Renato Franco, Corriere della Sera 14/7/2014, 14 luglio 2014
ALCOL, DROGA ED ECCESSI I TORMENTI DI GRIGNANI VOLTO (SBIADITO) DEL ROCK
Da «Destinazione Paradiso» a «A volte esagero», ovvero dal titolo del primo a quello dell’ultimo album, è fin scontato leggere la biografia emotiva di Gianluca Grignani, la promessa mancata per quello che artisticamente è diventato, l’abbaglio finito in sbaglio, la coazione al dirupo che è la stimmate dei maledetti.
L’ultima stazione della sua personale via crucis è quella dei carabinieri di Riccione dove l’altra notte Grignani è stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. È lì da un mese, in vacanza con la moglie e i quattro figli. Tutto tranquillo, fino a quando la compagna è costretta a chiamare i carabinieri (lui sostiene che è stato il cugino) perché Grignani — uno che non sa resistere alle lusinghe di alcol e droga — stava mostrando il peggio del suo alter ego. All’arrivo dei militari il cantante non si calma, anzi scende in strada e tenta di scappare in un hotel. Ancora fuori di sé, spinge giù dalle scale dell’albergo un carabiniere e tira calci ad un altro. Alla fine riescono a calmarlo, lo accompagnano al Pronto soccorso e lo sedano con delle flebo. Ora è a casa, tecnicamente per detenzione domiciliare cautelare, e sarà giudicato per direttissima dal Tribunale a Rimini. Nel frattempo si è anche «sentitamente» scusato, dice di non aver spinto nessuno, parla di una «forte crisi di panico».
È solo l’ultimo episodio di un curriculum di eccessi. Alcol & Cocaina, le dipendenze da cui non riesce a staccarsi, l’anestetico alle sue inquietudini. Inizia presto, lo confessa: «Da ragazzo. Perché lo facevano gli altri, per divertimento, soprattutto per la voglia di provare. Mi è sempre piaciuto provare di tutto, e l’ho fatto. Beh, quasi tutto. E non parlo solo di droghe. Vale per il cibo: in India, ho mangiato le formiche e i grilli fritti». Finisce anche in un’indagine di polizia («Operazione Paradiso», che sembra una dedica al suo album di debutto) per cessione (gratuita) di una dose di cocaina a una festa. Dipendente, ma altruista... E poi l’alcol, che gli costa una volta il ritiro della patente e gli rovina qualche altra i concerti. Se lo ricordano ancora a Viggianello, paese da 3.000 persone in provincia di Potenza, quando si è presentato in ritardo di un’ora, ha dimenticato le parole delle sue stesse canzoni, ha terminato la performance con un inchino orizzontale, accasciato. Ma Grignani rovina anche il concerto degli altri. Un mese e mezzo fa è salito sul palco dove cantava il suo amico Omar Pedrini: anche qui un’esibizione da dimenticare — se non ricorda le parola delle sue canzoni figurarsi quelle degli altri — frasi sconnesse, uscita di scena tra i fischi.
Nato a Milano 42 anni fa, l’hanno definito il Modugno del rock, il nuovo Vasco Rossi, il giovane Lucio Battisti ma poi si è perso nella sua «Destinazione Paradiso», album che all’esordio (1995) vende due milioni di copie. Una fama inaspettata e improvvisa: «Il successo è la più grande invenzione dell’uomo, ma in realtà non esiste. Quando mi ci sono trovato in mezzo ne sono stato travolto». Me è un fuoco fatuo, non arriverà più a vette di popolarità così alte, il suo pop-rock scivola via, non il suo tormento interiore. A leggere le sue interviste Freud saprebbe dove cercare. «Mio padre ci ha lasciati quando ero piccolo. Da qui a dubitare di tutti c’è voluto poco. Poi ho trovato forza dentro di me e ho riempito questo buco, anche se rimango sempre un diffidente». Ci sono anche le molestie subite a 10 anni da un pedofilo: «Quell’episodio mi ha creato delle tensioni che vivo ancora oggi, paura della gente, attacchi di panico, tachicardie». La cornice è questa, il quadro si può sempre migliorare.