Antonella Luppoli, Libero 12/7/2014, 12 luglio 2014
LA TV DEI CATTIVI SENTIMENTI
Da un lato, ci sono cinque coppie, dieci ragazze single e dieci maschietti in cerca di preda. Dall’altro, oltre 3 milioni di spettatori (più del 15 per cento di share) che non perdono neanche una puntata di Temptation Island, in onda tutti i giovedì alle 21.10 su Canale 5.
Il fil rouge della trasmissione targata Fascino è ovviamente l’amore. E qui si scatenano infinite polemiche, si scaldano gli animi, ci si scaglia contro una produzione televisiva che «incentiva il tradimento», così dicono i moralisti del Bel Paese. Ebbene sì, lo scopo del format è mettere alla prova l’amore puro, sincero, viscerale, totalizzante delle coppie. Per questo, come fosse una sorta di versione moderna del Decamerone di Giovanni Boccaccio, fidanzati, fidanzate, tentatori e tentatrici sono stati rinchiusi in un meraviglioso resort di Gaeta per qualche settimana.
È successo di tutto lì dentro. In certi casi ha trionfato l’amore. Inutile dire che i più discoli sono stati gli ometti che, spesso e volentieri, hanno fatto vedere i sorci verdi alle proprie signore. Qualcuna è riuscita a chiudere un occhio, qualcun’altra li ha chiusi tutti e due. Quel che resta della trasmissione è certamente un racconto avvincente e veritiero del sentimento più nobile che esista. Nella vita di tutti i giorni infatti si litiga, ci si lascia, purtroppo si tradisce. Certo, non dipende dalla tv se il tasso delle separazioni e dei divorzi in Italia è così alto. Nonostante tutto, per qualcuno Tempation Island è un programma che mette in piazza la speculazione dei sentimenti, per qualcun altro invece è una trasmissione politicamente scorretta, un esempio di trash tv.
A parte l’ultima etichetta inflazionata, potrebbe essere tutto vero. Quello che però fa pensare è che, tecnicamente dal punto di vista televisivo, il programma funziona: il budget investito è risicato, l’au-
dience è decisamente soddisfacente e la curva d’ascolto è in crescita. Un neo, uno soo: Filippo Bisciglia. L’ex gieffino è al suo debutto alla conduzione, l’inesperienza è palese, sciogliersi e lasciarsi andare probabilmente lo aiuterebbe. Quelle poche volte che lo fa, rende molto meglio di fronte alla telecamera.
Temptation è sicuramente un prodotto estremo, provocatorio, ma quantomeno è un ritorno a quella tv sfrontata dopo anni di sobrietà, di antivelinismo e puzza sotto il naso che si sono abbattuti forse dopo gli eccessi degli scorsi anni (e le degenerazioni).
Si pone allora un altro quesito, chi l’ha detto che per fare audience la tv debba sfornare programmi politicamente corretti?
Se si facesse un passo indietro di quindici-vent’anni ci si potrebbe accorgere di quanto la televisione del passato, quella fatta di veline, schedine, letterine e prima ancora dalle pin up e dalle ragazze fast food, ha segnato l’ascesa al successo della scatola con il tubo catodico. Che cosa ci fosse di politically correct in tutto questo, proprio non riusciamo a coglierlo. A dare lustro alla televisione italiana è stato infatti anche lo stereotipo della donna che ha piacere di mostrarsi.
Poi, è subentrato un pudico perbenismo. Dopo le battaglie sul «corpo delle donne», la tv ha messo i mutandoni.
Alle soubrette che nel frattempo sono diventate showgirl hanno deciso, si fa per dire, di mettere il burqua. Il piccolo schermo ha deciso così di svoltare verso una strada più educata ed elegante.
A parere dei lor signori, una signorina svestita, un’allusione a sfondo sessuale piuttosto che una battuta godereccia era più scabrosa di un qualsivoglia talk show urlato e annoiante.
Questa, è la fase della rivincita. Con Temptation Island, il ritorno in auge del Grande Fratello, la nuova edizione dell’Isola dei Famosi su Canale 5 si ripropongono le dinamiche probabilmente più «scabrose», ma anche più interessanti e veritiere, della vita di tutti i giorni: il vero reality show. Si torna alla tanto odiata tv spazzatura che però costa il giusto e impenna le percentuali di share. Perché in fondo in fondo, a tutti piacerebbe sapere cosa fa il proprio marito quando ha di fronte una bella donna. Ma pochi hanno il coraggio di ammetterlo e nessuno ha la voglia di mettersi in gioco. La ricetta, per la buona riuscita di un programma, è infatti solo una: soddisfare il gusto del pubblico.
Nella prossima stagione sono previsti molti reality, almeno dalle parti di Mediaset. Un segnale importante.