Fulmini 15/7/2014, 15 luglio 2014
DOLORE
«Questo dolore non andrà mai via» (Javier Mascherano dopo la sconfitta in finale di Coppa del Mondo).
AVVENTURA «Ho speso due anni di sofferenza per tornare in Nazionale e vivere questa avventura, ma non per arrivare a questo risultato. Ma non credo che saremo marchiati per sempre, l’ho già visto. Esperienze così segnano e insegnano» (Maicon).
RISOTTO «Non posso mangiare il risotto alla milanese, perché sono un chilo sovrappeso. Inzaghi vuole una squadra che riga dritto e che si comporta in modo professionale, è giusto che pretenda il rispetto delle regole» (Adil Rami).
HOTEL «Il Garda mi piace moltissimo. Conosco un hotel molto piacevole a Torbole gestito dall’ex cuoco della nazionale dove ci sono appese alle pareti delle maglie di Bugno» Bradley Wiggins).
AGITATI «Dicono che gli italiani sono agitati, invece non è vero. Sono soprattutto affettuosi. E sull’organizzazione che vi manca non si può generalizzare. Io tra l’altro corro con la Toro Rosso, un team italiano in cui funziona tutto bene» (Danil Kvyat).
COMPLIMENTI «I record sono fatti per essere battuti. Se un giorno Marquez farà meglio dei miei nove titoli mondiali, gli farò i complimenti. È simpatico, li merita» (Valentino Rossi).
DI PIU’ «La gente vuole sempre di più: se vede dieci sorpassi ne vuole venti, se ne vede venti ne vuole trenta. Ma dobbiamo ottenere questo con gli artifici: nel calcio non si butta in campo un secondo pallone negli ultimi dieci minuti per aumentare il numero di gol» (Sebastian Vettel).
ENTUSIASMO «Il mio entusiasmo è intatto: cerco un posto nelle rotazioni perché l’Nba è bella ma se non giochi che senso ha? Alla fine della prossima stagione valuterò perché questi sono gli anni migliori della mia vita» (Gigi Datome).
LAVORARE «Schiaffino era molto umile: veniva ad allenarsi con la Seicento oppure in autobus. Amava ripetere una frase: «Fare il calciatore è faticoso, allenamenti e partite, partite e allenamenti. Ma sempre meglio che lavorare» (Giancarlo De Sisti).
OMBRELLINE «Premetto che sono molto appassionato di donne, ma in griglia di partenza proprio non ce la faccio. In questi anni le ombrelline mi hanno sempre portato sfiga Ogni volta che ho avuto una di queste ragazze accanto, non ho mai finito una gara. Preferisco mio padre o un meccanico» (Andrea Iannone).