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 2014  luglio 11 Venerdì calendario

L’E-COMMERCE UCCIDE I MALL? QUI CI VUOLE QUALCOS’ALTRO...

Tra le vittime di internet ci sono gli shopping mall americani, l’equivalente dei nostri centri commerciali. Quelli statunitensi hanno fatto storia perché per quasi cinquant’anni sono stati importanti punti di ritrovo sociale. Il primo fu aperto nel 1956 a Southdale, nei sobborghi di Minneapolis. Da allora fino al 2005 ne sono stati costruiti altri 1.500, tra cui il leggendario Mall of America, uno dei più grandi al mondo con dentro un luna park e una chiesa.
Da quando l’e-commerce ha preso piede, i mall sono sempre più vuoti tanto che dal 2006 non se ne costruisce più. Molti sono convinti che nei prossimi 10 anni la metà dei mall verrà demolita perché nessuno ha più voglia di prendere la macchina per comprare un paio di scarpe quando per farlo basta infilare la mano in tasca e afferrare il telefonino.
Unica eccezione i Plaza Fiesta, centri sociali e commerciali costruiti per la popolazione latina. I Plaza Fiesta assomigliano alle piazze di paese messicane, sono luoghi dove le famiglie possono incontrarsi, ascoltare musica, sorseggiare una bevanda e chiacchierare con amici e familiari.
Ubicati nelle città dove i latini sono in netta crescita demografica, i Plaza Fiesta sono tanto grandi quanto i vecchi mall. Quello di Atlanta dove la popolazione spagnola si è triplicata dal 1990 al 2000, ha 280 negozi ma anche uno studio medico e dentistico: ogni anno 4 milioni di persone lo visitino. L’e-commerce si combatte con un modello di socialità che il computer non può offrire: ballo, musica, spettacoli, conferenze e feste. A differenza dei robot l’uomo è un animale sociale, ciò vuol dire che non basta un telefonino per renderlo felice.
Loretta Napoleoni, Venerdì 11/7/2014