Varie, 15 luglio 2014
Camicia bianca per Sette – Nelle sfilate dell’estate 2015 si è molto vista la camicia bianca
Camicia bianca per Sette – Nelle sfilate dell’estate 2015 si è molto vista la camicia bianca. Per esempio: portata sempre con il gilet, bianco su bianco o a contrasto (Giorgio Armani e Dolce & Gabbana); aperta con il foulard al collo (Berluti); con la cravatta sotto al giubbotto impunturato (Bottega Veneta); con il fermacravatta e le spillette che creano il botton down (Brioni); con il collo a revers all’americana sulla giacca a righe (Canali); chiusa ma senza cravatta con il doppiopetto e le cifre (Ermenegildo Zegna); con il bermuda (l’abbinamento più giovane) con la giacca da smoking lunga (Givenchy 2015), o versione sportiva; con la cravatta a righe in maglia e la sciarpa al collo come una collana (Burberry); portata fuori, sovrapposta a un’alta (Costume National); con le maniche corte. Vincenzo Napolano, direttore acquisti della Rinascente Milano, identifica quattro modi tradizionali per portarla: 1) aperta, ma sempre con colletto morbido (non il classico con stecchetto estraibile); 2) con il colletto alla francese semiaperto portato con la cravatta; 3) in versione sport: in lino, sbottonata, infilata nei pantaloni e con le maniche arrotolate; 4) fuori dai pantaloni (ma solo per gli under 30 o gli artisti). La camicia nasce come tunica: un semplice pezzo di pelle con un foro per farvi passare la testa. Diventa di tessuto con i greci. Nell’antica Roma uomini e donne usano rispettivamente la subucula e la inducula, una prima tunica con maniche larghe a cui poi se ne sovrappongono altre a seconda delle stagioni. I crociati importano dall’Oriente il camis, in uso presso i Persiani, con maniche tagliate a parte e poi cucite al corpo, come la camicia odierna. Fino al 1300 la camicia fa parte degli indumenti intimi per le classi più agiate, per quelle popolari è abito da lavoro. Nel 1500 sulla camicia si applicano le collarette plissettate e le gorgiere. Prima apparizione pubblica della camicia bianca: indossata dalla regina francese Maria Antonietta, in un quadro dell’artista Elisabeth Vigée-Lebrun. Il ritratto provocò uno scandalo quando fu esposto al Salon de Paris del 1783: il fatto che la regina di Francia si vestisse come una cameriera suscitò reazioni indignate. Alcuni sostennero che stesse cospirando con il fratello per condurre alla rovina i mercati di seta di Lione, promuovendo invece i fabbricanti di lino di Bruxelles. Per prudenza, il ritratto fu tolto. La camicia di colore bianco ha rappresentato, sino alle soglie del ’900, l’agiatezza di alcuni ceti poiché solo chi non lavorava i campi poteva mantenerla immacolata. Coco Chanel sconvolge il mondo della moda proponendo alle donne del 1913 pantalone morbido, camicia bianca e cardigan, al posto dei corsetti. Dior la propone nel secondo dopoguerra di organza bianca con gonna di raso nero. Resa di moda dalle dive americane degli anni Quaranta: la indossa nel 1938 Katharine Hepburn in Incantesimo, Lauren Bacall in L’isola di corallo. Famosa negli anni Cinquanta quella con maniche arrotolate e collo rialzato di Audrey Hepburn in Vacanze romane. Leggendaria quella indossata da Patti Smith ritratta da Mapplethorpe sulla copertina del disco Horses (1975). La mostra La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré, da poco conclusa al Museo del tessuto di Torino: 27 camicie bianche, tra le più innovative e straordinarie, realizzate dallo stilista in 20 anni d’attività. «La camicia bianca è un termine d’uso universale. Che ognuno, però, pronuncia come vuole» (Gianfranco Ferré). «La camicia bianca è la pasta aglio e olio della moda. È l’espressione massima del volere e saper fare un oggetto molto puro. La camicia bianca è purezza mentale» (lo stilista Massimo Piombo). A Giorgio Armani la camicia bianca di Renzi non piace: «Non va bene fare del giovanilismo in mezzo ai signori in scuro, cosa fa, vuol provocare?». Ma anche Obama la porta: «Ma con la cravatta e ha un tocco un po’ sexy. Anche Renzi metta la cravatta e indossi meno moda possibile, anche perché lui ora è rotondetto». Tra le più importanti elaborazioni della camicia bianca: botton down (colletto con i bottoni alle estremità che usavano i giocatori inglesi di polo); blusa (dal taglio a casacca comune a uomini e donne nel Medioevo); chemisier (ovvero “l’abito camicia” che coniuga bene il maschile e il femminile, chiuso davanti da bottoni, con o senza colletto). Quest’ultimo creato da Paul Poiret nel 1905. «Una camicia bianca, che qualcuno aveva dimenticato di ritirare, era appesa ai fili per la biancheria e fluttuava nel tramonto come una pelle abbandonata» (Haruki Murakami, Norwegian Wood). «La blusa candida sa essere leggera e fluttuante, impeccabile e severa, sontuosa e avvolgente, aderente e strizzata. Svetta ad incorniciare il viso. Scolpisce il corpo per trasformarsi in una seconda pelle. Letta con glamour e poesia, con libertà e slancio, la compassata camicia bianca si rivela dotata di mille identità» (Gianfranco Ferré). Consigli per donne su come scegliere la camicia bianca: meglio di taglio dritto, non troppo attillata né larga; giusta di spalle, con il colletto maschile; nessun taschino sul davanti. Si può personalizzarla scegliendola tra diverse varianti, come in cotone piquet, con il davanti da smoking, oppure con i polsini alla francese. Sempre meglio in puro cotone o seta. Cura della camicia bianca: lavarla preferibilmente a mano, oppure in lavatrice con ciclo delicato e in acqua fredda. Non strizzarla. Stenderla all’ombra (il sole ingiallisce il bianco) possibilmente su una gruccia con i primi due bottoni allacciati in modo che non si sformi. Per la stiratura perfetta: dopo che si è asciugata, riporla in una busta chiusa e mettetela in frigo. Lasciarla per tutta la notte e tirarla fuori solo poco prima di stirarla: così l’operazione è più facile e si evitano prodotti chimici. «Una donna con la camicia bianca è una persona impegnata e ispirata. L’abbigliamento è l’ultima delle sue preoccupazioni. Penso a Kate Hepburn come a una donna con la camicia bianca. Ad Audrey Hepburn… a Jackie O. Certamente non a Marilyn Monroe» (lo stilista americano Isaac Mizrahi, intervistato su Harper’s Bazaar, giugno 1998). Anche Gianni Riotta in perenne camicia bianca: «Non capisco niente di moda, ma mi è sempre piaciuta perché è semplice, bella e ricorda i Blues Brothers». Tra i politici italiani, il primo a presentarsi in maniche di camicia bianca fu Claudio Martelli, a Rimini nella seconda metà degli anni Ottanta, con tanto di pizzi del colletto rialzati. Quando Renzi si presentò in camicia bianca al dibattito su Sky per le primarie del Pd (novembre 2012), Miguel Gotor, consigliere di Bersani, commentò che il sindaco di Firenze sembrava «un conduttore dei “Pacchi”». Gigi Proietti ha una passione per le camicie bianche: «Sul palco, insieme con il pantalone nero, è la mia divisa dai tempi di A me gli occhi, please». Come sbiancare una camicia ingrigita: cospargerla di sapone di Marsiglia e immergerla in una bacinella con acqua calda. Posizionare il tutto al sole per un’ora e mezza: il sapone, combinato con l’effetto del sole, agirà da sbiancante naturale.