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 2014  luglio 16 Mercoledì calendario

2013, L’ANNO NERO DELL’EDITORIA ITALIANA: BRUCIATI 700 MILIONI


Che l’editoria italiana non navigasse in acque serene si sapeva da tempo. Il rapporto annuale dell’Autorità Garante per le Telecomunicazioni (Agcom) presentato ieri al Parlamento, però, racconta di un mare sempre più burrascoso.
I numeri sono drammatici: solo nel 2013 l’editoria nel suo complesso ha perso quasi 700 milioni di euro di ricavi. Per i quotidiani italiani, il fatturato da 3,1 miliardi del 2009 è un lontano ricordo: oggi si fermano a 2,3 miliardi, con una perdita del 7 per cento solo nell’ultimo anno. La maglia nera è assegnata ai periodici, con oltre un miliardo di euro perso dal 2010 e il 13 per cento delle vendite andato in fumo nel 2013. Il problema, almeno per i quotidiani, non è tanto il numero di copie vendute, che registra una flessione solo dello 0,48 per cento, quanto il netto calo degli investimenti pubblicitari, che scendono del 13,17 per cento rispetto al 2012, fermandosi a quota 983 milioni.
L’anno nero dei media è soprattutto l’anno nero della pubblicità: gli investimenti complessivi nel 2013 sono crollati a picco: da 8,3 a 7,4 miliardi. Non solo nella carta stampata-rollano, ma anche in televisione (-10,1 per cento) e cinema (-7 per cento). E per la prima volta diminuiscono anche gli investimenti pubblicitari su Internet, in flessione del 2,5 per cento.
PER QUANTO riguarda il piccolo schermo, Mediaset è l’azienda che risente maggiormente della contrazione degli investimenti pubblicitari: il Biscione in un anno perde l’8 per cento dei ricavi e assiste allo storico sorpasso della Rai, che invece, nonostante il lieve calo della pubblicità, tira un sospiro di sollievo grazie all’aumento delle risorse provenienti dal canone. Seguono Cairo Communication, società la cui perla è La7, che nel 2013 incassa 136 milioni di euro e il network Discovery, che guadagna 125 milioni. Sky si conferma leader nella sezione pay tv, detenendo il 77,8 per cento dei clienti rispetto al 19,1 di Mediaset.
“L’Italia mostra segnali di debolezza nello sviluppo e penetrazione di reti digitali di nuova generazione e di accesso ai servizi più innovativi” ha commentato il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, sebbene “rispetto agli anni precedenti si sia parzialmente ridotto il divario digitale tra l’Italia e la media europea”.