Giulio Mancini, Il Messaggero 13/7/2014, 13 luglio 2014
L’ESTATE DELLA SCHIUMA BIANCA IN SPIAGGIA
IL CASO
ROMA Sono onde di un bianco cangiante, come quello dello scarico di una lavatrice dopo la centrifuga. E quando, spinte dal vento, spiaggiano sull’arenile, assumono il meno rassicurante aspetto di un blob invasivo e minaccioso. Lungo le coste del Tirreno è ormai allarme per le mareggiate di schiuma, enormi chiazze spumose che galleggiano sotto costa raggiungendo quasi sempre la riva.
ONDE BIANCHE
Dalle Cinque Terre alla penisola sorrentina passando per Fiumicino e Ostia, dall’inizio della stagione dei bagni è tutto un affiorare di onde biancastre, solitamente inodori e persistenti solo per poche ore. Appaiono all’improvviso e inaspettate, solitamente quando il mare è mosso, e raggiungono le zone frequentate dai turisti che le ritraggono facendo rimbalzare l’allarme sui social network.
L’ultimo episodio è di ieri. Una larga scia di schiuma bianca è stata avvistata per oltre un miglio di estensione tra Pozzano di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli e lo Scrajo di Vico Equense, sulla costiera sorrentina.
La chiazza schiumosa e oleosa in quella zona ma anche a Meta e Sorrento, era stata notata e denunciata dai bagnanti già nei giorni scorsi quando, nelle stesse ore, si era manifestata 230 km a nord, ovvero a Fiumicino. Mercoledì scorso nel tratto di lungomare della Salute (paradosso della toponomastica) tra le due foci del Tevere, era spiaggiata per un fronte di diverse centinaia di metri un’onda schiumosa che aveva coperto l’arenile con una coltre alta mezzo metro.
LE INDAGINI
Su quel fenomeno la Capitaneria di Porto di Roma ha voluto vederci chiaro, attivando i tecnici dell’agenzia regionale ambiente Arpa Lazio e informando la Procura della Repubblica. «Sono stati prelevati dei campioni in zona - conferma il comandante della guardia costiera, Lorenzo Savarese - ed abbiamo avviato approfonditi controlli per individuare la fonte di quell’inquinamento massivo». Il mare era mosso ed il sospetto è che in quelle condizioni alcuni inquinanti, come i tensioattivi contenuti nei saponi, possano essere attivati come se si trattasse di una lavatrice.
Ieri, con il mare agitato, le motovedette della Capitaneria erano nuovamente nello specchio d’acqua antistante lungomare della Salute ma anche lungo il Tevere, impegnate nella risalita fino a Rio Galeria. La magistratura, allertata dagli organi di polizia, ha aperto un’indagine.
Martedì scorso un’estensione inquietante di spuma era comparsa a Marinella di Sarzana, in provincia di La Spezia, sulla riviera delle Cinque Terre, gettando nel panico turisti e balneatori. In quel caso i tecnici di Arpal (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure), avendo effettuato il giorno prima i prelievi periodici di controlli sulla salute del mare, si erano sbilanciati: «È semplicemente un fenomeno naturale».
Al contrario, resta senza risposta la marea di schiuma apparsa anche a Ostia, a cavallo tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, spiaggiando nella zona tra largo delle Sirene e piazzale Magellano. «Ho sconsigliato di fare il bagno ma la gente ha proseguito noncurante» sottolinea il marinaio di salvataggio, Leonardo Ricci.