Angelo Agrippa, ItaliaOggi 16/7/2014, 16 luglio 2014
DIFFIDO DAGLI EROI DELL’ANTIMAFIA
[Intervista a Raffaele Piccirillo] –
Raffaele Piccirillo, 47 anni, casertano, è il nuovo direttore dell’ufficio Affari penali del ministero della Giustizia. Incarico che, nel 1991, fu ricoperto da Giovanni Falcone.
Piccirillo (a capo di tre uffici con otto magistrati e un centinaio di funzionari) si occuperà di rogatorie ed estradizioni, oltre che di formazione di norme europee in campo penale.
La nomina di Piccirillo che, fino all’altro giorno lavorava presso il massimario della Cassazione, dopo essere stato gip a Napoli (ha firmato la prima ordinanza di arresto per l’ex sottosegretario Nicola Cosentino), è stata annunciata durante un incontro sulla legalità, alla presenza di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia.
Domanda.
Lei ha dichiarato che detesta i paladini dell’antimafia delle parole.
Cosa ha voluto dire?
Risposta. Che nutro diffidenza per chi viene indicato da una comunità, spesso con il sostegno della stampa, come simbolo dell’antimafia, perché, inevitabilmente, innesca un meccanismo di deresponsabilizzazione del contesto sociale nel quale questo avviene.
D. Anche se è grazie ad eroi civili come Falcone e Borsellino che è stato possibile fare passi avanti nella lotta alla mafia?
R. Qui il discorso si fa diverso.
Se il clan dei Casalesi è stato sconfitto è anche grazie a Falcone e a tanti altri, compreso Loris D’Ambrosio, compianto consigliere del capo dello Stato, pure sottoposto al pubblico ludibrio. Grazie ad essi è stato possibile costruire un reticolo normativo efficace che ci ha evitato sovraesposizioni.
Il metodo Falcone è diventato regola. Poi, non tutti i pentiti sono Buscetta e non tutti i pm sono Falcone.
Il magistrato si misura sulla tenuta dei suoi provvedimenti. Puntare ad un riconoscimento anticipato sulla stampa è come ottenere una gratificazione che, forse, il processo non può fornire.
D. Quando il correntismo diventa un limite per la magistratura?
R. La divisione in correnti non è un problema in sé. Le logiche che sottendono alle promozioni sono, per certi versi, ben peggiori, dato che si fondano su dinamiche trasversali.
D. L’ex pm del processo Tortora, Marmo, ha accettato l’incarico di assessore a Pompei, scusandosi, dopo anni, con la famiglia dello scomparso conduttore tv. Cosa ne pensa?
R. Non oso mettermi nei suoi panni.
Io, per tutta la vita, sono stato inseguito dall’ossessione dell’errore. Baudelaire dice: ho sentito passare su di me il vento dell’ala dell’imbecillità.
Ecco, il rischio è non accorgersi di quella brezza. Anzi, spesso la protezione castale può rendere addirittura orgogliosi della propria imbecillità.