Domingo Romano (Sky Arte, mercoledì, ore 21.10, cadenza mensile).
Vasco e i suoi principali collaboratori sono giunti a quella fase della vita in cui si possono anche tirare alcune somme, non tutte, ma alcune sì, anche se è bello continuare ad ammantarle di mistero: «Cosa si prova prima di salire sul palco?». Vasco non ha dubbi: «È un’atmosfera che non si può spiegare. Ho un rapporto viscerale con il pubblico, è una grande magia».
Tornano alla mente le parole di Pier Vittorio Tondelli: «In anni in cui tutto stava andando verso la normalizzazione, il carrierismo, il perbenismo, Vasco, con la sua faccia da contadino, la sua andatura da montanaro, la sua voce sguaiata da fumatore, il suo sguardo sempre un po’ perso, diventava l’idolo di una diversità, di un farsi i fatti propri, di un non volersi irreggimentare che trovarono pronta e osannante una moltitudine di ragazzini».
La moltitudine, intanto, è cresciuta come numero e come età. A Zocca, ancora oggi, quarantenni e cinquantenni vanno in pellegrinaggio, salutano la mamma del Blasco come fosse «Medicina languentium», scrivono frasi sui muri di cinta, si sentono popolo di fedeli: una vita non proprio spericolata.