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 2014  luglio 13 Domenica calendario

ISIS COME I NARCOS: IL BUSINESS DEL PETROLIO

Affari miliardari in perfetto stile nar­cos sudamericani. Oltre a un im­menso arsenale, i jihadisti dello Sta­to islamico (Isis) sono riusciti ad assicurar­si un notevole potere finanziario. Grazie ai numerosi giacimenti petroliferi presenti nelle zone finite sotto il loro controllo, gli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi possono o­ra dire addio al faticoso “lavoro” di raccol­ta di “donazioni private” o di saccheggio delle banche.
L’espansione sul terreno dell’organizzazio­ne terroristica ha infatti seguito, assicurano gli esperti, la mappa delle sacche di greggio, che ora le frutta un milione di dollari al gior­no. In Iraq, i terroristi hanno messo le ma­ni agli oleodotti della provincia di Salahud­din e sperano di riprendere la centrale pe­trolifera di Baiji, tra Mosul e Tikrit, che for­nisce energia alla stessa Baghdad, ripresa dall’esercito iracheno dopo una durissima battaglia.
Qui, in mancanza di tecnologia avanzata e personale addestrato, i jihadisti si limitano a rubare il greggio dagli oleodotti. Ogni gior­no, affermano fonti irachene, almeno 60 au­tocisterne cariche di greggio venduto ai con­trabbandieri di dirigono verso il Kurdistan iracheno, poi da lì verso la Turchia o l’Iran. Calcolando una cifra tra 10mila e 14mila dollari per singola autocisterna, il conto del mercato nero è presto fatto. Le misure a­dottate dalle autorità irachene per contra­stare il traffico sono risultate inutili, come l’arresto dei conducenti, successivamente rilasciati per scioglimento dei tribunali.
In Siria, invece, gli uomini dell’Isis hanno sottratto alle fazioni rivali nove sui dieci campi petroliferi presenti nella provincia di Deir Ezzor, il 60 per cento di quelli siriani, e puntano ora alla conquista dei ricchi poz­zi di Rumeilan, nella provincia di Hasake, controllati dalle milizie curde locali. Cam­pi che gestiscono con mezzi primitivi che riducono a un decimo la produzione nor­male, ossia circa 20mila barili al giorno, ma che fruttano comunque 250mila dollari al giorno. Come? Incassando gli introiti della vendita del greggio a prezzi super concor­renziali: 12 dollari al barile per il grossista (al posto dei precedenti 40 richiesti dal Fron­te al-Nusra) al quale viene imposto un prez­zo di vendita al pubblico a 18 dollari. Una strategia che consente all’Isis di riscuotere ampi consensi tra la popolazione.
Human Rights Watch (Hrw) ha denuncia­to ieri l’esecuzione sommaria di almeno 255 prigionieri sunniti, inclusi almeno 8 minorenni, da parte delle forze armate irachene e delle milizie a loro affiliate. «Mentre il mondo giustamente denuncia le atrocità commesse dall’Isis, ha detto un responsabile di Hrw, non si possono chiu­dere gli occhi di fronte alle uccisioni setta­rie messe in atto dal governo e dalle forze filogovernative».