Barry Eichengreen, Il Sole 24 Ore 17/7/2014, 17 luglio 2014
IN SCENA IL GRAND TOUR DEL RENMINBI
Il 18 giugno la China Construction Bank è stata designata prima stanza ufficiale di compensazione per le transazioni in renminbi a Londra. Il giorno seguente, la filiale di Francoforte della Bank of China ha ricevuto la stessa nomina per l’eurozona. Il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne ha definito l’istituzione di una clearing bank a Londra «estremamente importante» per la City. Joachim Nagel della Bundesbank ha definito l’annuncio «una pietra miliare». Ma a noi che cosa ne viene? Banche, aziende e privati possono già acquistare renminbi in cambio di sterline o di euro. Esiste già un’ampia rete di istituzioni finanziarie, locali e a Hong Kong, pronta a fornire il servizio. La differenza è che le due grandi banche cinesi, quando faranno operazioni commerciali a Londra e a Francoforte, potranno acquistare renminbi anche in Cina se i loro clienti esteri lo richiedessero. La Banca del Popolo cinese (Bpc) darà loro una quota a tal fine. Le altre banche, se devono fornire renminbi ai loro clienti, sono limitate dalle quantità dell’offerta fissa che circola offshore facendo lievitare i costi e limitando la domanda dei servizi.
Lasciando che due clearing bank abbiano accesso al renminbi onshore, le autorità cinesi incoraggiano gli scambi diretti in sterline e in euro. Ma Londra e Francoforte sarebbero sconsiderate a fare affidamento su un rapido aumento delle transazioni in renminbi. In una ricerca dell’aprile 2013, la Banca dei regolamenti internazionali ha rilevato che le transazioni renminbi-dollaro arrivavano a 113 miliardi di dollari al giorno, quelle dirette renminbi-euro ammontavano a 1 miliardo e quelle dirette renminbi-sterlina ancora a meno.
Quando gli europei vogliono moneta cinese, usano euro e sterline per acquistare dollari e con i dollari acquistano renminbi. Questo rispecchia la vastità e liquidità del mercato degli asset in dollari, cosa che limita i costi di transazione. La prassi europea rispecchia l’«esorbitante privilegio» del dollaro come unica moneta globale. Probabilmente le autorità cinesi pensano che le cose cambieranno. Se le banche offriranno nuovi asset in renminbi, il mercato attirerà nuovi clienti portando liquidità e riducendo i costi di transazione.
Così la decisione di aprire una stanza di compensazione per le transazioni in renminbi a Londra e Francoforte rappresenta un ulteriore passo da parte della Cina verso la nascita di un sistema monetario composto da diverse divise globali. È un passo avanti verso una maggiore corrispondenza fra la nostra economia globale e multipolare e il suo sistema monetario e finanziario e verso la fine della dipendenza mondiale dal dollaro. Ma mercati vasti e liquidi non si fanno in un giorno. Nel giugno 2013, quando la Bpc ha dato una stretta monetaria, i tassi interbancari cinesi sono balzati a 25 per cento, perciò anche una quota che permetta a una clearing bank offshore di attingere a fondi in Cina non garantisce che quei fondi possano essere ottenuti a un prezzo ragionevole. Se la Cina dovesse avere problemi finanziari, i deflussi di capitale potrebbero accelerare. Le autorità cinesi potrebbero essere costrette a ridurre le quote accordate alla clearing bank. Legittimo chiedersi quanto appetito dimostreranno gli investitori europei nei confronti degli asset in renminbi. In passato, la domanda era alimentata dall’aspettativa che il renminbi avrebbe continuato ad apprezzarsi. Se la crescita cinese rallenta, quell’aspettativa potrebbe venire meno. Con il tempo il renminbi acquisterà un maggior ruolo internazionale. La tecnologia finanziaria del XXI secolo faciliterà le transazioni dirette in diverse monete, eliminando il bisogno e l’abitudine di far passare quasi tutte le transazioni internazionali attraverso il dollaro e questo segnerà la fine dell’«esorbitante privilegio» americano. Ma non adesso, e nemmeno tanto presto.
(Traduzione di Francesca Novajra)