Paolo Siepi, ItaliaOggi 16/7/2014, 16 luglio 2014
PERISCOPIO
Gli Emirati arabi hanno rifiutato l’estradizione di Matacena perché non conoscono il reato di «concorso esterno in mafia». Una bella lezione a noi che abbiamo assicurato all’inventore di questa singolare corbelleria giuridica una brillante carriera. Allah Akbar. Giuseppe Marciante. Il Foglio.
Secondo Nordea gli investitori non dovrebbero pensare nemmeno per un minuto ai bond greci, troppo rischiosi. Analisi politicamente scorretta ma chiara. Il rompi-spread. MF.
Maroni indagato, presunte irregolarità su contratti Expo. Nell’eventuale processo, la ’ndragheta si costituirà parte civile. Spinoza. Il Fatto.
A sorpresa, tra i finanziatori privati 2013 di Mario Monti c’è anche un manager di ferro come Enrico Bondi, che risulta avere versato di tasca propria al partito 100 mila euro l’anno passato. Bondi era soprannominato «mani di forbice» per la capacità mostrata nell’impresa pubblica e privata nel tagliare i costi. Ma era anche un collaboratore ufficiale del governo del professore bocconiano. Monti infatti lo aveva nominato a un incarico pubblico delicato, per fare il commissario governativo alla spending review. Non per legge, ma per prassi istituzionale, sono rarissimi o quasi inesistenti i casi di persone nominate ad incarico pubblico che successivamente abbiano versato un contributo al leader del partito cui dovevano la nomina. Franco Bechis. Libero.
La parola chiave è l’avverbio «così». Quando appare in un titolo con il verbo «cambiare» coniugato al futuro, conviene indossare le mutande di ghisa, perché sta arrivando il cetriolo della fregatura. Le new wave dei giornali di anticipare epocali riforme inesistenti o solo annunciate o appena pensate, per compiacere i governi (spesso all’insaputa dei medesimi), nacque ai tempi di Monti, dilagò sotto Letta jr. ed è esplosa con Renzi. Nell’Era Montiana le avanguardie dattilografe erano tutte in frisson per l’Eldorado prossimo venturo: breve antologia dal Corriere. «Fornero: così cambierà il lavoro» (18-12-2011). «Fisco, casa, pensioni: così si cambia» (23-12). «Catricalà: così può cambiare la Rai» (10-1-2012). «Famiglie e professioni, la vita cambia così» (21-1). «Così cambiamo le professioni» (4-8). «Così cambiano i tribunali (11-8). Poi non cambiò una mazza, né «così» né altrimenti, a parte una serie di rapine ai ceti meno abbienti e di regali alle banche. Marco Travaglio. Il Fatto.
C’è, nel totalitarismo comunista, un fervore, una fedeltà religiosa che lo rendono diverso dagli altri totalitarismi. A causa di ciò lo si è paragonato a una chiesa. Il male però non è nella «religiosità» del comunismo. Semmai nel suo specifico contenuto religioso, nella sua secolarizzazione di Dio, nel suo messianismo terreno. Qui bisogna tornare a Marx. Al Marx che considera l’uomo reale (che per lui è l’uomo della «preistoria») come un non-uomo, o un sotto-uomo, quella «rozza materia» (di cui parla anche Gramsci) a disposizione per l’edificazione della società superiore. Contrapposto a «quella materia», allora, il partito, è lo «spirito assoluto» che redime da un «male assoluto» e conduce a un «bene assoluto». Massimo De Angelis, Post-Confessioni di un ex comunista. Guerini e associati, 2003.
A chi cerca un libro per l’estate indico Il castello di Balndings di P.G. Wodehouse, l’autore che, da ragazzo, mi ha insegnato a scrivere divertendomi. La vita è troppo strana per non sorriderne, l’ironia è un modo per accettare le imperfezioni del mondo. L’aristocrazia inglese raccontata da Wodehouse, però, è estinta. Baroni, maggiordomi e ragazze da marito, per una diciottenne di Adria è un ventenne di Aggius, sono ormai esotici come i pesci martello. Beppe Severgnini. Corsera.
Maurizio Costanzo nel suo talk show creava personaggi, li plasmava traendoli dal fango dell’impopolarità e li consegnava alla celebrità: raccontava storie, presentava casi umani, inscatolava piccoli mostri da osservare incuriositi, come al circo, e deliziose fanciulle alla ricerca di miliardari da sposare; determinava il successo di romanzo, romanzieri, attori, filosofi, medici, psicanalisti, viaggiatori, poeti indovini, comici. E di chiunque appartenesse, con un tratto caratteriale distintivo, alla multiforme commedia umana. Luigi Galella. Il Fatto.
Il sacro fuoco del cinema mi venne tardi. Il cinema, da giovane, mi sembrava il rifugio dei dilettanti. Sognavo di diventare scrittore. Viaggio al termine di una notte di Cèline è il libro che mi ha fatto capire cos’è un uomo, mi ha fatto entrare nel mondo degli adulti. Paolo Sorrentino, regista del film La grande Bellezza alla scuola di cinema «Volontè» di Roma.
Sull’aereo che ci porta a Roma, Spadolini si fa dare dalla hostess tutti i giornali italiani. Li sfoglia rapidamente dal primo all’ultimo, ma senza che nulla di ciò che gli interessa gli sfugga. Ripiega e ripone nella borsa il Corriere e butta gli altri in terra: «Al termine del volo» mi mormora all’orecchio, «l’Alitalia li restituisce, e così aumentiamo la loro resa...». Indro Montanelli, I conti con me stesso. Rizzoli, 2009.
Nel dicembre 2003 Guido Ceronetti segnala una scritta su un muro in provincia di Bari: «Berlusconi era il mio Dio, ora sono ateo». Claudio Velardi, L’anno che doveva cambiare l’Italia. Mondadori, 2006.
«Cara Teresa, io sto bene e spero di continuare così. Comincia a farsi sentire il freddo e il concerto poco simpatico dell’artiglieria aumenta sempre. Ti prego di rimanere tranquilla e che la madonna d’Oropa ci assista. Non proccuparti eccessivamente di me e cerca di tenere allegra Melany». La grafia è piccola e nitida, la cartolina, ingiallita dagli anni porta la data del 28 ottobre 1915. È stata scritta in trincea dal capitano brianzolo Quinto Bider, poche ore prima di morire. Gli ultimi istanti della vita di Quinto Bider sono nei racconti dei suoi soldati: «Partirono all’assalto dopo aver mangiato tre biscotti e bevuto un bicchierino di Marsala. Binder decise di uscire per primo dalla trincea e venne colpito da uno shrapnel». Ricevette la medaglia d’argento al valor militare. Rosella Redaelli. Corsera.
Qualcuno è convinto che il detto «lontano dagli occhi, lontano dal cuore» si riferisca all’ombelico. Alessandro Bergonzoni, il venerdì.
Sei così gelido / come quel vento / che spinge le onde contro le rocce / e le riduce in spruzzi / così è il mio cuore / in pezzi / non so cosa farò. Shige-Minamoto.
«In vino veritas». Dipende dalle dosi. Roberto Gervaso. Il Messaggero