L.Tor., La Stampa 12/7/2014, 12 luglio 2014
E dire che la signora Dede Varetto, 100 e lode al Primo Liceo Artistico, non voleva neppure presentarsi all’esame
E dire che la signora Dede Varetto, 100 e lode al Primo Liceo Artistico, non voleva neppure presentarsi all’esame. L’emozione che stringe la gola, la preparazione che non sai mai se è adeguata alle domande dei commissari. Per una 62enne studiosissima, che torna tra i banchi dopo essere stata insegnante, le brutte figure alla maturità è meglio evitarle. La sua storia è uno di quei film che, quando li rivedi, ti dicono sempre qualcosa di nuovo. Dopo una laurea in Fisica e una lunga carriera di insegnante di matematica e scienze alle scuole medie, la pensione le lasciava parecchio tempo libero. La scelta «Piuttosto che fare la vecchietta e andare a teatro con le amiche, ho deciso di prendere un altro diploma – racconta – Sono sempre stata innamorata della pittura. Ho deciso di iscrivermi all’Artistico. Mi sembrava di vivere più intensamente gli anni post-lavorativi». Intento nobile, ma non certo una passeggiata. L’idea di tornare a scuola è costata alla Varetto ben cinque anni di frequenza al corso serale al Primo Liceo di via Carcano. Dalle 17 a mezzanotte, tutti i giorni . A prendere appunti e farsi interrogare. «Una bella fetta di vita, non c’è che dire - dice –. Una delle mie figlie abita lontano, in Brasile, l’altra è stata comprensiva e paziente. Anche mio marito ha accettato la scelta. E’ medico, capisce i sacrifici e gli orari non regolari». L’anno scorso, il percorso sembrava non finire mai. «Nel 2013 avrei dovuto dare l’esame, ma non me la sentivo. Ero impreparata in Prospettiva, una delle materie del corso di studi». Meglio rimandare. «Ancora? Mi ha chiesto mio marito». Invece è arrivato il 100 e lode. «E finalmente torniamo a uscire! Il mio unico giorno libero, prima, era il sabato...». Diventare alunna tra gli alunni è stata una scelta azzeccatissima: «E’ proprio vero che il liceo bisognerebbe farlo da adulti – spiega –. Rimettermi sulle pagine di storia e letteratura mi ha aperto così tanto la mente, che ora posso dire di essere una persona più matura e colta. Scultura e architettura, poi, non le avevo mai affrontate. Ora andrò all’Accademia». Il ritratto Dede Varetto è già pittrice. Fisionomista. Narra le ragioni che l’hanno portata a dedicarsi all’arte figurativa: «Il ritratto mi dà la sensazione di penetrare l’anima delle persone. Sono appassionata anche di icone russe, una finestra verso l’aldilà». E se il 100 e lode è stato solo un piccolo grande traguardo della sua seconda vita, qualche tassello del passato torna a galla. «Come diceva mio padre quando portavo a casa 10 in pagella, ho fatto solo metà del mio dovere. Non ho mai capito quale fosse l’altra metà». [l. tor. ] E dire che la signora Dede Varetto, 100 e lode al Primo Liceo Artistico, non voleva neppure presentarsi all’esame. L’emozione che stringe la gola, la preparazione che non sai mai se è adeguata alle domande dei commissari. Per una 62enne studiosissima, che torna tra i banchi dopo essere stata insegnante, le brutte figure alla maturità è meglio evitarle. La sua storia è uno di quei film che, quando li rivedi, ti dicono sempre qualcosa di nuovo. Dopo una laurea in Fisica e una lunga carriera di insegnante di matematica e scienze alle scuole medie, la pensione le lasciava parecchio tempo libero. La scelta «Piuttosto che fare la vecchietta e andare a teatro con le amiche, ho deciso di prendere un altro diploma – racconta – Sono sempre stata innamorata della pittura. Ho deciso di iscrivermi all’Artistico. Mi sembrava di vivere più intensamente gli anni post-lavorativi». Intento nobile, ma non certo una passeggiata. L’idea di tornare a scuola è costata alla Varetto ben cinque anni di frequenza al corso serale al Primo Liceo di via Carcano. Dalle 17 a mezzanotte, tutti i giorni . A prendere appunti e farsi interrogare. «Una bella fetta di vita, non c’è che dire - dice –. Una delle mie figlie abita lontano, in Brasile, l’altra è stata comprensiva e paziente. Anche mio marito ha accettato la scelta. E’ medico, capisce i sacrifici e gli orari non regolari». L’anno scorso, il percorso sembrava non finire mai. «Nel 2013 avrei dovuto dare l’esame, ma non me la sentivo. Ero impreparata in Prospettiva, una delle materie del corso di studi». Meglio rimandare. «Ancora? Mi ha chiesto mio marito». Invece è arrivato il 100 e lode. «E finalmente torniamo a uscire! Il mio unico giorno libero, prima, era il sabato...». Diventare alunna tra gli alunni è stata una scelta azzeccatissima: «E’ proprio vero che il liceo bisognerebbe farlo da adulti – spiega –. Rimettermi sulle pagine di storia e letteratura mi ha aperto così tanto la mente, che ora posso dire di essere una persona più matura e colta. Scultura e architettura, poi, non le avevo mai affrontate. Ora andrò all’Accademia». Il ritratto Dede Varetto è già pittrice. Fisionomista. Narra le ragioni che l’hanno portata a dedicarsi all’arte figurativa: «Il ritratto mi dà la sensazione di penetrare l’anima delle persone. Sono appassionata anche di icone russe, una finestra verso l’aldilà». E se il 100 e lode è stato solo un piccolo grande traguardo della sua seconda vita, qualche tassello del passato torna a galla. «Come diceva mio padre quando portavo a casa 10 in pagella, ho fatto solo metà del mio dovere. Non ho mai capito quale fosse l’altra metà». [l. tor. ] Dedè Varetto Dopo il diploma si iscriverà all’Accademia E dire che la signora Dede Varetto, 100 e lode al Primo Liceo Artistico, non voleva neppure presentarsi all’esame. L’emozione che stringe la gola, la preparazione che non sai mai se è adeguata alle domande dei commissari. Per una 62enne studiosissima, che torna tra i banchi dopo essere stata insegnante, le brutte figure alla maturità è meglio evitarle. La sua storia è uno di quei film che, quando li rivedi, ti dicono sempre qualcosa di nuovo. Dopo una laurea in Fisica e una lunga carriera di insegnante di matematica e scienze alle scuole medie, la pensione le lasciava parecchio tempo libero. La scelta «Piuttosto che fare la vecchietta e andare a teatro con le amiche, ho deciso di prendere un altro diploma – racconta – Sono sempre stata innamorata della pittura. Ho deciso di iscrivermi all’Artistico. Mi sembrava di vivere più intensamente gli anni post-lavorativi». Intento nobile, ma non certo una passeggiata. L’idea di tornare a scuola è costata alla Varetto ben cinque anni di frequenza al corso serale al Primo Liceo di via Carcano. Dalle 17 a mezzanotte, tutti i giorni . A prendere appunti e farsi interrogare. «Una bella fetta di vita, non c’è che dire - dice –. Una delle mie figlie abita lontano, in Brasile, l’altra è stata comprensiva e paziente. Anche mio marito ha accettato la scelta. E’ medico, capisce i sacrifici e gli orari non regolari». L’anno scorso, il percorso sembrava non finire mai. «Nel 2013 avrei dovuto dare l’esame, ma non me la sentivo. Ero impreparata in Prospettiva, una delle materie del corso di studi». Meglio rimandare. «Ancora? Mi ha chiesto mio marito». Invece è arrivato il 100 e lode. «E finalmente torniamo a uscire! Il mio unico giorno libero, prima, era il sabato...». Diventare alunna tra gli alunni è stata una scelta azzeccatissima: «E’ proprio vero che il liceo bisognerebbe farlo da adulti – spiega –. Rimettermi sulle pagine di storia e letteratura mi ha aperto così tanto la mente, che ora posso dire di essere una persona più matura e colta. Scultura e architettura, poi, non le avevo mai affrontate. Ora andrò all’Accademia». Il ritratto Dede Varetto è già pittrice. Fisionomista. Narra le ragioni che l’hanno portata a dedicarsi all’arte figurativa: «Il ritratto mi dà la sensazione di penetrare l’anima delle persone. Sono appassionata anche di icone russe, una finestra verso l’aldilà». E se il 100 e lode è stato solo un piccolo grande traguardo della sua seconda vita, qualche tassello del passato torna a galla. «Come diceva mio padre quando portavo a casa 10 in pagella, ho fatto solo metà del mio dovere. Non ho mai capito quale fosse l’altra metà». [l. tor. ] E dire che la signora Dede Varetto, 100 e lode al Primo Liceo Artistico, non voleva neppure presentarsi all’esame. L’emozione che stringe la gola, la preparazione che non sai mai se è adeguata alle domande dei commissari. Per una 62enne studiosissima, che torna tra i banchi dopo essere stata insegnante, le brutte figure alla maturità è meglio evitarle. La sua storia è uno di quei film che, quando li rivedi, ti dicono sempre qualcosa di nuovo. Dopo una laurea in Fisica e una lunga carriera di insegnante di matematica e scienze alle scuole medie, la pensione le lasciava parecchio tempo libero. La scelta «Piuttosto che fare la vecchietta e andare a teatro con le amiche, ho deciso di prendere un altro diploma – racconta – Sono sempre stata innamorata della pittura. Ho deciso di iscrivermi all’Artistico. Mi sembrava di vivere più intensamente gli anni post-lavorativi». Intento nobile, ma non certo una passeggiata. L’idea di tornare a scuola è costata alla Varetto ben cinque anni di frequenza al corso serale al Primo Liceo di via Carcano. Dalle 17 a mezzanotte, tutti i giorni . A prendere appunti e farsi interrogare. «Una bella fetta di vita, non c’è che dire - dice –. Una delle mie figlie abita lontano, in Brasile, l’altra è stata comprensiva e paziente. Anche mio marito ha accettato la scelta. E’ medico, capisce i sacrifici e gli orari non regolari». L’anno scorso, il percorso sembrava non finire mai. «Nel 2013 avrei dovuto dare l’esame, ma non me la sentivo. Ero impreparata in Prospettiva, una delle materie del corso di studi». Meglio rimandare. «Ancora? Mi ha chiesto mio marito». Invece è arrivato il 100 e lode. «E finalmente torniamo a uscire! Il mio unico giorno libero, prima, era il sabato...». Diventare alunna tra gli alunni è stata una scelta azzeccatissima: «E’ proprio vero che il liceo bisognerebbe farlo da adulti – spiega –. Rimettermi sulle pagine di storia e letteratura mi ha aperto così tanto la mente, che ora posso dire di essere una persona più matura e colta. Scultura e architettura, poi, non le avevo mai affrontate. Ora andrò all’Accademia». Il ritratto Dede Varetto è già pittrice. Fisionomista. Narra le ragioni che l’hanno portata a dedicarsi all’arte figurativa: «Il ritratto mi dà la sensazione di penetrare l’anima delle persone. Sono appassionata anche di icone russe, una finestra verso l’aldilà». E se il 100 e lode è stato solo un piccolo grande traguardo della sua seconda vita, qualche tassello del passato torna a galla. «Come diceva mio padre quando portavo a casa 10 in pagella, ho fatto solo metà del mio dovere. Non ho mai capito quale fosse l’altra metà». [l. tor. ] E dire che la signora Dede Varetto, 100 e lode al Primo Liceo Artistico, non voleva neppure presentarsi all’esame. L’emozione che stringe la gola, la preparazione che non sai mai se è adeguata alle domande dei commissari. Per una 62enne studiosissima, che torna tra i banchi dopo essere stata insegnante, le brutte figure alla maturità è meglio evitarle. La sua storia è uno di quei film che, quando li rivedi, ti dicono sempre qualcosa di nuovo. Dopo una laurea in Fisica e una lunga carriera di insegnante di matematica e scienze alle scuole medie, la pensione le lasciava parecchio tempo libero. La scelta «Piuttosto che fare la vecchietta e andare a teatro con le amiche, ho deciso di prendere un altro diploma – racconta – Sono sempre stata innamorata della pittura. Ho deciso di iscrivermi all’Artistico. Mi sembrava di vivere più intensamente gli anni post-lavorativi». Intento nobile, ma non certo una passeggiata. L’idea di tornare a scuola è costata alla Varetto ben cinque anni di frequenza al corso serale al Primo Liceo di via Carcano. Dalle 17 a mezzanotte, tutti i giorni . A prendere appunti e farsi interrogare. «Una bella fetta di vita, non c’è che dire - dice –. Una delle mie figlie abita lontano, in Brasile, l’altra è stata comprensiva e paziente. Anche mio marito ha accettato la scelta. E’ medico, capisce i sacrifici e gli orari non regolari». L’anno scorso, il percorso sembrava non finire mai. «Nel 2013 avrei dovuto dare l’esame, ma non me la sentivo. Ero impreparata in Prospettiva, una delle materie del corso di studi». Meglio rimandare. «Ancora? Mi ha chiesto mio marito». Invece è arrivato il 100 e lode. «E finalmente torniamo a uscire! Il mio unico giorno libero, prima, era il sabato...». Diventare alunna tra gli alunni è stata una scelta azzeccatissima: «E’ proprio vero che il liceo bisognerebbe farlo da adulti – spiega –. Rimettermi sulle pagine di storia e letteratura mi ha aperto così tanto la mente, che ora posso dire di essere una persona più matura e colta. Scultura e architettura, poi, non le avevo mai affrontate. Ora andrò all’Accademia». Il ritratto Dede Varetto è già pittrice. Fisionomista. Narra le ragioni che l’hanno portata a dedicarsi all’arte figurativa: «Il ritratto mi dà la sensazione di penetrare l’anima delle persone. Sono appassionata anche di icone russe, una finestra verso l’aldilà». E se il 100 e lode è stato solo un piccolo grande traguardo della sua seconda vita, qualche tassello del passato torna a galla. «Come diceva mio padre quando portavo a casa 10 in pagella, ho fatto solo metà del mio dovere. Non ho mai capito quale fosse l’altra metà». [l. tor. ]