Franco Bechis, Libero 13/7/2014, 13 luglio 2014
PREMIATO POLTRONIFICIO RENZI
Non c’è nulla da fare: Matteo Renzi ha davvero una marcia in più degli altri. Il suo predecessore, Enrico Letta, era noto per essere flemmatico e dal passo lento su tutto o quasi. Era un fulmine, e lo rivelò proprio Libero, nell’occupazione delle poltrone pubbliche. Il suo governo fece 558 nomine e promozioni in 292 giorni, con una media di 1,91 poltrone occupate al giorn che ottenne il record nella storia della seconda Repubblica. Ma quel record non c’è già più. È stato battuto, quasi polverizzato da Renzi, la cui specialità principale evidentemente è proprio quella del salto sulla poltrona pubblica. In 130 giorni passati dal primo consiglio dei ministri del 22 febbraio scorsi il nuovo esecutivo ha varato la bellezza di 323 nomine o promozioni, cifra che porta la media giornaliera a 2,48 occupazioni di poltrona al giorno.
Di queste circa un terzo sono state approvate direttamente dal consiglio dei ministri, le altre sono frutto di singole decisioni prese dai vari ministeri o dalla stessa presidenza del Consiglio dei ministri, che non è stata affatto con le mani in mano cercando di piazzare più uomini che poteva e rinnovando gran parte degli incarichi dirigenziali interni.
SEDIE PESANTI
Le nomine e promozioni fatte non solo sono molto più numerose, ma hanno anche un peso specifico decisamente superiore alle scelte fatte dal governo precedente. Ha ovviamente inciso su questo aspetto la scadenza dei consigli di amministrazione e dei collegi sindacali delle principali società di Stato di cui è azionista il ministero dell’Economia. Il peso specifico della corsa renziana alla occupazione delle poltrone è naturalmente dato dal rinnovo completo dei vertici di Enel, Eni, Poste, Finmeccanica e Terna oltre dal rinnovo parziale di altre società pubbliche (come le Ferrovie dello Stato, conseguenza della nomina di Mauro Moretti a Finmeccanica).
L’operazione occupazione poltrone di Renzi ha anche un costo medio giornaliero assai superiore a quello di Letta, perchè se è vero che sono stati diminuiti gli stipendi dei nuovi manager fatti insediare, questo risparmio avrà effetto solo dopo anni, perchè sono state liquidate buonuscite milionarie a chi era costretto a lasciare la poltrona dopo molti anni.
Nel nominificio di Renzi e dei suoi ministri c’è però davvero di tutto. E in ogni filotto di poltrone scelte le rare novità vanno sempre a braccetto con le scelte più tradizionali dell’occupazione politica, riciclando ex parlamentari trombati e vecchie glorie della partitocrazia. È accaduto nei cda delle società di Stato, è capitato anche con uno dei fiori all’occhiello del premier: la nomina della nuova Autorità nazionale anticorruzione. Alla guida è stato insediato un magistrato con superpoteri (anche in seguito agli scandali Mose ed Expo 2015) come Raffaele Cantone, ma nel board è spuntato anche un vecchio parlamentare dc poi passato attraverso il Ppi e la Margherita (insieme allo stesso Renzi) come Francesco Merloni, fratello di Vittorio, noto imprenditore che guidò Confindustria. Filosofia simile a quella che ha fatto transitare nei cda delle grandi società di Stato vecchie conoscenze della politica come Marta Dassù e Roberto Rao (e anche Luisa Todini a dire il vero è ex parlamentare, pur avendo fatto altro nella vita).
Nella grande occupazione del potere si sono conquistate poltrone di ogni tipo: da quella della Agenzia delle Entrate con Rossella Orlandi (e sono stati nominati dal nuovo governo anche tutti gli altri direttori delle agenzie che dipendono dall’Economia), a quella di vicecomandante dell’Arma dei Carabinieri su cui il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha insediato il generale di corpo di Armata Ugo Zottin. Il governo ha commissariato l’Enit insediandovi Cristiano Radaelli, ha aggiunto una poltrona rosa alla Consob per Anna Genovese, ha nominato presidente dell’Istat Giorgio Alleva, ha sostituito all’Ilva Enrico Bondi con Piero Gnudi, ex ministro, ex presidente dell’Enel e per anni commercialista di fiducia sia di Romano Prodi che dell’attuale ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi.
All’Ismea è stato insediato il nuovo presidente Ezio Castiglione, alla presidenza dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana è stato invece nominato il professore Franco Gallo, fiscalista assai amico di Giuliano Amato e di Vincenzo Visco (fu anche ministro delle Finanze a cavallo fra le due Repubbliche), mentre il ministero dei Beni culturali ha nominato Ludovico Ortona (fedelissimo del compianto ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga) amministratore unico della Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo-Arcus spa. Alla guida dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi) è stata nominata la professoressa Anna Maria Ajello.
Raffica di promozioni e nomine per i dirigenti interni dei ministeri, e in questo caso non c’è stato ministro che si sia tirato indietro. Il più attivo però è stato proprio Renzi a palazzo Chigi anche grazie alla moltiplicazione delle varie strutture di missione, fatta rinfrescando uno strumento in grado di bypassare leggi e regolamenti ordinari che però era stato accantonato per motivi etici dopo i vari scandali emersi intorno alla protezione civile (quelli della cricca degli appalti pubblici).
POSTI NUOVI DI ZECCA
Fresche fresche sono state sfornate due nuove strutture di missione della presidenza del Consiglio proprio a luglio, con tanto di capi e organici nuovi di zecca: una dovrà tenere sotto controllo le ristrutturazioni delle scuole, l’altra le emergenze idrogeologiche del territorio italiano.
Insieme alle grandi nomine sono piovute promozioni di militari, spostamenti di prefetti, insediamenti di dirigenti ministeriali e anche l’occupazione di poltroncine di secondo piano, che i ministri per legge debbono comunicare alle Camere. Poltroncine occupate all’Istituto nazionale di astrofisica (in cda il professor Andrea Ferrara) o all’Istituto nazionale di ricerca metrologica-Inrim (in cda il professor Livio Battezzati), o all’Ente parco nazionale del Vilento, Vallo di Diano e Alburni dove è stato spedito il commissario straordinario Amilcare Troiano. Nella stessa serie la nomina di Franco Ferlizzese a presidente del comitato di gestione della Cassa conguaglio gas di petrolio liquefatto, e a componenti dello stesso comitato di Donatella Castrini, Valentina di Bona, Stefano Bisogno e Lino Pietrobono. Qui si liquefa il gas, ma le poltrone resistono bene...