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 2014  luglio 12 Sabato calendario

MUSICAL TEDESCO SU FELTRINELLI


La vita di Giangiacomo Feltrinelli come un musical nel programma del Berliner Festspiele, per appena due serate. Forse il figlio dell’editore non è stato informato ma lo spettacolo, pur non essendo un capolavoro, non offende la figura del protagonista. Anzi, oltre l’attività rivoluzionaria, riesce a dare importanza alla sua attività culturale. «Leggere è rivoluzionario», «i libri sono la resistenza»: con queste due battute chiave si conclude lo show.
Il duo pop Neon Neon, Gruff Rhys e Boom Bip, ha utilizzato le musiche del cd Praxis Makes Perfect per la scena, grazie alla collaborazione del commediografo Tim Price e del teatro nazionale del Galles: Feltrinelli è sempre in scena, una biografia tra libri e bombe, come annuncia il regista Wils Wilson. «L’editore italiano», dichiara, «è uno dei protagonisti della seconda metà del ventesimo secolo.
Grazie a lui abbiamo letto Il dottor Zivago. È grazie a Giangiacomo che Che Guevara è stato trasformato nel simbolo della rivoluzione giovanile del ’68».
Il musical ha coinvolto il pubblico. Prima dell’inizio è stato chiesto ai 200 spettatori prenotati di giungere in teatro con qualcosa di rosso e di portare un libro da scambiare con i vicini in platea. All’ingresso, si veniva accolti da comparse in divisa dei Vopos, le guardie di frontiera della scomparsa Ddr. Ai distratti è stato consegnato un cartoncino rosso prima che iniziasse lo spettacolo della durata di un’ora e quindici minuti. I momenti essenziali della vita di Feltrinelli sono stati presentati, sia pure a volte in modo simbolico. Sulla scena solo due grandi scrivanie che vengono spostate di continuo e invadono anche la platea, e il pubblico è costretto a farsi da parte.
Non si assiste alla lotta contro il potere, si è coinvolti. Nel ’67 Feltrinelli è interrogato dalla Cia: dov’è nascosto il Che? gli continuano a chiedere. Subito dopo si vede l’editore alla vigilia della pubblicazione del Dottor Zivago: la storia non segue un ordine cronologico. Una copia del romanzo viene consegnata al pubblico, e gli agenti della Cia cercano di impadronirsi del libro che gli spettatori si passano di mano in mano cercando di nasconderlo. Chi viene interrogato deve negare a tutti i costi di aver visto il manoscritto, sostenere che non esiste. Pasternak verrà salvato. I colonnelli giungono al potere in Grecia, Feltrinelli teme che un putsch fascista possa avvenire anche in Italia. E vola a Cuba a chiedere consiglio a Fidel Castro. Ma il leader maximo lo invita a giocare a basket. E c’è una foto storica che posta Giangiacomo con il pallone in mano accanto a Fidel.
Sulla scena si canta Comunismus on the beach, il comunismo sulla spiaggia, come sarebbe bello metterlo in bottiglia e sperare che il mare lo conduca su qualche riva. Alla fine, la morte di Feltrinelli su un pilone dell’alta tensione vicino a Milano nel 1972 non viene giustamente spiegata. Gli attori portano sulle loro spalle il corpo di Giangiacomo in processione tra gli spettatori. E si canta un requiem: Ciao Feltrinelli.
Non è finita: un’attrice chiede di consegnare a un vicino il libro che si è portato da casa, e spiegargli perché lo ritiene importante, e perché deve essere letto. Non so se a Feltrinelli sarebbe piaciuto il musical, certamente avrebbe approvato il finale. Quando si parla di lui si dimentica sempre di ricordare che amava i libri, e non sempre per motivi politici. E nelle nostre biblioteche grazie a lui si trovano i romanzi che anche noi amiamo, da Henry Miller a Garcia Marquez.