Ugo Bertone, Libero 17/7/2014, 17 luglio 2014
LA GUERRA MONDIALE DI RETI E CONTENUTI
Martedì 8 luglio il board di Time Warner, il colosso della tv e degli studios cinematografici, ha detto no ad una proposta indecente: 80 miliardi di dollari, tanti quanti ne offriva Rupert Murdoch per celebrare le nozze tra la stessa Warner e la sua 21 ̊ Century Fox, il cuore dell’impero dello squalo.
La notizia è esplosa ieri a Wall Street, dopo lo scoop del New York Times facendo scattare la corsa al titolo Time Warner +3%. Insomma, la Borsa dà poca importanza alla smentita, mentre è convinta che la partita, quella vera, è appena cominciata. Anche perché sembra che Google sia interessata a soffiare l’affare a Murdoch.
Giovedì 10 luglio, un report di JP Morgan ha rilanciato l’interesse degli operatori, italiani ma soprattutto internazionali, su Telecom Italia. La novità è che, a differenza delle analisi precedenti (vedi Goldman Sachs) l’attenzione non era legata all’uscita dal Brasile o da qualche sviluppo finanziario, bensì da due novità industriali in arrivo: il consolidamento del settore, in linea con quel che sta avvenendo un po’ovunque (quattro gestori sono troppi in un Paese europeo); la rinascita della telefonia fissa, già data per sepolta, ora in forte ripresa grazie alla diffusione della banda larga che può correre sul filo.
Analisi azzeccata. Ieri la notizia che Goldman Sachs e Deutsche bank hanno ripreso in mano il dossier delle nozze, più volte annunciate, tra Wind e 3, ha avuto l’effetto paradossale di far schizzare alle stelle Telecom Italia che ha registrato in Piazza Affari un incremento superiore al 7 %.
Che nesso può esserci tra l’ennesima battaglia dei giganti a Manhattan con le vicende delle tlc italiane? Nessuna, dal punto di vista causale. Ma entrambe le partite rappresentano altrettanti capitoli di un fenomeno di dimensioni mondiali che promette di cambiare molte cose, dalla fruizione della tv al mondo dei media e dei telefoni. E già le ha cambiate, a giudicare dal commento di Fedele Confalonieri dopo l’ingresso della spagnola Telefonica in Mediaset Premium: «A noi l’ingresso di Telefonica fa comodo: seguendo lo sviluppo tecnologico ha senso avere rapporti con un gruppo telefonico». All’opposto, un gruppo delle tlc presto potrà offrire ai propri clienti molto di più della possibilità di comunicare, bensì i contenuti più pregiati, tipo il calcio, al centro di battaglie miliardarie.
In sostanza, ovunque accelera l’integrazione tra chi possiede i “binari” virtuali, cioè le reti, e chi ha le locomotive cioè i media) più potenti. Una sfida che coinvolge anche i grandi di Internet, odiati dalle tlc che da anni trasportano gratis le varie Google e Facebook e che assume caratteristiche diverse a seconda dei mercati, a seconda che prevalga (caso Usa) il cavo, piuttosto che altri sistemi (vedi il digitale terrestre o il satellitare). Non è difficile individuare l’obiettivo di tutti: offrire agli utenti sistemi chiusi, in
cui l’abbonato potrà comunicare ma anche disporre di contenuti sempre più avanzati o permettere all’utente di comprare, vendere, fare commissioni da casa o dall’ufficio. Molto più difficile capire chi vincerà.
Ma la storia non si ferma. Negli Usa, oltre alle avances di Murdoch, quest’anno si è già assistito all’accordo tra John Malone e Cabel Warner, l’At& t (tlc) è in trattativa con con Direct tv (cavo). E non manca la replica in grande dell’operazione Wind-3, cioè le nozze in vista tra Sprint e T Mobile, troppo piccole da sole per affrontare la sfida. In Brasile, altro terreno di confronto, al centro delle trame c’è Telecom Italia. L’ultimo rumor è che Telefonica sarebbe in procinto di cedere la sua quota nella società italiana per venire incontro al diktat delle autorità brasiliane. In questo modo Tim Brasil potrebbe unirsi in Sud America Gvt (scuderia Vivendi, di cui è presidente Vincent Bolloré, secondo azionista di Mediobanca) creando un gruppo integrato secondo i voleri del presidente Dilma Rousseff che vede di buon occhio la riduzione dei competitors. A quel punto Telecom Italia, già partner industriale di Sky si troverà a concorrere in Italia con la squadra di Mediaset -Telefonica e, magari, Al Jazeera. Ma attenzione. I giochi sono così rapidi che lo scenario potrebbe capovolgersi.