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 2014  luglio 17 Giovedì calendario

TELEFONICA SI RITIRA DA TELECOM CON UN BOND DA 750 MILIONI

Telefonica batte in ritirata da Telecom Italia. Ieri il primo azionista della compagnia ha annunciato l’emissione di un prestito obbligazionario convertendo triennale - rivolto esclusivamente a investitori istituzionali - da 750 milioni di euro, pari a circa il 6% del capitale. Il gruppo guidato da Cesar Alierta oggi ha il 66% di Telco, ovvero il 14,8% del capitale dopo la scissione della holding. Con questa mossa invece si ritroverà con circa l’8% di Telecom, poco al di sotto di quel 10,3% che indirettamente deteneva prima degli accordi con gli altri soci Telco del 24 settembre di un anno fa, quando cioè la sua partecipazione nella holding si limitava, per così dire, al 46%. In Spagna negano si tratti di una ritirata, al limite si tratterebbe di una ritirata strategica. Anzi, il messaggio che mandano è che l’operazione in sé non modifica l’impegno nei confronti di Telecom Italia. Difficile credere in tale tesi, visto il dimezzamento della quota, che potrà essere anche superiore se le richieste del bond - come tutti scommettono- dovessero essere molto alte: lo strumento consegna a scadenza titoli (denaro nel caso la scissione di Telco non sarà finalizzata) a sconto e paga una cedola. Fin da subito di certo la mossa aiuterà ad ammorbidire i tesissimi rapporti che Telefonica ha con il Cade, l’autorità antitrust del Brasile. Dopo la salita al 66% di Telco, l’authority aveva multato Telefonica con 5 milioni di euro (un solletico, per il colosso) ma aveva anche imposto dei rigidi paletti, con l’obbligo di cedere le azioni acquisite nella salita nel capitale della holding, in ossequio agli accordi del 2010. Del resto il presidente del Cade, Vinicius Marques de Carvalho, ai tempi era stato esplicito: «O Telecom Italia vende Tim Brasil o Telefonica deve uscire da Telecom Italia». La strada intrapresa sembra essere quest’ultima, visto che lo sbarramento del Cade (che aveva anche imposto la diluizione in Vivo, il proprio operatore locale, nel caso non avesse dismesso la partecipazione indiretta in Tim Brasil) le ha sostanzialmente legato le mani. La tempestività dell’operazione serve poi a ottenere il via libera al piano di scissione di Telco che dovrà giungere dal Cade e dall’Anatel, la società che controlla le telecomunicazioni carioca. A Telecom Italia, intanto, tengono i nervi saldi. Già ieri sera il presidente Giuseppe Recchi ha tenuto a tranquillizzare i mercati, dicendo che per la compagnia «non cambia niente. Noi siamo e rimarremo focalizzati nel seguire le nostre strategie».