Monica Colombo, Corriere della Sera 18/7/2014, 18 luglio 2014
IL GRAN RIFIUTO DEL GIOVANE SCUFFET
Come rifiutare la squadra trionfatrice nella Liga nonché vicecampione d’Europa e vivere sereni (a Remanzacco, hinterland di Udine). Simone Scuffet, il portiere rivelazione dell’ultimo campionato, divenuto insieme a Totò Di Natale uno dei due giocatori-simbolo dell’Udinese, ha preferito, per la seconda volta in sei mesi, restare nel nido friulano invece che spiccare il volo verso i grandi palcoscenici.
A gennaio, il cellulare di Gino Pozzo squillò. Era Adriano Galliani che, sentendosi in debito di riconoscenza verso Pippo Inzaghi — trattenuto sulla panchina della Primavera del Milan, nonostante la corte del Sassuolo — si mise al lavoro per procurargli un portiere. La scelta ricadde su Scuffet, non ancora esploso in serie A. In breve tempo i due dirigenti trovarono l’accordo: 1 milione per la comproprietà del 17enne. Tutto fatto, finché non intervenne a gamba tesa la famiglia del ragazzo, che frequentava il quarto anno dell’istituto commerciale. «Meglio che finisca la scuola qui, ha delle lacune in economia» si scusò la signora Donatella. Amen. L’affare sfumò, e da Inzaghi arrivò Stefano Gori del Brescia.
Dopo uno straordinario girone di ritorno, Scuffet — che ha rinnovato il mese scorso il contratto con i friulani fino al 2019, portando il suo ingaggio a 300 mila euro — è finito nel mirino di parecchi club. Alzi la mano chi non vorrebbe giocare nella squadra che si è messa alle spalle il Barcellona di Messi e il Real Madrid di Cristiano Ronaldo. Donatella Visintini, cioè la mamma del giocatore, l’ha sollevata. L’Atletico Madrid (che poi avrebbe girato in prestito il giocatore al Granada o al Getafe) aveva già trovato l’accordo con l’Udinese per una cifra vicina ai 9 milioni di euro, più 2 di bonus. Il ragazzino avrebbe firmato un contratto quinquennale di 900 mila euro annui. Sembrava tutto fatto, poi il nuovo consiglio di famiglia. Simone, papà Fabrizio, mamma Donatella e il procuratore Claudio Vagheggi. Che alla fine annuncia: «Simone resta a Udine, vogliamo una crescita progressiva e graduale. La proposta dell’Atletico Madrid era interessante, ma il posto migliore per crescere è l’Udinese, un ambiente professionale ma allo stesso tempo a lui familiare». Simone è in ritiro tra i monti ad Arta Terme con la squadra e si concentra sulla stagione in arrivo. La mamma che la scorsa settimana confessava le proprie ansie («spero che Simone non vada in Spagna: sarà l’anno della maturità. Meglio che concluda gli studi a Udine») risponde diffidente al telefono, chiedendo di essere lasciata in pace.
Il calcio italiano — che trattiene un talento — è in festa, la famiglia Pozzo meno. Il dilemma resta: meglio incassare 4,5 milioni di euro in cinque anni o prendere 100 centesimi alla maturità? (Andrebbe ri-chiesto a Scuffet fra qualche tempo).
Monica Colombo