Maria Elena Zanini, MilanoFinanza 16/7/2014, 16 luglio 2014
AGCOM, LA RAI SORPASSA MEDIASET
La crisi c’è e si fa sentire in tutti i media italiani: il 2013 per tlc, tv, carta stampata e web è stato nero. L’intero settore nel 2013 ha fatto registrare ricavi per 56,1 miliardi, il 9% in meno rispetto al 2012. In particolare, per quanto riguarda i broadcaster, l’anno scorso si è registrato un andamento negativo in linea con il quadro generale.
Complessivamente, i ricavi delle tv italiane hanno registrato un calo del 4%. Già nel 2012 avevano subito un decremento del 7%, arrivando a valori ben al di sotto dei 9 miliardi. Oggi, secondo quanto riporta la relazione annuale dell’Agcom, i ricavi sfiorano appena gli 8 miliardi. La flessione ha interessato entrambi i comparti della televisione, sia quella in chiaro sia quella a pagamento, anche se si è manifestata in maniera più consistente per la tv in chiaro che ha visto un calo del 6%, contro il -2% di quella a pagamento. Questo trend negativo è quasi interamente da imputarsi alla componente pubblicitaria. Gli introiti della vendita di spazi pubblicitari, infatti, sono diminuiti ancora del 10% nel 2013, pur rimanendo la principale fonte di finanziamento, specialmente per la televisione in chiaro, pesando sulle risorse complessive per il 41%. L’incidenza sul totale dei ricavi televisivi delle offerte a pagamento è del 37%, in progressiva crescita dal 2010. Mentre il peso del canone televisivo incide sul totale per il 20%. In questo quadro non proprio idilliaco, secondo la logica «nel Paese degli orbi, il cieco è fortunato», a far da padrona è Sky Italia, guidata dall’ad Andrea Zappia che per il 2013 è riuscita ad arrivare a 2,6 miliardi di ricavi (comunque in calo del 3,5% rispetto al 2012), davanti a Rai e Mediaset. E un risultato importante viene proprio dalla Rai, che è riuscita a sorpassare la tv di Cologno Monzese con i suoi 2,31 miliardi di ricavi (-1,6% sul 2012) contro i 2,28 della rivale che registra anche un calo dell’8,2% sui ricavi del 2012. Mediaset, in particolare, ha subito un calo della pubblicità, scesa a 1,7 miliardi da 1,9 del 2012, mentre è cresciuta l’offerta a pagamento da 520 a 550 milioni. La Rai ha perso sul fronte pubblicitario, da 683 milioni a 632 milioni, recuperando lievemente sulle risorse legate al canone: da 1,647 a 1,654 miliardi. Sky registra un calo delle entrate da pay (da 2,435 miliardi a 2,395 miliardi) e della pubblicità (da 265 milioni a 210 milioni).
Dietro i tre big, che detengono congiuntamente il 90% delle risorse televisive, seguono Cairo Communication, proprietario di La7, a quota 136 milioni di fatturato, e Discovery a quota 125 milioni.
L’editoria, invece, l’anno scorso ha perso 700 milioni in termini di ricavi. Il giro d’affari dei quotidiani è sceso da 2,5 a 2,3 miliardi (-7%); quello dei periodici da 2,8 a 2,3 miliardi (-17,2%). A pesare anche in questo caso è il calo della pubblicità (983 milioni, -13,17%). Sempre più scarso il contributo dei collaterali: 107 milioni, -16,53%. Per un mercato che non vede raggiungibile il traguardo degli anni 2009 e 2010.