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 2014  luglio 11 Venerdì calendario

GIRLS AND CORPSES NON È LA RIVISTA PIU’ SCHIFOSA MAI CONCEPITA

Mentre gironzolavo in un negozio di libri usati a Notting Hill mi sono imbattuta in una copia di un giornale dal titolo bizzarro: Girls and Corpses. Se avessi avuto ulteriori dubbi sulla natura della rivista, le due ragazze in bikini accanto a un cadavere mummificato su un lago di ghiaccio li avrebbero fugati tutti. All’interno il tema principale si ripeteva: ragazze, sempre seminude, in compagnia di cadaveri più o meno freschi, oltre ad articoli sulla morte.
Arrivata a casa, ho scoperto che Girls and Corpses è una rivista nata negli USA nel 2003 che ha tra i suoi fan Stan Lee e Ozzy Osbourne. Robert Steven Rhine, detto “Corpsy”, oltre ad essere fondatore, publisher e deaditor della rivista, è anche scrittore, sceneggiatore e attore. Il suo campo è sempre quello del macabro e dell’horror, ma condito da una buona dose di umorismo che molti definirebbero di cattivo gusto.
Decisa a rimediare a questa mia lacuna in campo editoriale gli ho chiesto di intervistarlo. Mi ha risposto con un “of corpse” a tema, e questo è quanto ci siamo detti.

VICE: Ho scovato una copia di Girls and Corpses in un negozio di libri usati a Notting Hill. La prima cosa che ho pensato è stata: com’è venuto in mente al fondatore di creare una rivista su ragazze e cadaveri? Ti ha ispirato qualcosa in particolare?
Corpsy: Tantissime cose mi hanno spinto a creare questa rivista folle che si occupa del lato estremo della vita e del tabù della morte. Ma la vera ispirazione è arrivata dalla mia esperienza personale con la morte. A dieci anni mi sono fratturato il cranio e il cervello ne è fuoriuscito parzialmente. Ho anche scritto un libro sull’accaduto con la radiografia della mia testa rotta in copertina—My brain escapes me. Questo incidente mi ha aiutato ad apprezzare di più sia la vita sia la morte, argomento che tutti temiamo e tendiamo ad evitare.

Ma paradossalmente la morte è una parte importante della nostra vita e ho sempre desiderato saperne di più. La nascita e la morte rappresentano le porte d’ingresso e d’uscita della vita, eppure ci sono centinaia di libri sulla nascita e non c’era mai stata una rivista che parlasse della morte. Ma come si può creare una rivista del genere senza che la gente si faccia prendere dall’angoscia? La risposta è: con l’umorismo. Il mio senso dell’umorismo un po’ dark è andato a nozze con Girls and Corpses.

Com’è nato il primo numero?
Anche qui, bisogna ringraziare la morte. Per molti anni ho avuto (e ho ancora) uno stand al Comic-Con a San Diego e per attirare la gente portavo sempre un cadavere plastinato. Incredibile ma vero, si avvicinavano sempre un sacco di ragazze bellissime che mi chiedevano di fare foto con il cadavere. Io mettevo sempre in chiaro le cose, specificando che si trattava di un cadavere vero, e per qualche motivo inspiegabile insistevano ancora di più. Quindi mi sono detto: “Perché non sfruttare questa cosa delle ragazze e i cadaveri?” Mi si è accesa una lampadina.

Ovviamente in quel momento non avevo altro che un’idea folle e il titolo per una rivista. Non avrei mai immaginato che una rivista sulla morte sarebbe diventata così famosa e mi avrebbe permesso di essere creativo in un modo così divertente. Ho iniziato online con 15 numeri gratuiti, e questo ci ha permesso di costruire un’audience incredibile prima di andare in stampa.

La rivista ha una tiratura di 42.000 copie e viene anche tradotta in tedesco. Qual è il tipo di lettore che compra Girls and Corpses?
Sono orgoglioso di dire che siamo passati dall’essere distribuiti nelle edicole di Stati Uniti e Canada a una distribuzione mondiale. La rivista vende così velocemente che a volte è difficile da trovare. Siamo anche la rivista più rubata d’America! Immagino che la gente si vergogni a portarla alla cassa [ride]. I nostri lettori coprono tutte le età, nazionalità e occupazioni.

Tu, ad esempio, hai pescato Girls and Corpses in una libreria a Notting Hill, no? Che cosa ti ha spinta a farlo? E la risposta è sempre “il titolo”. Sfortunatamente, molte persone vedono il titolo in copertina e pensano che sia la rivista pornografica più schifosa mai concepita. La verità è che non abbiamo nemmeno nudi integrali nella rivista! È più come se Maxim incontrasse L’alba dei Morti Viventi e MAD della DC Comics. Dottori, avvocati, insegnanti, criminali, boy scout, poliziotti, studenti, disinfestatori, spogliarelliste, impiegati... leggono tutti Girls and Corpses. Andiamo forte anche in prigione. La cosa buffa è che Girls and Corpses è anche ufficialmente vietato nelle prigioni americane ma non si sa come i prigionieri sembrano riuscire a farsi portare delle copie all’interno del carcere. Non hai idea di quante lettere riceviamo dalle prigioni—a volte le pubblichiamo sulla rivista.

Per quale motivo pensi lo comprino? È più una curiosità o può essere considerata come una specie di pornografia?
Penso che all’inizio lo comprino spinti dalla curiosità ma poi, sfogliando la rivista, rimangano anche affascinati dai nostri articoli sulla forense, omicidi, serial killer, autopsie, cannibali, becchini, scene del crimine e tutto ciò che riguarda la morte. Pubblichiamo anche fumetti, illustrazioni, interviste matte con personaggi famosi, star dell’horror e persino band metal. È una rivista divertente di alta qualità e penso che quando qualcuno la prende in mano (sempre che non gli tremino troppo le mani!) si meravigli di com’è fatta bene, con carta di alta qualità e contenuti unici.

Perché sessualizzare la morte? È un modo per renderla meno spaventosa o pensi che ci sia davvero qualcosa di sexy nella morte?
Non c’è nulla di sexy nella morte. Un cadavere in putrefazione ha i vermi e puzza. Ma quando metti una ragazza bellissima vicino a un cadavere ottieni questo fantastico contrasto alla Bella e la Bestia, Yin e Yang eccetera. Quindi la risposta è che le ragazze sono sexy e bellissime e questo ti spinge a guardare la rivista all’inizio. Inoltre, le ragazze posano soltanto con i cadaveri, non ci fanno sesso. Non dimentichiamo che siamo una rivista “umoristica” e che non promuoviamo per davvero la necrofilia (come se la necrofilia avesse bisogno di promozione...).Vogliamo solamente che i nostri lettori diano un’occhiata alla morte... e a Girls and Corpses.

Hai mai ricevuto critiche o proteste, che ne so, gente che ti dice che andrai all’inferno o che ti accusa di essere immorale?
Certe persone sono nate per criticare, lo farebbero su qualsiasi cosa. Internet ha creato un gruppo di segaioli urlanti che canalizzano la loro frustrazione criticando praticamente qualsiasi cosa. Quindi non prendo queste proteste molto sul serio. Anzi, raccolgo tutte le lettere di reclamo che ci arrivano e pubblico le migliori. È sempre più divertente rispondere ai commenti negativi e, in tutta sincerità, la maggior parte di queste lettere arriva dalla minoranza moralista, la Chiesa. Non abbiamo mai stuprato ragazzini, torturato i non credenti o iniziato guerre durate mille anni. Siamo solo una rivista umoristica!

Avete fatto dei servizi con cadaveri veri. Come hanno reagito le modelle? Dove vi siete procurati i cadaveri?
In ogni numero ci sono cadaveri veri. Sì, veri. Ci vengono donati da persone in tutto il mondo e abbiamo una lista notevole di gente che desidera donare il corpo alla rivista dopo la morte, anche gente famosa. Ma dobbiamo scattare a bassissime temperature per impedire che i cadaveri si decompongano e usiamo un sacco di “poo-pourri”.

Mi è giunta voce che una volta mentre lavoravate con Belladonna è successo qualcosa di molto bizzarro...
Ahah, me l’aspettavo! Dunque... è andata che quando avevamo appena iniziato a pubblicare la rivista, mi è suonato il telefono ed era Belladonna, la pornostar. Le sue prime parole sono state: “Quando scattiamo?” Quindi abbiamo fissato un giorno e... insomma... Belladonna ha questo vizio di infilarsi cose in bocca e, be’, nel fondoschiena. A un certo punto mi sono girato e l’ho beccata a fare del sesso orale al fortunato cadavere. Ma non abbiamo mai pubblicato le foto perché non volevamo diventare una rivista porno—senza contare che la necrofilia è illegale in molti stati e se le avessimo pubblicate probabilmente ti starei scrivendo da una cella di massima sicurezza.

Domanda secca: hai paura di morire?
Risposta secca: sì. Adoro la vita e sarei molto irritato se dovessi finire adesso questo viaggio. Chiunque dica di non aver paura di morire secondo me non si sta godendo la vita abbastanza. Inoltre, potremmo morire da un momento all’altro in mille modi. Potrebbe accadere all’improvviso, in modo doloroso, incidentale, nel sonno, deliberatamente o in maniera tranquilla. Quindi la domanda potrebbe essere un’altra: come hai più paura di morire? In ogni caso, direi che maneggiare la morte la rende molto più accettabile. La conoscenza può essere rassicurante. Visito sempre i cimiteri quando viaggio e faccio foto. Mi sento in pace con me stesso quando passeggio vicino alle tombe, che sia giorno o notte.

Come ti vengono le idee per i numeri?
Fortunatamente, mi vengono e basta. Non resto mai a corto di idee. Sono fortunato ad avere un’immaginazione davvero notevole. Anche se non sono credente, penso che ci sia qualcosa che mi guida e che mi lancia qualche osso ogni tanto. Lavoro anche con un gruppo di scrittori incredibili che hanno idee geniali. Alcuni tra i miei collaboratori migliori sono Weylin Coyote Wegner, Necromagickal, Kevin Klemm, David Tamarin, Elina Nulman e Curt Collier. Poi ci sono gli artisti e il nostro fantastico photo editor, Mark Berry.

Hai piazzato in copertina diversi personaggi famosi, ad esempio George Romero. Ho anche sentito che Eli Roth è un vostro fan accanito.
Eccome! Abbiamo messo in copertina George Romero, Sid Haig, Michael Berryman, Courtney Stodden, Danielle Harris, Lloyd Kaufman, Billy Moseley, Butch Patrick, Sheri Moon Zombie, Farrah Abraham, Rikki Six e altri. Alle celebrità piace apparire sulle nostre copertine perché posare per una rivista così controversa porta un sacco di pubblicità. Eli Roth è da sempre un grande supporter di Girls and Corpses e ne è stato protagonista diverse volte. Apprezzo moltissimo quello che ha detto di noi: “La prima volta che ho visto Girls and Corpses in una convention a Fangoria non potevo credere che ci fosse una rivista che univa le mie due cose preferite in un modo così meraviglioso. L’ho letta e l’ho trovata divertente e davvero intelligente. Me la porto sempre quando vado in aereo... Mi siedo lì a leggere Girls and Corpses perché la reazione della gente duplica il divertimento!”