Il Garantista 11/7/2014, 11 luglio 2014
DR PROTO E MR GREY
Martin Scorsese vuole girare un biopic sulla sua vita, ma lui rifiuta schifiltoso. «Totalmente indisposto a collaborare», gli fa sapere. E dalle pagine di gossip che gli attribuiscono un flirt con Elisabetta Canalis, si smarca con un pamphlet di rara impudicizia: «Quando si arriva a una certa età – commenta invelenito - e si lavora in un ambiente come quello dello spettacolo senza aver raggiunto i risultati sperati, l’unico modo per farsi notare è postare foto mezze nude sui social». Alessandro Proto, nomen omen, sembra nato apposta per dettare i tempi alle rotative. Tant’è che, nonostante la riservatezza ostentata con Scorsese, sembrava a un certo punto che dovesse mettersi in tasca Pubblico di Telese.
Classe 1974, (ma un po’ meno con le signore), Scorsese ne avrebbe voluto fare il nuovo Wolf of Wall Street nel film che sta girando comunque su di lui. Sarà che non l’ha convinto il titolo, ma siamo certi che Il manipolatore qualche deja-vu gliel’abbia suggerito. Arrestato nel febbraio 2013 con l’ipotesi di aggiotaggio, Proto aveva diffuso secondo l’accusa informazioni false per adulterare il mercato. La Consob gli comminò una multa, giustappunto per «manipolazione del mercato» mettendo all’indice gli acquisti, «mai stati realmente effettuati» di azioni Tod’s, Fiat, Mediaset, Unicredit, Mediobanca, Generali, FonSai, Rcs, l’Espresso, Mps, Ti Media e Il Sole 24 Ore. Lui replicò, sempre più stizzito, che «chi mi ha comminato questa multa deve avermi scambiato per un’altra persona o forse si sono lasciati prendere la mano dal film Il lupo di Wall Street». Quando si dice che uno il biopic se lo cerca. Broker, lupacchiotto di Wall Street ma anche de ’noantri, possibile editore, convinto garantista (almeno per se stesso) che ha parlato della prima multa della storia comminata senza prove, mister Proto è di certo il classico soggetto da thriller finanziario venato di melò.
Non fosse che davvero il nostro ha destato ancora una volta l’attenzione dei rotocalchi per un particolare non da poco. Pochi mesi fa il Giornale raccontò che la scrittrice inglese E.L. James era venuta in Italia per acquistare una casa. E che da quella puntatina nella Penisola, se ne uscì con il brogliaccio pronto per il celeberrimo 50 sfumature di grigio. Bello, ricco, misterioso e filantropo (soprattutto tra le coperte), a chi sarebbe stato ispirato il mr Grey che inizia la pulzella alle gioie del sadomaso? Facile: ad Alessandro Proto. Pare che la Leonard lo avesse incontrato nel corso dei suoi tour alla ricerca di un appartamento. E che il nostro Alessandro Proto l’abbia talmente colpita (per lo meno nella fantasia), da averne fatto il Proto-tipo dell’uomo che non deve chiedere mai.
C’è n’è abbastanza per tornare a Scorsese. E forse anche per capire chi «per viltade fece il gran rifiuto». Si sa che Martin non ha mai la mano leggera, mica è Rohmer. E forse Proto nostro teme di trasformarsi nel Gordon Gekko del Canton Ticino. Era lì che si stava recando quando fu arrestato alla frontiera con 10mila franchi in tasca. Ma lui si è difeso dicendo che è stato arrestato dalla polizia postale «perché ero stato denunciato per diffamazione nei confronti di un giornalista di un giornale di Verona. Non è vero quanto ha scritto Dagospia, non stavo assolutamente fuggendo. Avevo 10mila franchi in tasca, è vero, ma soltanto perché è la soglia massima che si può portare dall’Italia alla Svizzera».
Diecimila franchi, del resto, devono essere per lui come la mancia per un cappuccino. Mica un bottino. Anche immobiliarista, Proto ha raccontato che avrebbe dovuto vendere la villa dello Zio. L’affettuoso nomignolo che ha dato a Berlusconi senior. Disse a Linkiesta che l’ex moglie di Paolo Berlusconi gli spiegò che la villa andava venduta. «Volevano una cifra esorbitante – ha poi raccontato – fuori da ogni logica di mercato. Sapevo che a quella cifra non sarei mai riuscito a venderla come in effetti è stato. Così gli dissi che se volevano venderla dovevano darmi retta e fare un articolo. Gli agganci non mi mancavano di certo, così uscì un bel pezzo sul Corriere della Sera. Figuriamoci, la villa di proprietà della famiglia Berlusconi uscita come scoop sul Corsera e non qualche giornale di famiglia. Fu un bel colpo» Proto si è quindi vantato che manipolare la stampa è in fondo uno scherzetto. Un manipolatore manipolato, da che mondo è mondo, non si è mai visto. Neanche alla Consob.