Gianandrea Gaiani, Libero 16/7/2014, 16 luglio 2014
DRONI, RAZZI E MORTAI LE ARMI DEI TERRORISTI
Razzi a lungo raggio e droni da impiegare anche come bombe volanti. Sono queste le «sorprese», tutte made in Iran, che Hamas ha messo in campo per colpire con maggiore efficacia il territorio israeliano. Rispetto al conflitto del 2012, quando i razzi Fajr-5 con una gittata di 80 chilometri raggiunsero Tel Aviv, le Brigate Ezzedine el-Kassam (braccio armato di Hamas) hanno potenziato i loro arsenali con razzi in grado di colpire obiettivi situati a oltre 150 chilometri dalla Striscia e capaci quindi raggiungere la città settentrionale di Haifa e tutto il territorio israeliano. Si tratta di razzi pesanti siriani M-302 derivati dai cinesi WS-1 ma forniti ad Hamas dall’Iran attraverso la triangolazione del Sudan da dove queste armi vengono inviate in Sinai e da lì contrabbandate a Gaza attraverso i tunnel scavati sotto la frontiera con l’egitto. Una rotta confermata nel marzo scorso dal raids degli incursori di Marina israeliani del «Shayetet 13» sul cargo Klos-C, battente bandiera panamense, intercettato nel Mar Rosso con il suo carico di razzi M-302 imbarcati a Port Sudan. Gli M-302 hanno gittata limitata a 100 km ma secondo alcune fonti una loro versione potenziata sarebbe stata realizzata a Gaza nelle officine clandestine di Hamas mentre altre indiscrezioni riferiscono che i miliziani palestinesi potrebbero disporre anche di ordigni più potenti derivati dagli iraniani Zelzal-1 accreditati di un raggio d’azione superiore ai 150 chilometri e ribattezzati R-160.
In ogni caso si tratta di armi imprecise lanciate finora in alcune decine di esemplari tra il migliaio di ordigni esplosi dai palestinesi verso il territorio dello Stato ebraico. Difficile stabilire quanti razzi a lungo raggio siano nelle mani delle Brigate Ezzedine al Qassam ma secondo ma secondo l’intelligence israeliana l’arsenale del nemico comprende centinaia di razzi con raggio d’azione pari o superiore agli 80 km e migliaia di Kassam a corto raggio (8-15 km) e Grad capaci di colpire obiettivi fino a 40 km. Armi per lo più provenienti da Sudan e Iran ma anche dagli arsenali dell’esercito libico saccheggiati dopo la caduta di Gheddafi. Di sicura origine iraniana sono invece i droni del tipo Ababil che Hamas ha impiegato domenica per la prima volta. In realtà gli israeliani avevano già distrutto nel novembre 2012 alcuni droni di questo tipo operativi su una pista a Khan Younis, nella Striscia di Gaza a conferma che Hamas segue le orme dei miliziani libanesi Hezbollah che dal 2006 dispongono di droni iraniani Ababil e Mohajer (gestiti da «consiglieri» pasdaran iraniani) alcuni dei quali abbattuti sui cieli della Galilea. Nel marzo scorso il generale di divisione Shachar Shohat, comandante della difesa aerea di Gerusalemme, espresse il timore di dover far fronte ad attacchi congiunti dal Libano e da Gaza condotti con droni imbottiti di esplosivi e utilizzati come aerei kamikaze senza pilota. I droni sono più lenti e vulnerabili dei razzi ma molto più precisi anche se i sofisticati sistemi di difesa israeliani, dall’Iron Dome ai missili Patriot, hanno finora intercettato quasi tutti gli ordigni diretti contro aree abitate.