Michele Bocci, la Repubblica 15/7/2014, 15 luglio 2014
DAL NOSTRO INVIATO
ISOLA DEL GIGLIO .
«Speriamo sia una bella crociera». Paolo Cremonini è stanchissimo per aver lavorato otto ore sulla Concordia, ma ha ancora la forza di fare una battuta. È tra le persone che affronteranno l’ultimo viaggio a bordo della nave, quello verso Genova per la rottamazione. La prospettiva lo incuriosisce. Senza motori e timone i “magnifici 18” si alterneranno nella control room sistemata in cima a un relitto lungo quasi 300 metri ma non potranno fare alcuna manovra per la navigazione. Verificheranno che i cassoni funzionino e che lo scafo regga e saranno sotto il comando di Nick Sloane, il salvage master che ha diretto molti di loro anche ieri e a settembre 2013, quando la nave
è stata riportata in asse con il parbuckling. «Sono qui dall’inizio di questa storia — dice prima di andare a farsi una doccia Cremonini, che lavora per l’azienda Fagioli — Oggi siamo tutti stanchi e abbiamo ancora tanti giorni di lavoro davanti. Ma stiamo prendendo parte a un progetto molto affascinante, anche se non ci scordiamo mai che è nato da una tragedia. Il viaggio verso la Liguria? Andremo molto lentamente, per il resto non so cosa aspettarmi, perché non abbiamo mai fatto una cosa del genere e forse non l’ha mai fatta nessuno al mondo». Su eventuali pericoli sgombera il campo un altro membro del team che affronterà la traversata, in programma lunedì prossimo ma forse anticipata a sabato. «La nave è sicurissima, ce ne siamo resi conto già oggi (ieri, ndr): le cose sono andate meglio del previsto. Non ho alcun timore».
Sei italiani, quattro americani,
due sudafricani, due inglesi, due tedeschi, un belga e un indiano: eccoli i tecnici che parteciperanno all’”ultima crociera”, in realtà una sorta di corteo funebre per portare alla demolizione una nave dove hanno perso la vita 32 persone. Hanno dai 25 ai 64 anni e tra loro c’è una sola donna, Inken Fruhling, architetto navale di Amburgo. Lavo-
reranno nove alla volta, di giorno o di notte. «Non potranno fare moltissimo — spiega Sergio Girotto, project manager della ditta italiana Micoperi, incaricata del recupero da Costa insieme alla statunitense Titan — controlleranno l’assetto della Concordia durante la navigazione e avvertiranno se ci sono problemi. Certo, Nick avrà un
ruolo centrale per tutta la spedizione, perché sarà il capo del convoglio, dirà cosa fare ai comandanti dei rimorchiatori che trainano la nave e se necessario anche a quelli delle altre imbarcazioni ». Per valutare la tenuta della struttura del relitto, nella control room arriveranno i dati di dieci sensori installati sulle due fiancate.
Il gruppo di Sloane per dormire e riposare si sposterà su una nave che viaggerà accanto alla Concordia. Se tutto andrà bene, saranno loro le uniche persone a salire a bordo del relitto mentre si muove alla bassissima velocità di due nodi su
una delle due rotte tra il Giglio e Genova che sono state calcolate. A quella velocità il viaggio dovrebbe durare poco più di quattro giorni. Il mare grosso non fa paura, si è certi di poter affrontare onde fino a 2,6 metri, mai registrate negli ultimi 20 anni nell’alto Tirreno in questa stagione. Sempre nei battelli accanto alla Concordia sono comunque
pronti ad intervenire altri professionisti. Innanzitutto i membri di due team di sommozzatori da otto unità ciascuno, che scenderanno in acqua se ci saranno problemi gravi di fissaggio dei cassoni o comunque se andranno svolti controlli alle
strutture. Quindi otto tecnici della ditta Fagioli, anche loro organizzati su due turni, in grado di risolvere problemi ai tiranti che collegano i galleggianti alla Concordia. Infine ci sono altre quattro o cinque persone, tra cui un medico e un infermiere pronti a intervenire in caso di malori e anche ad attivare le due camere iperbariche. Tutti ospiti che nessuno si augura partecipino attivamente al viaggio della nave naufragata al Giglio.
Ma il tratto di mare che separa l’isola toscana dalla Liguria sarà attraversato da molte altre persone, prima di tutto dagli equipaggi della quindicina di imbarcazioni che scorteranno la Concordia. A trainarla saranno due rimorchiatori oceanici, ma ci saranno anche tre mezzi dello stesso tipo, voluti da Titan e Micoperi per affrontare eventuali emergenze. Ci sono anche quattro navi anti-inquinamento, che seguiranno il convoglio per intervenire nel caso ci fossero sversamenti e per segnalare la presenza di mammiferi marini, e un pontone con una gru. Una crew boat è destinata ai membri della control room e un vascello più piccolo servirà a far salire o scendere dalla Concordia i vari tecnici. Non è finita qui. La Capitaneria mette ha disposizione una nave di quasi 100 metri con un laboratorio ambientale che seguirà il convoglio e pure due motovedette. In alto volerà un aereo Atr, anch’esso con compiti di monitoraggio ambientale, e più in basso un elicottero ab412. Un grande corteo funebre per l’ultima crociera.