Camilla Baresani, Io Donna 14/7/2014, 14 luglio 2014
LA BACCA DEI MIRACOLI
Se guardiamo al passato, dobbiamo convenire che non ci sono certo mancati i suggerimenti di persone – quasi mai medici – pronte a svelarci il motivo per cui alcuni esseri umani non invecchiano, o comunque se la cavano meglio di noi. Il segreto sarebbe stato, di volta in volta, nell’assumere un certo integratore americano o un frutto esotico mai sentito prima, oppure nell’applicare una crema che si trova solo nelle farmacie svizzere e in quella del Vaticano. Passati un po’ di anni, raggiunto un considerevole gruzzolo di dispendiosi acquisti salvavita, salvacute, salvacapelli, salvapeso, ci siamo chiesti perché nessuno parli più di quei prodotti che in passato ci erano stati vivamente consigliati. Ricordate i fiori di Bach? Ognuno di noi avrebbe un fiore specifico che trasforma le emozioni negative in emozioni positive, togliendo i sintomi di eventuali disturbi. Chi ci ha creduto, oggigiorno fa la figura dello sciocco.
Qualche anno fa non si parlava che di melatonina e carnitina: toccasana per vari disturbi, dalla troppa fame all’inappetenza, dalla stanchezza cronica all’eccitazione parossistica. Buona parte dei nostri conoscenti ci consigliava di assumerne. Ricordo che persino il veterinario me le prescrisse per il cane. Oggi, scomparsa l’una e scomparsa l’altra.
Non molti anni fa sembrò che senza papaya essiccata la nostra vita fosse esposta a un deturpante, ferale invecchiamento. Ricordo che comprai in farmacia costose bustine di polvere di papaya, il cui contenuto andava fatto sciogliere lentamente sotto la lingua. Ora che è passato qualche anno e più nessuno ne parla, mi chiedo se dietro i presunti vantaggi dell’assunzione non ci fosse la campagna di marketing di una qualche multinazionale, poi soppiantata da altri apparati commerciali di altre aziende più rampanti. Già, perché alla papaya sono poi subentrate le imprescindibili bacche di goji, antiossidanti, energizzanti, ricche di vitamine, da consumarsi essiccate, giacché da noi non si trovano essendo specifiche della Mongolia.
Nel frattempo, le persone più disparate mi hanno svelato in gran segreto che una poco costosa crema per le emorroidi è in realtà il più potente degli antirughe: il perfido cartello dell’industria cosmetico-farmaceutica non la pubblicizza perché altrimenti il business delle creme di bellezza e degli integratori andrebbe a catafascio. Ma anche di questa crema ora non si parla più.
È invece il momento delle bacche di açaí: vengono dall’Amazzonia, sono antiossidanti (ma meno del vino rosso, questo va detto) e sarebbero una panacea contro l’invecchiamento, il cancro, l’infarto, l’ingrassamento, le malattie autoimmuni, le allergie, il colesterolo, questo almeno sostengono massicce campagne pubblicitarie, che promuovono prodotti industriali realizzati con le suddette bacche. Magari non ci salveremo la vita, però possiamo consolarci pensando che il nostro desiderio di trovare qualcosa di più miracoloso della medicina tradizionale (e di una banale dieta equilibrata che includa normalissimi frutti di bosco) finisce per dare lavoro a popolazioni svantaggiate di luoghi remoti, che - probabilmente malpagate - hanno ora, perlomeno, un posto di lavoro assicurato.