Maria Corbi, La Stampa 15/7/2014, 15 luglio 2014
La rampante assistente Alitalia nei palazzi del potere romano L’ascesa di Mara Carluccio nel “cerchio magico” leghista Maria Corbi In comune Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo hanno un pigmalione: Roberto Maroni, almeno secondo le carte in mano alla procura di Busto Arsizio
La rampante assistente Alitalia nei palazzi del potere romano L’ascesa di Mara Carluccio nel “cerchio magico” leghista Maria Corbi In comune Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo hanno un pigmalione: Roberto Maroni, almeno secondo le carte in mano alla procura di Busto Arsizio. Due contratti a tempo determinato ben retribuiti a Expo 2015 e alla società Eupolis (favoriti dal governatore della Lombardia in occasione di Expo 2015). E un’amicizia con la potente e influente portavoce del ministro, Isabella Votino, detta «la zarina del Naviglio». Per il resto le due signore sono molto diverse. Maria Grazia Paturzo preferisce mantenere un basso profilo. Non fa vita mondana. Poche tracce del suo passato. Il suo ingresso nel cerchio magico di Maroni è stato benedetto dalla Votino. Mentre di categoria rampante è la Carluccio, che dopo un diploma linguistico e la scuola Interpreti ha intrapreso una lenta ma inesorabile scalata; da impiegata Alitalia (ufficio assistenza clienti) alle stanze del potere. Prima al ministero del Lavoro e delle politiche sociali (ministro Maroni, of course) poi al ministero dell’Interno (ministro Maroni, of course). Ma non basta, perchè la signora viene nominata anche all’Osservatorio Nazionale della Famiglia e a quello per l’Infanzia e l’adolescenza. Secondo gli inquirenti, la consulenza alla società Eupolis, «aiutata» da Maroni ammonterebbe 29.500 euro annui, una cifra modesta fissata dalla Carluccio per «proprie esigenze fiscali». La Paturzo, che invece non aveva problemi, avrebbe ottenuto un contratto biennale da 5.417 euro mensili. Mara Carluccio è ben sposata, con Gioacchino Gabuti che è stato direttore generale dell’Ice, l’istituto per il commercio con l’estero, ha diretto l’acquedotto pugliese, e nel 2005 è stato chiamato dal sindaco di Roma Walter Veltroni come amministratore delegato dell’Atac. Dove è rimasto anche con Gianni Alemanno assumendo l’incarico di amministratore unico e direttore generale di un ramo d’azienda della spa della mobilità capitolina, la «Atac Patrimonio». Il signor Gabuti è anche scivolato sulla lista del 1170 italiani che hanno depositato soldi a San Marino sotto la lente della Finanza. Disavventure finanziarie anche per sua moglie Mara che è finita, quando era al Viminale, nello staff del ministro degli Interni Maroni (Consigliere sulle Politiche di genere, comunitarie ed internazionali), nel lungo elenco dei clienti truffati da Giancarlo Lande, il Madoff dei Parioli. Un «investimento» di 218mila euro. Una brutta storia, una perdita secca. Per fortuna che ci sono gli amici. E Maroni lo è stato. «Non essendo riusciti a collocarle presso lo staff del presidente in quanto la loro assunzione sarebbe stata soggetta ai controlli della Corte dei Conti sulla Regione», si legge nelle carte, ecco che saltano fuori due posti all’Expo. Tutto regolare, dice Maroni. Sicuramente regolare in un paese dove la cooptazione è la prassi.