Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 14/7/2014, 14 luglio 2014
ATLANTIC CITY, LA RUOTA NON GIOCO PIU’
Gambling, drinking e (adult) entertainment, gioco d’azzardo, alcol e donne. Atlantic City, New Jersey, è la più vecchia “capitale del vizio” made in Usa, fondata (con i soldi del proibizionismo e della mafia e le protezioni di politici e poliziotti corrotti) decenni prima di Las Vegas, a cui ha dovuto però cedere (nel corso degli anni) l’ambito primato di meta preferita di giocatori, faccendieri, criminali, pensionati e “call girl”. Ha provato più volte a risorgere, ha lanciato nuovi hotel di lusso e sfavillanti casinò, ha avuto alti (pochi) e bassi (di più) ma adesso il declino sembra inarrestabile e forse definitivo.
Con l’annuncio di ieri che entro settembre verranno messi i lucchetti anche al famoso Trump Plaza salgono a quattro (su dodici) — oltre al Plaza il Revel, l’Atlantic Club e lo Showboat del gruppo Caesars — i grandi resort che offrivano ai turisti nottate di gioco e divertimento a basso prezzo (salvo le perdite al tavolo da gioco) e che chiudono i battenti. Un terzo in pochi mesi, mentre un quarto della forza-lavoro di Atlantic City (croupier, buttafuori, camerieri/ e, spogliarelliste, truffatori e illusionisti di ogni genere) ha perso il salario. E si tratta
di 7mila persone.
A poco erano servite le misure prese negli ultimi tempi per bloccare una crisi devastante, acuita anche dalle conseguenza del terribile uragano Sandy che ad Atlantic City aveva fatto i maggiori danni. Il Trump Taj Mahal nel settembre dello scorso anno aveva aperto – una prima assoluta, anche nella storia di Atlantic City – all’interno del casinò uno “strip club”, stringendo un accordo con Scores, il famoso locale di spogliarelli di New York, nella convinzione, risultata però errata, che qualche donna nuda potesse ancora attirare (nell’era di YouPorn)
nuovi clienti. E del resto anche il Revel, che aveva provato con il burlesque, non aveva avuto fortuna. A poco erano servite le iniziative del popolare governatore
del New Jersey Chris Christie, che aveva puntato molto sul gioco online e i web-casinò.
Sono passati otto anni da quando il “mercato del gioco” di Atlantic City aveva fatto registrare il picco di 5,2 miliardi, l’anno scorso i miliardi sono stati meno di tre. Adesso i sindacati, mai troppo amati da queste parti, chiedono aiuto al New Jersey: «Quanto sta accadendo non è solo un dramma personale che tocca migliaia di famiglie, è anche una crisi per lo Stato. Ci aspettiamo che Trenton (la capitale del New Jersey, ndr) reagisca rapidamente, chiediamo che venga fatto qualcosa, che siano prese decisioni all’altezza di questa vera e propria catastrofe».