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 2014  luglio 15 Martedì calendario

Santanché e Paola Ferrari La strana coppia vuole l’Unità La loro è l’unica offerta: l’alternativa è la chiusura a fine mese Per raggiungere la parità di bilancio dovranno vendere 26 mila copie al giorno

Santanché e Paola Ferrari La strana coppia vuole l’Unità La loro è l’unica offerta: l’alternativa è la chiusura a fine mese Per raggiungere la parità di bilancio dovranno vendere 26 mila copie al giorno. E l’investimento è nell’ordine di alcuni milioni di euro. Ma nella loro fredda astrattezza i numeri suscitano meno clamore rispetto all’eco mediatica della «strana coppia» che si è fatta avanti per tradurli in realtà. A chiedere infatti di rilevare la testata-simbolo della sinistra sono la «pasionaria» azzurra Daniela Santanché e Paola Ferrari, moglie del manager Marco De Benedetti e nuora del tycoon Carlo De Benedetti. «Operazione imprenditoriale in tandem» la definisce chi ha messo nero su bianco l’offerta per l’Unità. Nelle carte è tracciato il percorso (cifre e tempi) per il salvataggio di un’impresa in liquidazione da metà giugno e evitarne così la chiusura. Un piano aziendale in grado di integrare il «know how» dell’esponente di Forza Italia nella raccolta pubblicitaria e «la forza consolidata nel campo editoriale della famiglia De Benedetti, proprietaria del gruppo Repubblica-Espresso». Tra i collaboratori della «pitonessa» non si fa mistero della «rilevanza economica» nell’operazione della partner, sempre menzionata con il cognome del marito. Né si nasconde che la loro antica amicizia prende le mosse anche dalla comune estrazione da ambienti di destra. Anzi, si sussurra, «ha più amici a sinistra la Santanché della De Benedetti». Commenta Maurizio Mian, imprenditore e azionista quasi al 20% dell’Unità: «Siamo sulla strada della liquidazione, bisogna prendere in considerazione l’offerta della Santanché, che è una persona molto intelligente, ha grandi capacità, è una potenza mediatica e politica, ci ho parlato, è in gamba e moderna, quando la Santanché decide di fare delle cose le fa bene». E invece il comitato di redazione della testata bolla come «irricevibile» la proposta di acquisto. Ma sul tavolo non ce ne sono altre. Il progetto industriale e il management della «stana coppia» sono in campo e guardano al mercato malgrado i mal di pancia di chi vede in totale contrasto la cordata Santanché-Ferrari De Benedetti con la collocazione politica dello storico quotidiano della sinistra, la cui cassa però è vuota. Rifiutare l’offerta «atipica» equivale a morte certa. I liquidatori saranno costretti a fine luglio a rimettere il mandato: e cioè libri in tribunale e apertura della procedura fallimentare. L’ultimo stipendio i dipendenti lo hanno preso ad aprile e i collaboratori non vengono pagati da oltre un anno. Dunque dopo i «rumors» dei giorni scorsi è arrivata ieri mattina l’offerta formale. L’editrice di Ciak e concessionaria pubblicitaria di altre testate e la conduttrice tv. Hanno scoperto le carte, vogliono acquisire il pacchetto azionario del giornale del Pd. Sta di fatto che la testata fondata da Gramsci cesserà di esistere il 30 luglio senza un compratore. L’unica proposta è quella Santanché-De Benedetti. Il tempo stringe. Due nomi inattesi, ma saldano raccolta pubblicitaria e investimenti editoriali. Per l’identità culturale e politica dell’Unità, si vedrà.