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 2014  luglio 16 Mercoledì calendario

LA TEORIA DEL KLAUS

È l’autore dell’appello dell’Unità, con le firme storiche del quotidiano che chiedono a Matteo Renzi di salvarlo. Un mese fa era dietro un altro video, quello contro la chiusura dell’acciaieria a Piombino. Klaus Davi, comunicatore e salottiero televisivo, pare essersi lanciato a capofitto nella comunicazione di crisi creativa. Ma del resto l’inventiva non gli è mai mancata.
Nel 2010 finì sotto accusa per la pratica di costruire finti scoop sul proprio giornale online, mimetizzato da un nome esterofilo, Metropolitan Post. La tecnica era quella di associare brand di aziende da lui rappresentate a nomi di celebrità internazionali che, in genere non si affrettavano a smentirlo, ignorando probabilmente l’esistenza della falsa notizia e forse anche dell’autore.
A sollevare il polverone furono le Iene: nel mirino un comunicato secondo cui George Clooney, stanco di Elisabetta Canalis, era stato catturato dal poker on-line di Everest Poker. La cui comunicazione, guarda caso, era seguita dall’agenzia di Klaus Davi.
All’epoca giornali e agenzie di stampa cascavano in pieno in scherzetti come questo. Fino appunto al servizio delle Iene, e al successivo dibattito nell’Assorel, l’associazione dei professionisti delle relazioni pubbliche a cui Davi era iscritto. Era, perché quando è stato presentato un esposto al collegio dei probiviri la sua società ha ritirato l’iscrizione. E la questione è caduta.
Le critiche non sono bastate a farlo desistere. A marzo 2014 nelle redazioni italiane è arrivato un comunicato in cui Gwyneth Paltrow dichiarava entusiasta di aver scoperto il vino Masseto aggiungendo: «Ero ancora giù per il matrimonio finito. Bere il Masseto mi ha fatto bene, mi ha tirato su di morale». Provate a immaginare chi gestisce le pubbliche relazioni del Masseto. Ovviamente «il guru delle le crisi aziendali», come è scritto - con tanto di errore - sulla sua pagina di Wikipedia.
In genere gli è andata bene, facendo infuriare solo i giornalisti, seccati nello scoprirsi presi in giro. Vanity Fair, in particolare, ha attaccato a ripetizione i suoi metodi di lavoro. Una volta, però, Davi ha fatto arrabbiare pure Naomi Cambell: al centro della questione un presunto battibecco con Federica Pellegrini. «Le frasi che mi sono state attribuite su di lei sono false», disse seccata la Venere Nera. «Sono più taroccata di una Louis Vuitton, a quanto pare ci sono agenzie di comunicazione che, per motivi commerciali, sfruttano il mio nome».
«Klaus Davi sa fare il suo lavoro. Ma lo fa in modo spregiudicato, senza preoccuparsi troppo di come raggiunge i suoi scopi», racconta chi lavora nell’ambiente e lo conosce bene. «Il modo in cui manipola l’informazione ne è un esempio: creare la notizia è la prima regola di chi fa pubbliche relazioni, ma lui l’ha recepita in modo decisamente ortodosso. In genere se perdi la credibilità una volta poi non ti danno più credito. Lui invece ne ha fatto un metodo, e funziona».
Secondo l’addetto ai lavori, Klaus «è intelligente, ha una gran cultura, certo, e ha una grande, forse esagerata, stima di sé stesso, il che lo aiuta» a livello professionale «ma non lo rende simpatico». In effetti nonostante il successo sembra proprio che Davi, pseudonimo di Sergio Klaus Mariotti, non goda della stima dei colleghi. Un po’ perché ha successo, un po’ perché lo ha ottenuto senza seguire le regole. A differenza della maggior parte dei professionisti del settore, la mancanza di credibilità non lo turba affatto. E i suoi metodi funzionano, visto che i clienti continuano ad arrivare.
Nato nel 1966 a Bienne, in Svizzera, laureato in filosofia all’Università Statale di Milano, Davi ha iniziato la sua carriera come collaboratore del Corriere della Sera, ma nei panni del giovane cronista è durato poco. Dopo un paio d’anni, nel 1994, ha fondato la Klaus Davi & Co, oggi presente a Milano e a Roma. Nella comunicazione politica ha messo a segno alcuni colpi, curando l’immagine di Piero Fassino, Elisabetta Gardini, Rosario Crocetta, tra gli altri. Nel frattempo si è dedicato alla comunicazione di se stesso, comparendo come giornalista (anche se non è iscritto all’albo), sondaggista e soprattutto opinionista televisivo: ha collaborazioni con varie testate, ma il luogo dove lo si vede più spesso è il salotto di Porta a Porta.
Nel 2008 è arrivato il canale YouTube KlausCondicio sul quale Davi pubblica interviste a personaggi di spicco dell’attualità e della politica: da lì sono passati quasi tutti i volti principali della politica e della scena pubblica italiana. «Klaus è potente, è fuori di dubbio. Forse perché, visto che è capace di tutto, sono tutti convinti che è meglio averlo come amico che come nemico», scherza un altro addetto ai lavori.
OBIETTIVO: FARE RUMORE. Pr e relazioni sono stati un lavoro incessante negli ultimi 20 anni, con risultati addirittura insperati. Lo schema applicato è sempre quello, racconta chi lo conosce: stupire, provocare. I media italiani sono alla ricerca continua di titoli, Mariotti alias Davi lo sa e li fornisce loro, conquistando spazio. Per sé e per i propri clienti.
Puntualmente KlausCondicio fa rumore. Proprio per quella abilità di “sparare” titoli. Di crearli, nella maggior parte dei casi. Illuminante per capire l’arte provocatoria di Klaus Davi anche il suo ultimo tweet: «Borghezio a KlausCondicio: sposare la Boldrini? Non lo auguro neanche a un immigrato». Tutto in maiuscolo, ovviamente, in barba a qualsiasi netiquette. L’importante è che se ne parli, recita il mantra della comunicazione. E Davi l’ha centrato in pieno.