Marco Sodano, La Stampa 13/7/2014, 13 luglio 2014
L’assegno all’olandese che spinge il collocamento e punisce i fannulloni Il primo test per le nuove politiche del lavoro “attive” Marco Sodano Un contratto nordico - di derivazione olandese - per risolvere una vertenza che più italiana non si può: funzionasse, sarebbe davvero il segno che le cose possono cambiare
L’assegno all’olandese che spinge il collocamento e punisce i fannulloni Il primo test per le nuove politiche del lavoro “attive” Marco Sodano Un contratto nordico - di derivazione olandese - per risolvere una vertenza che più italiana non si può: funzionasse, sarebbe davvero il segno che le cose possono cambiare. Il contratto di ricollocazione di cui si parla per una parte degli esuberi Alitalia è novità fresca fresca della Legge di Stabilità 2014. Il papà della versione italiana è Pietro Ichino, giuslavorista di area liberal transitato nel Pd e poi approdato a Scelta Civica. Il presupposto - come ha spiegato lo stesso Ichino all’indomani del via libera, nel dicembre scorso - è che il vecchio sistema di soccorso per chi resta senza lavoro perché è basato esclusivamente sul principio di offrire un sostegno al reddito. Non fa nulla, al di là di generiche dichiarazioni di intenti, nè per incoraggiare gli interessati a trovare una nuova occupazione nè per aiutarli nel concreto a centrare l’obiettivo. Sono quelle che i tecnici chiamano politiche del lavoro passive: dal 2010 ad oggi sono costate al sistema italia circa 20 miliardi l’anno senza produrre risultati degni di nota. Il salto di qualità della ricollocazione starebbe nel fatto che parte della spesa pubblica andrà a ricompensare le agenzie che collocano i lavoratori in difficoltà, incoraggiandole a trovare soluzioni. Il meccanismo è tutto sommato semplice. Chi cerca il lavoro sceglie l’agenzia che preferisce nella sua regione. L’agenzia valuta il suo profilo, stabilendo la difficoltà del percorso di ricollocamento: più è alta, meglio sarà pagata la ricollocazione. Ma sarà pagata - attenzione - solo a risultato raggiunto: quando cioè l’interessato avrà ottenuto un lavoro che sia durato per almeno sei mesi. Il contratto di ricollocazione stabilisce anche una serie di obblighi per il lavoratore, che viene affidato a un tutor. Il tutor ha poteri di controllo precisi e anche piuttosto severi: può sanzionare il rifiuto ingiustificato di accettare un posto e anche la «mancata attività» per procurarsene uno: al primo richiamo l’indennità viene dimezzata, al secondo si interrompe. Secondo Ichino tutto il pacchetto basterà per scoraggiare chi pensa di incassare un’indennità e poi dormire sugli allori, tenendo le agenzie alla larga dalla tentazione di collocare solo i lavoratori per cui è più facile trovare un posto perché rendono di meno. La possibilità di scegliere l’agenzia lasciata al lavoratore, infine, dovrebbe anche scatenare una sana concorrenza tra i collocatori: i migliori avranno più clienti e incasseranno di più. L’applicazione del nuovo contratto tocca alle Regioni, che avranno l’occasione di «riqualificare la spesa per il sostegno all’occupazione», secondo il dettato europeo. Il Lazio, competente per la crisi della Magliana, s’è attrezzato per primo, con delibera del 30 dicembre 2013. Il presidente Nicola Zingaretti: «Siamo pronti a partire e siamo orgogliosi di aver contribuito, nei contatti informali con il ministero, a prospettare questa soluzione».