Francesco Di Frischia, Corriere della Sera 17/7/2014, 17 luglio 2014
QUELLA FESTA PER POCHI
Bignè di crema al tartufo, polpettine fritte di verdure, fagottini «mozzarella e verdure», carichi di sugo (il cui ricordo è rimasto su cravatte e camicie). Per primo, trofie con melanzane e ricotta salata, insalata russa e paccheri al pesto. E per secondo grigliata di bocconcini di carne, spiedini, salmone, cotolette e formaggio con contorno di insalata. Il tutto annaffiato da prosecco, vino e superalcolici. Alla festa organizzata da Etihad nella panoramica Villa Miani, per celebrare con circa 300 ospiti il volo giornaliero Roma-Abu Dhabi, erano attesi, secondo il comunicato-stampa di Etihad, «rappresentanti di istituzioni governative, operatori del turismo, compagnie aeree partner, agenti di viaggio». Ma alla conta delle hostess emiratine e italiane sono mancati proprio i vip. Non c’era il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi (impegnato in tv), «sostituito» dal capo della segreteria tecnica dell’Economia, Fabrizio Pagani (in prima fila nella trattativa), né il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Mancava Luca di Montezemolo, impegnato all’estero, né tantomeno c’era Matteo Renzi. Tra i tavoli si è visto il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, e una vecchia gloria di Alitalia: l’ex amministratore delegato Giovanni Bisignani, oltre ovviamente al top management attuale, Gabriele Del Torchio e Roberto Colaninno, affiancati tra gli altri da Giancarlo Schisano (vice direttore generale). Una nuova sobrietà sembra aver contagiato politici e personalità, che in altre circostanze non si erano mai negati al flash dei fotografi (e al buffet ). Del resto, dietro i riflettori, la vicenda Alitalia conta pur sempre quasi un migliaio di nuovi disoccupati.