Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/7/2014, 12 luglio 2014
PERISCOPIO
Giorgio Napolitano: il Padreterno della Patria. Mannelli. Il Fatto.
Francesco e Benedetto XVI vedranno la finale insieme. I rosari verranno ritirati prima del fischio d’inizio. MF.
In Italia e in Europa abbiamo reagito malissimo allo stimolo di cambiamento imposto dalla crisi. In Italia, in particolare, continuiamo a ripetere che la produttività scende, guardiamo le slide e poi andiamo a cena. Al massimo, ci comportiamo come cervi impauriti di fronte ai fari di un’automobile. Sergio Marchionne, al Festival dell’economia di Trento.
Di tutti i ciarlatani che fanno bla-bla-bla, gli economisti sono i più rumorosi. Thomas Caryle. Latter-Day Pamphlets, citato da Sergio Ricossa, Maledetti economisti. Rizzoli. 1996.
La situazione in Ucraina ha a che fare con la situazione irrisolta del post Guerra Fredda. La questione delle sfere di influenza non è mai stata affrontata davvero, nella convinzione che il rapporto tra Est o Ovest si sarebbe normalizzato da sé. Ma era un’illusione. Philip J. Crowley professore della George Washington University. NYT.
La sinistra ha perso il suo magistero intellettuale e morale, ha perso la battaglia delle idee, in termini gramsciani, di battaglia culturale. Diabolizza, calunnia, con i suoi processi e le sue intimidazioni, perché non riesce più a dibattere, chiusa ermeticamente nelle sue certezze, che difende con una violenza inaudita, estrema. È la violenza e l’aggressività di un animale ferito. Ivan Rioufol. Le Figaro.
Per i mafiosi, che la leggenda vuole assai devoti alla chiesa, morire in grazia di Dio si fa sempre più arduo; i preti esitano ad assolverli, esigono prove della loro redenzione, non basta un’Ave o un Pater. I mafiosi si circondano d’immaginette e scimmiottano le liturgie, per poi quotidianamente mandarsi all’inferno con subitanei colpi di lupara che non lasciano al bersaglio il tempo di un estremo atto di contrizione. L’inferno straripa di mafiosi morti in peccato mortale. Essi sanno che, prima o poi, il diavolo li artiglierà dal barbiere, per strada, in macchina, in famiglia; lo sanno e ne sono lieti. La sorte peggiore è essere catturati, con i cappellani che, in carcere, cercano di convertirli; ma, anche lì, i mafiosi si danno da fare con i pizzini, volano i coltelli, strisciano i veleni. Promettendo l’inferno ai mafiosi che non si pentono, Papa Francesco si è mostrato un ingenuo. I mafiosi amano l’inferno, il Papa doveva minacciarli col paradiso, allora sì che li avrebbe spaventati. Umberto Silva, psicanalista. il Foglio.
Come mai ieri tutti delinquenti e oggi tutti innocenti, ieri tutti cospiratori e oggi tutti vittime della società? Per quale misteriosa ragione l’aurea mediocritas del buonsenso non ha fortuna con la burocrazia italiana? E come si spiega che, dopo aver condiviso per tanto anni i metodi di Scarpia e di Torquemada, abbiamo poi adottato di colpo, quelli del dottor Spock e degli indiani metropolitani? Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli. 1991.
La classi italiane che comandano (nella politica, nell’economia, nella cultura) non dirigono alcunché: gestiscono più o meno bene, e spesso molto male, la sopravvivenza quotidiana, accrescono i piccoli e grandi benefici di cui godono, e si assicurano che i propri figli possano ereditare serenamente ciò che essi stessi hanno ereditato dai loro padri: il potere di continuare a esistere. Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste - Per non parlare degli italiani. Mondadori.2011.
Ci sono strutture regionali della Rai che non sono tollerabili, penso a quella di Firenze e di Bologna, nate con il compito di produrre programmi e che, invece, oggi, non producono proprio niente. Ma non solo. Il potere dei partiti sulle sedi regionali è assoluto e incontrollato. La sede di San Marino, per fare un esempio, non ha più ragione di esistere. Pierluigi Celli, già direttore generale Rai. Agenzie.
Nel corridoio dei passi perduti interrogai nel pomeriggio del 9 maggio 2006 un bel po’ degli elettori del centrosinistra. Dicevano: «Le ondate bianche sono state un necessità. Ma domani mattina tutto sarà finito. E ogni casella sarà riempita. Mi mostravano, soddisfatti, l’organigramma completo. Prodi a Palazzo Chigi, Marini a Palazzo Madama, Bertinotti a Montecitorio. Infine il Re Buono al Quirinale». Sentivo dire: «Abbiamo fatto filotto. Il potere è nostro. E non lo molleremo più. Berlusconi comincerà a perdere. E sarà costretto a ritirarsi nel villone di Arcore. Ai suoi colonnelli non resterà che farsi le pippe da qui all’eternità». Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli. 2012.
Appena i soldati tedeschi erano scomparsi vedemmo spuntare, dalla mia casa di Venezia, le prime teste spaurite dei partigiani. Potevano essere cinque o seicento. In fondo io me li aspettavo, se non più belli, diversi. Erano vestiti in maniera squallida, non avevano né capi, né aspetto militare. C’erano anche dei vecchietti che portavano il fucile. Nantas Salvalaggio, Un uomo di carta. Rizzoli.
Bisogna difendere le istituzioni. Quando le istituzioni se ne vanno è la giungla che arriva. La scuola è un’istituzione e non si entra in una classe di scuola come in una carrozza del metro, l’esercito è meglio delle milizie, e quando lo Stato si ritira, sono i mafiosi che occupano il terreno. Régis Debray, Le bel àge. Flammarion.
Affinché dall’estero si ricominci a investire in Italia si dovrà mettere mano alla nostra burocrazia grottesca. Lo sa che se voglio cambiare il responsabile di una boutique ci sono città in cui mi impongono di chiudere il negozio per due mesi? Davide Traxler, manager del lusso. Sette.
Qualsiasi donna che conosce i problemi del gestire la casa è più vicina a capire i problemi che consentono di portare avanti un paese. Margaret Thatcher. Stefania Tamburello, L’economia è il mezzo per cambiare l’anima. Margaret Thatcher e Ronald Reagan in parole loro». Rizzoli Etas.
Ti immagini i titoli dei giornali? «Attrice fugge nuda - da una casa in fiamme - la insegue un giovanotto - vestito di soli baffi...». Nantas Salvalaggio, Un uomo di carta. Rizzoli.
I quadrimotori inglesi in formazioni geometriche perfette, argentate e splendenti, non fanno dapprima impressione particolare: poi, aguzzando la vista, vi si sorge attorno un turbinio di minuscoli caccia Hurricane, Curtiss, Spitfire, moscerini attorno alle grosse libellule e ne deriva uno sgomentante paragone. Paolo Caccia Dominioni, El Alamein 1933-1962. Longanesi. 1966.
La virtù annega nel tanga. Roberto Gervaso. Il Messaggero.