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 2014  luglio 14 Lunedì calendario

NUOVI MADOFF UN FISCHIO LI SEPPELLIRÀ TUTTI (FORSE)


Bernie Madoff, il reo confesso autore della più grande truffa finanziaria della storia americana, è in carcere da cinque anni esatti. E ci resterà per il resto della sua vita, essendo stato condannato a 150 anni di galera. Ma fuori dalla sua prigione sono in agguato centinaia di altri Madoff a cui danno la caccia le autorità finanziarie di tutto il mondo sperando di acchiapparli prima che producano danni di proporzioni simili alla truffa di Bernie, che è costata 65 miliardi di dollari a migliaia di investitori, non solo negli Usa ma anche in Europa, Italia compresa.
Madoff era stato smascherato nel dicembre 2008, dopo lo scoppio della crisi finanziaria che aveva scosso Wall Street: con i risparmiatori che correvano a liquidare i loro investimenti ovunque, non riusciva più a pagare i favolosi rendimenti promessi né tantomeno a rimborsare i capitali, come invece aveva fatto durante gli anni di boom di Borsa, quando i soldi dei nuovi clienti servivano appunto a mantenere viva la sua catena di Sant’Antonio.
Ora, dopo cinque anni di rialzi a Wall Street, la paura è che la prossima nuova crisi finanziaria faccia emergere una nuova ondata di scandali. Esiste sempre infatti una fetta di pubblico disposta a credere alle promesse di guadagni «troppo belli per essere veri».
Altri Ponzi
Il primo super truffatore made in Usa, che ha dato anche il nome inglese — «Ponzi scheme» — a questo tipo di reati, era stato Charles Ponzi, che nel 1920 a Boston «garantiva» di raddoppiare i capitali in 90 giorni. In decenni di attività, Madoff pubblicizzava rendimenti medi dell’11% l’anno e quasi nessun mese in perdita, anche durante le fasi negative di Borsa. E l’ultimo caso scoperto due settimane fa dalla Sec (Security and exchange commission), la Commissione di controllo del mercato finanziario americano, ricalca sempre lo stesso schema: il 34enne Brian Rose, ex pilota del circuito di corse Nascar, secondo la Sec ha raggirato 160 risparmiatori negli ultimi tre anni per un totale di 15 milioni di dollari promettendo dividendi trimestrali del 6% e il raddoppio del capitale entro un anno, grazie a immaginari investimenti in miniere di carbone. I dati raccolti dal sito Ponzitracker.com sulle truffe finanziarie realizzate negli Stati uniti dal 2008 in poi confermano che il fenomeno non accenna a sparire: in sei anni ci sono stati 500 casi per un totale di 50 miliardi di dollari.
Ricompensa
Per combattere tanto attivismo e creatività criminali, le autorità di controllo hanno mezzi scarsi e, troppo spesso, personale impreparato o disattento. La Sec per esempio non ha dato retta per anni all’analista finanziario Harry Markopolos, che fin dal 1999 — e in più occasioni fino al 2005 — aveva allertato gli uffici di Boston e di New York dell’autorità di controllo, spiegando che erano «matematicamente» impossibili i risultati dichiarati da Madoff.
Forse anche facendo tesoro di quella figuraccia, oggi la Sec — guidata dalla super poliziotta Mary Jo White — sta aggressivamente usando un programma che premia gli informatori come Markopolos: paga una ricompensa del 10-30% delle somme recuperate grazie alla «soffiata» e protegge l’informatore da eventuali ritorsioni. Il programma è stato creato nel 2011 come applicazione della Riforma finanziaria Dodd-Frank ed è gestito da un apposito ufficio della Sec, Office of the whistleblower (Owb; whistleblower è la persona che «fischia» l’allarme ovvero denuncia la frode).
A lanciare l’allarme su possibili violazioni delle norme finanziarie può essere non solo un dipendente della società interessata, ma anche chiunque dall’esterno abbia informazioni credibili sul caso. Dall’agosto 2011 alla fine del 2013 la Sec ha ricevuto 6.573 dritte di questo tipo; e lo scorso settembre ha elargito il più cospicuo premio a un whistleblower , ben 14 milioni di dollari per averla aiutata a scoprire una truffa da 155 milioni di dollari ai danni di 250 investitori.
L’esperienza della Sec con l’Owb viene seguita con grande interesse anche in Europa, dove è in discussione l’adozione di un programma simile, che dovrebbe essere gestito dalla European securities and markets authority (Esma), l’equivalente della autorità Usa per l’Unione europea.
È la via giusta da seguire, secondo un sondaggio fra esperti effettuato dal Financial Times . Attivare gli informatori può davvero fare una grande differenza, secondo Jordan Thomas, responsabile della sezione whistleblower presso lo studio legale americano Labaton Sucharow: «La genialità del programma della Sec è il riconoscimento che le autorità non possono fare i “poliziotti” del mercato in modo efficiente senza la collaborazione degli individui che lavorano nel mercato».