Gisella Ruccia, Il Fatto Quotidiano 17/7/2014, 17 luglio 2014
PANNELLA
& BORDIN, QUASI AMICI –
Voluttuose nuvole di fumo, affilati battibecchi, rumori di accendini inceppati, lapsus a volontà, fragorosi colpi di tosse, duelli a suon di dardi avvelenati e di insulti.
È il canovaccio della rocambolesca conversazione tra Marco Pannella e Massimo Bordin nello storico appuntamento settimanale in onda ogni domenica su Radio Radicale. Nello studio dell’emittente romana, i due allietano gli aficionados con commenti su attualità e politica: ben due ore di fumo accanito, incessante, compulsivo, cadenzati da gustose schermaglie e grotteschi siparietti che fanno inevitabilmente sovvenire Jack Lemmon e Walter Matthau in Due irresistibili brontoloni. Il fattoquoti diano.it ha pubblicato due blob che immortalano Bordin e Pannella nei momenti più significativi della trasmissione. Così, tra broncospasmi, borbottii e interruzioni sparse, si consuma la sapida commedia dei due buffi nemici/amici.
SE L’INCIPIT è solitamente placido e quasi ozioso, la conversazione successivamente prosegue con alcune godibili frecciatine tra i due e svariate gaffe di Pannella, costantemente rimbeccato da Bordin. Poi si arriva all’irresistibile clou pirotecnico, in cui volano urla, ingiurie e parole colorite. A coronare il tutto intervengono alcuni fuori programma, come l’improvviso black-out che non scoraggia Pannella dall’accendere il suo immancabile sigaro e dal proseguire stoicamente il suo fluviale monologo. La situazione deflagra quando Bordin non riesce più a contenere il proprio dissenso dinanzi ad alcune sortite del leader del Partito Radicale, come quando vengono scodellati i dati di ascolto audiovisivo in “miliardi di utenti”. Il giornalista esprime dubbi, Pannella sbotta, Bordin lo invita a licenziarlo, il politico ribatte urlando e sacrosanteggiando.
In un’altra occasione, i due timonieri della trasmissione si scontrano a colpi di scimitarra su un termine economico che Bordin ritiene inesatto. “Io me ne fotto! Tu ti acchiappi una parola e ne fai pretesto per litigare”, tuona Pannella. “Sempre elegante”, replica Bordin, che alla fine è costretto ad arrendersi al tracimante monologo del politico, tornando a titillare la tastiera del suo pc, a fumare il suo sigaro e a borbottare in silenzio.
OGNI TANTO l’ex direttore di Radio Radicale risorge dal suo mesto angolino per correggere Pannella e i suoi frequenti errori. Ad esempio, si analizza il governo Renzi e il politico parla di “ministra della Giustizia”. In un altro momento Pannella elogia un articolo pubblicato questa settimana sulla rivista Il Mondo, che però non è più attiva da febbraio. In un’altra occasione, si sofferma sulle nuove posizioni pro-gay di Vittorio Feltri e lo definisce “erede di Indro Montanelli”, scatenando la contrarietà di Bordin. Ma per fortuna c’è il totem salvifico che mette pace e calma tra i due. E così Pannella ricomincia a succhiare voracemente la sua sigaretta, a tossire e ad ansimare. Bordin torna alla sua fissità iconica tra le solite e confortanti nubi di fumo.