Roberto Giardina, ItaliaOggi 12/7/2014, 12 luglio 2014
MUSICAL TEDESCO SU FELTRINELLI
La vita di Giangiacomo Feltrinelli come un musical nel programma del Berliner Festspiele, per appena due serate. Forse il figlio dell’editore non è stato informato ma lo spettacolo, pur non essendo un capolavoro, non offende la figura del protagonista. Anzi, oltre l’attività rivoluzionaria, riesce a dare importanza alla sua attività culturale. «Leggere è rivoluzionario», «i libri sono la resistenza»: con queste due battute chiave si conclude lo show.
Il duo pop Neon Neon, Gruff Rhys e Boom Bip, ha utilizzato le musiche del cd Praxis Makes Perfect per la scena, grazie alla collaborazione del commediografo Tim Price e del teatro nazionale del Galles: Feltrinelli è sempre in scena, una biografia tra libri e bombe, come annuncia il regista Wils Wilson. «L’editore italiano», dichiara, «è uno dei protagonisti della seconda metà del ventesimo secolo.
Grazie a lui abbiamo letto Il dottor Zivago. È grazie a Giangiacomo che Che Guevara è stato trasformato nel simbolo della rivoluzione giovanile del ’68».
Il musical ha coinvolto il pubblico. Prima dell’inizio è stato chiesto ai 200 spettatori prenotati di giungere in teatro con qualcosa di rosso e di portare un libro da scambiare con i vicini in platea. All’ingresso, si veniva accolti da comparse in divisa dei Vopos, le guardie di frontiera della scomparsa Ddr. Ai distratti è stato consegnato un cartoncino rosso prima che iniziasse lo spettacolo della durata di un’ora e quindici minuti. I momenti essenziali della vita di Feltrinelli sono stati presentati, sia pure a volte in modo simbolico. Sulla scena solo due grandi scrivanie che vengono spostate di continuo e invadono anche la platea, e il pubblico è costretto a farsi da parte.
Non si assiste alla lotta contro il potere, si è coinvolti. Nel ’67 Feltrinelli è interrogato dalla Cia: dov’è nascosto il Che? gli continuano a chiedere. Subito dopo si vede l’editore alla vigilia della pubblicazione del Dottor Zivago: la storia non segue un ordine cronologico. Una copia del romanzo viene consegnata al pubblico, e gli agenti della Cia cercano di impadronirsi del libro che gli spettatori si passano di mano in mano cercando di nasconderlo. Chi viene interrogato deve negare a tutti i costi di aver visto il manoscritto, sostenere che non esiste. Pasternak verrà salvato. I colonnelli giungono al potere in Grecia, Feltrinelli teme che un putsch fascista possa avvenire anche in Italia. E vola a Cuba a chiedere consiglio a Fidel Castro. Ma il leader maximo lo invita a giocare a basket. E c’è una foto storica che posta Giangiacomo con il pallone in mano accanto a Fidel.
Sulla scena si canta Comunismus on the beach, il comunismo sulla spiaggia, come sarebbe bello metterlo in bottiglia e sperare che il mare lo conduca su qualche riva. Alla fine, la morte di Feltrinelli su un pilone dell’alta tensione vicino a Milano nel 1972 non viene giustamente spiegata. Gli attori portano sulle loro spalle il corpo di Giangiacomo in processione tra gli spettatori. E si canta un requiem: Ciao Feltrinelli.
Non è finita: un’attrice chiede di consegnare a un vicino il libro che si è portato da casa, e spiegargli perché lo ritiene importante, e perché deve essere letto. Non so se a Feltrinelli sarebbe piaciuto il musical, certamente avrebbe approvato il finale. Quando si parla di lui si dimentica sempre di ricordare che amava i libri, e non sempre per motivi politici. E nelle nostre biblioteche grazie a lui si trovano i romanzi che anche noi amiamo, da Henry Miller a Garcia Marquez.