R. Amo., Il Messaggero 14/7/2014, 14 luglio 2014
INFRASTRUTTURE, ECCO COME FUNZIONANO I NUOVI BOND «CUSCINETTO» TARGATI BEI
Non è banale il ruolo assunto dalla Bei negli anni della crisi. Anni in cui sono andati a picco i finanziamenti pubblici e quelli degli istituti di credito, vincolati gli uni dai parametri europei su bilanci e gli altri dalla zavorra delle sofferenze che pesa sui patrimoni, quando non paralizzati dai downgrade delle agenzie di rating o dalla pressione di Basilea3 e degli stress test della Bce. La Banca europea degli investimenti si è fatta carico fin dove possibile di finanziare le infrastrutture, le aziende innovative e, specialmente in Italia, le Pmi (essenzialmente affiancata dalla Cassa Depositi e prestiti). Prova ne sono i numeri, visto che solo nel 2013 il sostegno finanziario all’economia ha raggiunto quota 75,1 miliardi, con un balzo del 37% rispetto al 2012. Ben 67,1 miliardi (+42%) sono finiti in Europa, di cui 21,9 miliardi per progetti di pmi, un livello mai raggiunto prima.
Ma è già da tempo che si parla delle potenzialità che ha la banca Ue per fare davvero la differenza, e finanziare un piano di investimenti in infrastrutture a tutto tondo.
Del resto, dato lo sbarramento politico a emissione di obbligazioni da parte della Ue (Eurobonds), una soluzione, neutra per il debito dei singoli stati, la strada percorribile sembra essere quella dei Project bond. Si tratta di emissioni sul mercato di titoli direttamente collegati all’opera, che potrebbero essere un’alternativa percorribile se in qualche modo legati alla Bei.
Prima della crisi ampia parte dei titoli legati ai progetti era sostenuti, infatti, da garanzie di assicurazioni cosiddette monolines che ne miglioravano il profilo di credito. Ma già da tempo gli investitori (fondi pensione, assicurazioni, etc.) non sono più disposti a sottoscrivere Project bond in assenza di un rafforzamento del merito di credito dei titoli ad esse legati.
Ecco che, dunque spunterebbe la Bei a sbloccare il capitolo infrastrutture. La banca potrebbe offrirebbe agli investitori il suo rating d’oro (tripla A) consentendo al progetto di beneficiare di un finanziamento favorevole. In tal modo si renderebbero disponibili risorse finanziarie, senza impatto sui bilanci pubblici, da associare all’intervento nei progetti di soggetti specializzati. La banca Ue potrebbe però arrivare a offrire, olre alla garanzia anche una fetta di finanziamento. Secondo un modello già approfonditi dalla Bei anche con la Commissione Ue, la banca Ue potrebbe dunque intervenire con una funzione «cuscinetto» sottoscrivendo tranche di titoli con maggiore rischio (subordinati), migliorando in questo modo il rating dei titoli destinati invece agli investitori istituzionali. A quel punto la Commissione Ue interverrebbe come garante sui finanziamenti erogati dalla stessa Bei, condividendone i rischi.
R. Amo.