Francesco Ceniti, La Gazzetta dello Sport 17/7/2014, 17 luglio 2014
RIZZOLI: «MARACANA’ UNICO»
«Questa casa è il mio orgoglio: l’ho curata nei minimi dettagli. E riabbracciarla dopo 46 giorni è stato bellissimo». Nicola Rizzoli non è rientrato da solo, ha varcato la soglia di un appartamento bello e particolare (si vede la mano dell’architetto) con un pallone preso a calci dai più bravi al mondo: troverà posto accanto ai «colleghi» portati a Bologna dopo le finali di Europa League e Champions. E pensare che in questi giorni gira sul web un filmato dove il fischietto Mondiale afferma: «Non capisco che gusto ci sia a fare l’arbitro». La scena è tratta da un docufilm sull’ultimo scudetto del Bologna, nel quale Rizzoli interpreta un tifoso rossoblù che commenta al bar la designazione dello spareggio con l’Inter del 1964.
Dopo la notte di Rio crediamo che il gusto si capisca...
«Le assicuro che fare l’arbitro è una passione infinita. La finale Mondiale, indimenticabile, è solo l’ultimo passo di una avventura iniziata 20 anni fa. Ho accettato di fare autoironia perché dall’esterno è difficile capire cosa ci spinge a fischiare invece di giocare: bisogna provarlo. Sono diventato prima arbitro e poi uomo. Ecco perché ho dedicato il mio risultato a tutti i ragazzi che stanno iniziando: non vi pentirete della scelta».
Dica la verità, ci credeva nella finale?
«No, speravo in una semifinale. Obiettivo più realistico: un europeo aveva diretto nel 2010 e la logica dell’alternanza tra confederazioni una prassi dal 1990».
Come l’ha saputo?
«Venerdì dopo l’allenamento hanno convocato tutte le terne rimaste a Rio. Ero seduto accanto a Irmatov e Proença, quando stavano per annunciare l’arbitro della finale li ho guardati per carpirne la gioia. Il membro argentino della Fifa fa “Rissoli”, come se fosse bolognese. Non ho realizzato subito, poi Andrea (Stefani, uno dei 2 assistenti, ndr) mi ha dato un pugno sulla gamba che quasi m’infortuna. Dal dolore ho capito che toccava a noi».
Parla al plurale perché siete una squadra anche voi...
«Certo, senza assistenti all’altezza non vai da nessuna parte. E loro sono i migliori. La scuola italiana è un vanto nonostante le critiche interne. Basta andare all’estero per capire come siamo rispettati. Purtroppo in Italia va di moda la dietrologia e manca la cultura sportiva».
In Argentina volevano il rigore su Higuain .
«Ho sbagliato a dare punizione alla Germania. Non era nulla. Perché rigore? Neuer va sul pallone in anticipo sull’attaccante».
Aguero non era da secondo giallo?
«Non ho rivisto l’episodio: in diretta l’ho giudicato involontario e per questo non meritevole dell’ammonizione. Posso aver sbagliato. Mascherano? C’è stato un doppio intervento su Schweinsteiger e in quei frangenti è importante vedere la reazione dei giocatori. Siamo ai supplementari, la lucidità è al minimo. In una finale corretta come quella di Rio l’arbitro non può diventare protagonista espellendo a raffica».
Le ammonizioni al Mondiale sono crollate: la Fifa vi ha chiesto di stare attenti prima di mostrare un giallo?
«Si è parlato di una gestione più oculata, considerando la brevità di un Mondiale. Si trattava di gestire situazioni al limite senza calpestare il regolamento. I falli tattici, alcune proteste sopra le righe e altre situazioni meritano sempre l’ammonizione. Se non è arrivata è stato un errore».
Torniamo alla finale, qualche curiosità?
«Beh, Kramer poco dopo il colpo subito da Garay è venuto da me chiedendomi: “Arbitro, questa è la finale?”. Pensavo scherzasse, gli ho fatto ripetere la domanda, e lui: “Mi serve sapere se questa è davvero la finale”. Al mio “sì” sbalordito ha concluso: “Grazie, era importante saperlo”. Ho avvisato Schweinsteiger e hanno sostituito Kramer».
E il siparietto con il portiere nigeriano nell’intervallo della sfida con l’Argentina?
«Si avvicina sorridendo e fa: “Ho detto ai miei compagni di non fare più falli vicino all’area. Messi le mette tutte dentro. Lui è un fenomeno e io faccio una figura di... Ci siamo capiti”. Se ci penso, rido ancora».
Lei inquadrato che si aggiusta i capelli è sul web un video virale.
«Ho alzato gli occhi per coincidenza, nessuna vanità».
Spray e tecnologia promossi. E la possibile moviola in campo?
«Lo spray è stato molto utile, così come la tecnologia sul gol non gol. Continuo a pensare che la cosa migliore sia l’integrazione con gli addizionali. Sulla moviola non so, ora è solo un annuncio».
Ripartire dopo la finale Mondiale: obiettivi?
«A fine luglio raduno Sportilia: voglio superare le 200 gare in A. Euro 2016? Vedremo, dovrò sudare per avere il pass: colleghi come Rocchi, Tagliavento e Orsato potevano essere al Mondiale senza problemi. Ritirarmi? Scherziamo, fare l’arbitro è la cosa più bella che ci sia».