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 2014  luglio 12 Sabato calendario

«IO, VECCHIO GILA, EMIGRO»

Gila-interrogazione: quanti abitanti ha Guangzhou?
«Dodici milioni. Mischiati con disparità. Troverò la grande ricchezza al fianco della vera povertà».
Clima e ambiente?
«Percentuale di umidità elevatissima, in questo periodo superiore all’80%. Caldo e costruzioni moderne, un centro città stile New York».
La sua Cina?
«Andrò ad abitare nello stesso grattacielo di Ale Diamanti, sopra un centro commerciale con servizi e ristoranti italiani, la prima sera sarà a base di bistecca. Almeno all’inizio avrò un autista e un traduttore sempre con me. Ginevra, la mia bimba più grande, andrà in prima elementare alla scuola americana. Imparerà inglese e cinese. Gemma all’asilo e Giulia, un anno e mezzo, a casa. Alice, mia moglie, era giustamente scettica: l’ho convinta. La Cina sarà una grande occasione di crescita personale e culturale per tutti, per noi e per le bambine che fra due anni potranno aver imparato altrettante lingue. C’è chi è costretto a spostarsi ogni sei mesi facendo tutto un altro tipo di lavoro. Noi avremo il privilegio di poter tornare e raccontare una storia. Con la Cina sento di far loro un grande regalo».
Il suo Guangzhou?
«Una squadra organizzata come Milan, Inter e Juve. Un top club per professionalità, l’ho capito anche dallo scrupolo con cui hanno portato avanti la trattativa e poi chiuso il mio contratto. Una squadra che ha vinto la Champions asiatica e che vuol vincere ancora, come me. Avrò il 38, la somma delle cifre dà 11, il mio numero. Diamanti mi ha convinto, Lippi è stata la garanzia: gli ho parlato per telefono e di persona, con lui la squadra è cresciuta con un profilo europeo».
Perché, contratto a parte, non ha più trovato un Guangzhou in Serie A?
«In Italia sono diventato “Gila” e lascio con dispiacere. Con dispiacere perché a Genova Gasperini ha spinto per la mia cessione, follia. E poi perché gli attaccanti sopra i trent’anni sono considerati vecchi: agli allenatori italiani servirebbero più apertura mentale e meno stereotipi. Klose, a 36, è con la sua nazionale in finale al Mondiale. Mi sono detto che posso ancora farcela (rifarcela) anch’io. Tra due anni e mezzo tornerò per il traguardo dei 200 gol in A. Dispiace che il livello del campionato sia un po’ ribassato e dispiace che tante società non abbiano azzardato un pensiero su di me. Con la mia partenza spero di dare un segnale».
A giugno poteva già essere dall’altra parte del Mondo, in Brasile. Superato lo choc?
«No, avevo rinunciato alla proposta del Toronto per guadagnarmi la convocazione. Ho fatto un esame di coscienza e so di non avere colpe, visto anche come sono andate le cose... Prandelli mi ha lanciato nel Parma e non cambio certo giudizio su di lui, ma la delusione umana è stata profonda. Una telefonata la meritavo. Nel gruppo non c’era un animale d’area, io, Toni, Di Natale, Destro, lo stesso Rossi tutti a casa. Balotelli e Immobile non lo sono. Anche dai ragazzi ho ricevuto un solo sms, il calcio è questo, pochi amici veri».
A questi e a chi altri intende mandare i suoi saluti?
«Alla mia famiglia che verrà presto a trovarmi. Per i miei genitori Gianpaolo e Silvia avere il figlio unico in Cina fa un po’ di nostalgia, come a mia nonna Giovanna. Poi al mio gruppo della spiaggia, qui in Versilia, e soprattutto agli “sbronzi di riace”, altro ristrettissimo circolo di amici. Oltre al mio manager Puccinelli, bravissimo e paziente. E a tutti i tifosi delle piazze in cui ho giocato, che mi hanno sempre dimostrato affetto, ultimi quelli del Genoa: se ho lasciato è anche per il bene economico della società».
Ha pronta la valigia?
«Di materiale ho messo poco, Diamanti mi ha detto di comprare là, dove fra l’altro la vita costa meno. Aereo da Firenze, scalo a Parigi e poi Guangzhou».
Alle 17 e 05 di oggi (ora locale) inizierà la vita cinese di Gilardino, che con Lippi si è già preso il mondo a Berlino e ora ci riprova a Canton, tutt’altra geografia. Poi sarà il tempo della storia: tornare in Serie A per entrare in un altro club, quello delle leggende che hanno fatto 200: Piola, Totti, Nordahl, Meazza, Altafini, Baggio e...