Tiziana Mantovani, Chi 16/7/2014, 16 luglio 2014
LAURA LATTUADA – VI RACCONTO LA MIA MARINA BERLUSCONI
Questo spettacolo è una delle sfide più grandi della mia carriera. L’ho accettata d’istinto, con enorme curiosità, e con molta incoscienza». Parola di Laura Lattuada, l’attrice, conduttrice e produttrice milanese, lanciata negli Anni 80 dalla famosa fiction Storia di Anna, protagonista in teatro di tante celebri pièce al fianco di Gigi Proietti, Michele Placido, Johnny Dorelli. La nuova grande sfida la vede questa volta protagonista assoluta in palcoscenico, nella pièce teatrale Intervista immaginaria a Marina B. – Domani chissà. Per la prima volta l’attrice svela, in questa intervista esclusiva a “Chi”, tutti i segreti dello spettacolo dedicato a Marina Berlusconi, che inaugura il Festival di Todi il prossimo 21 agosto, per la regia di Filippo Crivelli e scritto da Emilia Costantini.
Domanda. Come si è preparata a interpretare questo ruolo?
Risposta. «Per creare il personaggio mi sono affidata alle sue dichiarazioni ufficiali nelle rarissime interviste, ai pochissimi filmati scovati in Internet (in tutto sono soltanto due). Una bella impresa, perché è un personaggio molto schivo, con uno stile di riservatezza estrema».
D. Come sarà la sua interpretazione?
R. «Prima di tutto vorrei chiarire che non sarà un’imitazione, non si tratta infatti di una pièce in chiave comica. Avrebbero chiamato un’attrice comica, stile Sabrina Guzzanti. Lo spettacolo non vuole essere un ritratto inedito, che non si potrebbe ricostruire, vista la riservatezza della persona, ma una metafora del potere, estrapolato dall’attualità. Si vuole mettere in scena quello che rappresenta, un personaggio molto affascinante, intrigante, una donna forte e impegnata, una delle pochissime in cima alle classifiche del potere internazionale. Ma mi piace pensare a lei in quanto donna, moglie, madre e figlia, con un rapporto molto importante con il padre, un rapporto fortissimo, assolutamente reciproco. Da attrice teatrale, secondo me, potrebbe essere un’eroina della tragedia greca. Come la farò? In quanto attrice, la “appoggio” totalmente, sono dalla sua parte».
D. Perché è stata scelta proprio la formula dello spettacolo teatrale?
R. «Perché il teatro è uno spazio oltre la realtà, si possono dire cose immaginandole, dare finali da favola. Questa pièce non vuole assolutamente dare un giudizio, ma ispirare una riflessione. Non dà risposte, ma interpretazioni, come dovrebbe fare il teatro. In scena reciterò solo le parole che Marina Berlusconi ha detto, ma anche i suoi silenzi, le risposte non date. Sul palcoscenico ci saranno quattro attori che interpretano i giornalisti per rappresentare questa intervista immaginaria».
D. Lei confessava di aver accettato questo molo con molta incoscienza. Lo rifarebbe?
R. «Subito. All’inizio avevo un po’ di paura. Ma ora sono troppo felice di aver detto sì. Di aver seguito il mio istinto. Mi piace molto il fatto di lavorare su un immaginario. Marina Berlusconi è entrata nell’immaginario collettivo, con una forza e una potenza incredibile. L’incoscienza c’entra, perché non pensavo di scatenare il mare di reazioni e, francamente, non mi aspettavo tutti questi insulti, molto pesanti a volte, ricevuti via Facebook e Twitter. La cosa buffa è che queste reazioni, tutte dello stesso tono, arrivavano da schieramenti opposti. Ho avuto la sensazione che per questa scelta tutta la mia carriera fosse stata messa in discussione. Faccio questo mestiere da 30 anni, ho sempre scelto in piena autonomia e libertà. All’inizio ho cercato di replicare che sono un’attrice e quindi un’interprete. Punto».
D. Alla fine ha vinto la grande curiosità per il personaggio?
R. «Sì. Mi hanno incuriosito molto le tantissime sfaccettature, il bipolare, il bianco e il nero: per come la vedo io. Marina Berlusconi è una donna di una potenza e determinazione incredibili, pronta a difendere le sue idee con gli “artigli”, se necessario, ma, come contraltare, si può intuire anche la sua “morbidezza”, il rapporto bello, molto tenero, con la famiglia (da quel pochissimo che traspare dalle sue dichiarazioni). Mi incuriosiva la sua riservatezza estrema, che è riuscita a mantenere in un mondo dove l’imperativo è apparire. Mi affascinava questo suo essere schiva a ogni costo. Significa che dietro c’è un pensiero. E cercare di capirlo mi ha davvero incuriosito».
D. C’è qualcosa che la accomuna a Marina Berlusconi?
R. «La stessa passione per i tacchi! Li adoro. Li userei anche in spiaggia. In scena cercherò di mettere in evidenza il suo stile molto elegante, abiti da donna in carriera, un tubino nero, giacca doppiopetto (mi affiderò alla stilista Chiara Boni). E tacco assicurato. Se fossi Marina Berlusconi sceglierei certamente il suo stile».